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Siena | La Basilica dell'Osservanza

   
   
La Basilica dell'Osservanza

La Basilica dell'Osservanza sorge a Siena sul Colle della Capriola (strada dell'Osservanza), in cui dimorò san Bernardino, ed è la più importante delle chiese fuori della città.
Venne costruita verso il 1490 probabilmente su progetto di Francesco di Giorgio Martini e fu ampliata tra il 1495 e il 1496 dal Magnifico despota Pandolfo Petrucci per accogliere la nuova cripta, la tomba della famiglia e per ingrandire il convento.

Costruito seguendo i dettami dello Stile della Rinascenza, il primitivo complesso venne danneggiato durante l'assedio di Siena del 1554 e dopo essere stato ricostruito in epoca barocca subì un pesante intervento di restauro tra il 1922 e il 1932.

Durante la seconda guerra mondiale venne quasi totalmente distrutto dai bombardamenti americani il 23 gennaio 1944, ma nel dopoguerra un ambizioso progetto di ricostruzione riuscì a ridare alla basilica l'aspetto originale grazie a fotografie e testimonianze dei frati del convento.

Alcuni degli splendidi dipinti custoditi nella Basilica testimoniano la venerazione di San Francesco e dei suoi frati, e quindi anche di Bernardino e degli Osservanti, per la Vergine Maria, Madre di Dio. Nella prima cappella a sinistra si trova la Madonna col Bambino e angeli, realizzata intorno al 1455 da Sano di Pietro, prolifico artista senese caratterizzato da una straordinaria padronanza del disegno e dell’uso del colore.[0]

 



Mappa di dimensioni maggiori

 

La Via Francigena, o via Franchigena, che dal nord della Francia giungeva fino Roma (e per questo chiamata anche Romea), è stata per secoli la più importante strada europea, in quanto collegava il Mare del Nord al Mediterraneo.
Il percorso storico della via Francigena è quello seguito nel 994 dall'arcivescovo Sigeric, che da Canterbury (Inghilterra) partì per Roma in un pellegrinaggio di 1600 chilometri attraverso la Francia e l'Italia, annotando nel suo diario 80 tappe: è questo il cosiddetto itinerario sigerico.
Nei secoli successivi questa strada fu percorsa da migliaia e migliaia di persone: non solo pellegrini, ma anche viandanti e mercanti, che misero a confronto la loro cultura con quella dei territori attraversati e consentirono alle varie economie locali di inserirsi in quella che è stata definita l'economia a raggio mondiale del Medioevo, portando alla grande ripresa dei secoli XII e XIII, caratterizzati dallo sviluppo degli scambi commerciali e delle attività finanziarie e manifatturiere, ponendo le basi per una integrazione europea fondata sui valori della cristianità.

La via Francigena non era una singola strada, ma fasci di strade che collegavano il maggior numero di centri abitati di una determinata zona, svolgendo anche funzioni di collegamento locale.

Trekking in Toscana | La Via Francigena in Toscana

Da Siena a Ponte d'Arbia


Siena, Duomo

La Via Francigena | Da Siena a Ponte d'Arbia - 28.5 km

Partenza: Siena, Piazza del Campo
Arrivo: Ponte D'Arbia, Centro Cresti
Lunghezza Totale: 28.5 km
Percorribilità: A piedi, in mountain bike
Tempo di percorrenza a piedi: 6,20 ore

Come arrivare al punto di partenza:
Linee ferroviarie Siena-Grosseto, Firenze-Siena, Siena-Chiusi, stazione Siena



Descrizione

Se percorsa in una bella giornata di sole, questa tappa può diventare indimenticabile grazie ai panorami che si godono dai crinali della Val d'Arbia; vengono percorse interminabili strade bianche con alle spalle il profilo di Siena.
Si esce da Siena dalla Porta Romana prendendo per la Certosa di Maggiano e poi imboccando una stretta strada asfaltata che porta a S. Pietro a Paterno. Da qui dopo una serie di discese e risalite si arriva a Borgo Vecchio e poi a Colle Malamerenda. Si ridiscende ancora e, attraversati i binari della ferrovia, ci si dirige verso Isola d'Arbia, caratterizzato dalla chiesetta di Sant'Ilario.
Da questo momento in poi la strada costeggia la via Cassia con continui saliscendi sui crinali e arriva a Ponte a Tressa e poi alla Grancia di Cuna, immenso granaio fortificato medievale appartenuto allo Spedale del Santa Maria della Scala, la principale attrattiva storica di questo tratto. Di seguito si attraversano Monteroni d'Arbia, Quinciano fino ad entrare nel paese di Ponte d'Arbia. Qui si supera il ponte medievale e si arriva al Centro Culturale Cresti.[2]

 

Visualizza Tappa 12 in una mappa di dimensioni maggiori

La Francigena in provincia di Siena

Il tratto della via Francigena che attraversa la provincia di Siena è sicuramente uno dei percorsi più suggestivi, in grado di attrarre nuovi pellegrini alla ricerca di spiritualità, luoghi d'arte e natura incontaminata.
La via Francigena metteva in comunicazione San Gimignano, Poggibonsi, Colle Val d'Elsa, Monteriggioni, Bagno Vignoni e naturalmente Siena, salendo sulla Montagnola Senese sfiorando il Chianti e immergendosi nelle Crete Senesi, passando accanto a pievi, abbazie, romitori, castelli e borghi medievali tutti da riscoprire, con itinerari percorribili a piedi (trekking) ed in bicicletta (cicloturismo).
In Toscana il tracciato segue per lo più la via Cassia, una strada stretta e trafficata, ma è possibile imboccare strade alternative che attraversano la campagna e piccoli borghi.

La partenza ideale di questa terza tappa, facile ma discretamente lunga, è dalla Piazza del Duomo dove è situato il S.Maria della Scala, anticamente Spedale che accoglieva i numerosi pellegrini bisognosi di cure, cibo e riposo, poi Ospedale della città di Siena, oggi grande Museo. Comunque anche questa tappa può facilmente essere frazionata (Ponte a Tressa). Per uscire dalla città si segue Via del Capitano, Via di Città, Via Banchi di Sotto, Via Pantaneto, fino ad arrivare a Porta Romana.

Porta Romana è un bell'esempio di fortificazione medievale. Porta Romana, detta anche Porta Nuova, fu eretta a partire dal 1328, sull’area di un preesistente convento dedicato a S. Barnaba.
Delle tre porte esistenti in origine (Porta Romana a sud, Porta Fiorentina a nord-ovest, Porta Lecchi a nord-est) restano soltanto le ultime due, entrambe a ridosso della rocca: Porta Romana fu fatta saltare dai tedeschi in ritirata nel 1944 assieme all'alto torrione che le sorgeva subito a ponente e agli edifici adiacenti.
Nella facciata esterna, oltre a due “lupe” in pietra, la Porta reca un affresco con l'Incoronazione della Vergine. Il notevole dipinto - iniziato intorno al 1417 da Taddeo di Bartolo, continuato da Stefano di Giovanni, detto il Sassetta, e completato da Sano di Pietro verso il 1460 - è purtroppo quasi del tutto scomparso, anche a causa dei devastanti bombardamenti che Siena subì nel 1944.

From Siena to Ponte d'Arbia -28.5 km

Da Siena a Ponte d'Arbia -28.5 km


 

Porta Romana ricostruita nel 1327 da Maestro Angiolo di Ventura

Percorso alternativo | Stazione FS di Siena - Basilica dell’Osservanza - Monteliscai - Presciano - Arbia Scalo

Lunghezza: km 15
Tempo di percorrenza: h 4.30

L’itinerario ha inizio dalla Stazione ferroviaria di Siena, mentre per il ritorno è previsto l’utilizzo del treno. Il piazzale della Stazione è facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici o in auto (parcheggio nel sottosuolo del piazzale stesso). Oltrepassato il nuovo ponte di Malizia, si prende la stradella dietro la COOP, si sale un po’ e si procede a destra, tra orti e campicelli, fino alla vecchia strada che un tempo saliva alla Basilica dell’Osservanza. Dopo una breve sosta per la visita all’Abbazia, generalmente aperta, e per ammirare il bel panorama su Siena che si gode dal terrazzo sul retro della chiesa, si prosegue fino alla strada proveniente da Scacciapensieri: la si segue verso destra e, poco dopo, si devia a sinistra per Le Tolfe. Superata la caratteristica chiesetta campestre di S. Paterniano, si prende una stradella di campo sulla destra, dietro il residence di San Cipriano; questa, dopo aver traversato un boschetto, scende ad incrociare la S.P. Chiantigiana: la si attraversa e si sale in direzione di Monteliscai, caratteristico antico borgo situato in posizione dominante la sottostante vallata del Bozzone, ben conservato e che merita senz’altro una breve visita. Si prosegue quindi per la Strada di Colle Pinzuto: si sorpassa la grande Villa del Serraglio, la piccola chiesetta di S. Giorgio a Lapi e si comincia a scendere fino ad incrociare la strada proveniente da S. Regina; qui si prende a sinistra e si sale a Pieve a Bozzone. Poco più in alto si imbocca a destra una strada secondaria che, specialmente nel primo mattino, ci offre una bella veduta su Siena illuminata dal sole. Si prosegue per la Villa di Mociano e, poco dopo, si devia a sinistra per un sentiero che ci porterà nei pressi di Presciano. Da qui purtroppo si dovrà inevitabilmente seguire la strada asfaltata fino alla stazione di Taverne d’Arbia, da dove, con il treno, si rientra a Siena. Naturalmente, prima di partire, sarà opportuno nformarsi circa gli orari dei treni.[1]


[0] Fonte: La Basilica di San Bernardino all'Osservanza | www.viaesiena.it
Nella seconda metà del Trecento il patrizio senese Stricoccio Marescotti, dedito alla penitenza e all’assistenza degli infermi, fece della sua piccola dimora di campagna sul colle della Capriola un oratorio dedicato a Sant’Onofrio eremita, per poi donarlo allo Spedale Santa Maria della Scala. Agli inizi del Quattrocento, dopo essersi adoperato perché lo Spedale cedesse l’oratorio agli Osservanti, Bernardino dette avvio alla fondazione del convento, la cui chiesa fu dedicata inizialmente alla Vergine Assunta e, dopo la sua canonizzazione, a Bernardino stesso (1451). Qui egli risedette fino al 1414 e fece ritorno più volte nel corso della sua vita. Nel corso del Quattrocento, soprattutto grazie all’opera di evangelizzazione di Bernardino e alla fama che egli andava riscuotendo in Italia, la comunità osservantina senese acquistò progressivamente prestigio in città e importanza in seno all’Ordine. Nel 1474 Pier Paolo d’Ugolino Ugurgieri promosse i lavori alla chiesa, sotto la direzione dei frati architectori e la collaborazione di due insigni architetti: Francesco di Giorgio Martini (che poi trascorrerà alla Capriola gli ultimi anni della sua vita e qui verrà sepolto, nella cripta) e Giacomo Cozzarelli, a cui si devono le aggiunte cinquecentesche.
[1] Fonte: Club Alpino Italiano, Sezione di Siena | Gianfranco Giani | Il Monte Amiata 01/2013
[2] Source: La Via Francigena | www.francigena.provincia.siena.it
Le cartine dettagliate del percorso si possono scaricare dal sito | www.francigena.provincia.siena.it/percorsi/tappa-12
Scarica in pdf le mappe 1:10.000 della Tappa 12

The Basilica of St Bernardino all'Osservanza | www.viaesiena.it

Club Alpino Italiano, Sezione di Siena
Viale Mazzini,95 - 53100 Siena
telefono e Fax 0577 270666
www.caisiena.it
E-mail: info@caisiena.it
orario di apertura
Lunedì - Mercoledì - Venerdì dalle ore 18 alle ore 19,30

www.caisiena.it
E-mail: info@caisiena.it

La Francigena in provincia di Siena

Via Francigena | Da Gambassi Terme a San Gimignano | Road Book (pdf)

Via Francigena | Da San Gimignano a Monteriggioni | Road Book (pdf)

Via Francigena | Da Monteriggioni a Siena | Road Book (pdf)

La Via Francigena | Da Siena a Ponte d'Arbia | Road Book (pdf)

La Via Francigena | Da Ponte d'Arbia a San Quirico d'Orcia | Road Book (pdf)

La Via Francigena | Da San Quirico d'Orcia a Radicofani | Road Book (pdf)

La Via Francigena | Da Radicofani a Acquapendente | Road Book (pdf)

Scarica gratuitamente il road book dettagliato con la descrizione e le mappe del percorso | www.camminafrancigena.it


   
   
Quinciano, Monteroni d'Arbia

 
   

Questo articolo è basato sulgli articoli Siena, e Francesco di Giorgio Martini dell' enciclopedia Wikipedia ed è rilasciato sotto i termini della GNU Free Documentation License.

Commons contiene immagini o altri file su Basilica dell'Osservanza e contiene immagini o altri file su Francesco di Giorgio Martini.


La Toscana è una regione ricca di risorse da questo punto di vista, il suo paesaggio è unico al mondo e la zona della Maremma presenta vaste e verdi distese di natura incontaminata dove sorgono strutture turistiche davvero esclusive, confortevoli e alla portata di tutti. Una di queste è Podere Santa Pia, un’oasi di silenzio e quiete, una struttura immersa nel verde e nei profumi della Maremma toscana. Questo splendido relais in Maremma si trova a Caqstiglioncello Bandini, in provincia di Grosseto, ed è posizionato tra mare e colline, vicino a città storiche come Montalcino e Pieenza, parchi naturali e grandi spiagge.

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Podere Santa Pia è composto da due unità. La casa principale ha quattro camere da letto (3 camere da letto doppie, una camera matrimoniale), due bagni con doccia, una grande cucina con splendido camino antico in pietra e l'originale forno con grandezza per la pizza.

Appartamento di circa 90 mq con ingresso indipendente, composto da una camera matrimoniale ed una grande cucina, un bagno e con una terrazza solarium adiacente alle stanze e una bella terrazza con favolosa vista su campi e vigneti di Brunello e Montecucco.

La vicinanza a città d'arte quali Montalcino, Firenze, Siena, San Gimignano, Massa Marittima ed altre ancora tutte raggiungibile in poco tempo darà anche agli amanti della cultura una vacanza ricca di emozioni.

Case vacanza in Toscana | Podere Santa Pia

     
Pienza

Podere Santa Pia
Pienza
Century-old olive trees, between Podere Santa Pia and Cinigiano
         
Abbazia di Sant' Antimo

Abbazia Sant'Antimo
Abbazia di Monte Oliveto Maggiore
Rocca d'Orcia
         
         
Francesco di Giorgio Martini

   

Francesco di Giorgio Martini (Siena, 1439 – Siena, 29 novembre 1501) è stato un architetto, teorico dell'architettura, pittore, ingegnere, scultore, medaglista italiano. La sua prima formazione avvenne probabilmente come pittore, nella cerchia a Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta, anche se la sua prima commessa documentata, nel 1464, è per una scultura in legno.[1] La sua formazione fu comunque complessa estesa alla pittura, alla scultura, all'architettura ed allo studio della trattatistica architettonica, compreso Vitruvio.
Ebbe modo anche di studiare manoscritti con le macchine e le invenzioni del Taccola che poi sviluppò nella sua attività di trattatista. Le sue competenze tecniche gli procurarono anche l'incarico di sopraintendere al sistema dei "bottini", che portava acqua a Siena.[2]

Tra il 1463 ed il 1464 sembra si sia recato a Firenze per aggiornarsi sulle novità culturali.[3] Negli stessi anni o poco prima si recò a Roma insieme al Vecchietta, avendo modo di potere osservare i resti dell'architettura classica.

Nel 1469 l'artista fu socio in una bottega del più anziano Neroccio di Bartolommeo Landi, esercitando principalmente la pittura.[4] Si sposò il 3 novembre 1467 con Cristofana di Cristofano di Compagnatico. Ma nel 1468, come si evince da un documento in cui dichiara di aver ricevuto la dote (300 fiorini) della figlia di Antonio di Benedetto Nerocci di Siena, il pittore contrasse un nuovo matrimonio. Si ipotizza che la prima moglie fosse morta di parto qualche mese prima.

Intorno al 1471 lo troviamo operare a Siena con diversi collaboratori e ricevere importanti commesse come l'Incoronazione della Vergine per il convento di Monteoliveto Maggiore. La società con Neroccio venne sciolta, con controversie, nel 1475.


A Urbino e nelle Marche

Si trasferì a Urbino, presso la corte di Federico da Montefeltro, tra il 1475 ed il 1476, anche se la sua presenza è documentata dal maggio 1477. Ad Urbino Martini visse a lungo e venne impegnato soprattutto come architetto civile e militare, sostituendo Francesco Laurana nel completamento del palazzo Ducale e nella costruzione di residenze e fortificazioni per il duca Federico in tutto il ducato. Non risultando un'attività significativa come architetto a Siena, rimane da chiarire questo nuovo ruolo che gli venne attribuito dal duca Federico forse per la competenze tecnica dimostrata nelle prime raccolte di disegni di macchine e architetture militari, compilate e presentate al Duca da Francesco di Giorgio, che dettero poi vita al famoso Trattato di architettura civile e militare.

Si occupò di un gran numero di progetti e cantieri per i quali non risulta agevole ricostruire il ruolo effettivo, se effettivamente progettuale o di supervisione. In effetti, come per il resto della sua vita, a fronte di pochissime opere documentate, gli sono attribuite, tra molte incertezze, un gran numero di progetti.

Come ingegnere militare partecipò anche a campagne militari del duca di Montefeltro, come farà anche in seguito al servizio della Repubblica senese o del re di Napoli.

Durante il periodo urbinate, la sua fama crebbe molto e divenne così, nella sua poliedricità, una delle figure più importanti della progettazione ingegneristica ed architettonica rinascimentale, uno dei pochi a potersi dire, oltre che artista e tecnico, anche intellettuale umanistico, in grado di leggere Vitruvio.
Dopo la morte del Duca Federico gli impegni ad Urbino si allentarono e Francesco di Giorgio fu attivo anche per Giovanni della Rovere e in città vicine come a Cortona, dove realizzò la Chiesa di Santa Maria delle Grazie al Calcinaio (1484-86), a Gubbio, Ancona, e Jesi.
Alla sua opera si devono, in questo periodo, anche due edifici civici, questa volta nelle Marche, che costituiscono anche uno dei migliori esempi di palazzi pubblici della regione: il Palazzo del Governo di Ancona, costruito a partire dal 1484; e il Palazzo della Signoria di Jesi, costruito fra il 1486 e il 1498. Quest'ultimo, una delle sue più mirabili opere, mostra una certa influenza dello stile di Laurana.


Ritorno a Siena

Nel 1488, a causa delle cariche politiche e diplomatiche affidategli dalla Repubblica senese, torna nella sua città natale dove, nel 1499, viene nominato capomastro dell'Opera del Duomo di Siena. Si occupò anche di rimodernare alcune delle fortificazioni dello stato senese.

Ma Francesco di Giorgio era richiesto in tutta Italia per avevere pareri, consulenze, progetti soprattutto nel campo delle fortificazioni. Per esempio nel 1490 Giovanni della Rovere richiese inutilmente il suo ritorno nelle Marche, mentre nello stesso anno Martini si recò da Virginio Orsini per consigliarlo sulla Rocca di Bracciano ed a Milano dove incontrò Leonardo da Vinci, Bramante e Giovanni Antonio Amadeo in occasione di una sua consulenza per l'erezione del tiburio del Duomo di Milano, commissionata da Ludovico Sforza e per la cattedrale di Pavia. Nel 1491 prende parte al concorso di progettazione per la facciata di San Lorenzo.


A Napoli

Dal 1491 è impegnato a servizio del re di Napoli; nel 1492 si reca insieme ad Alfonso duca di Calabria ad ispezionare le fortezze fino alla Puglia,[5] e ancora nel 1494 è attivo a Napoli come ingegnere militare in occasione della guerra contro Carlo VIII.


Ultimo periodo

Nel 1500 torna nuovamente nelle Marche per un sopralluogo alla cupola della Basilica di Loreto che presentava problemi di staticità.

  1. Piero Torriti, Francesco di Giorgio Martini, 1993. ISBN 88-09-76173-1
  2. Piero Torriti, op. cit., 1993, pag.43-44.
  3. Piero Torriti, op. cit., 1993
  4. Piero Torriti, op. cit., 1993
  5. G. Volpe (a cura), L'architettura di Francesco di Giorgio Martini, Pesaro, 1994.
  6. E.F.Londei, Progetti di francesco di Giorgio per il Monastero di santa Chiara in Urbino, in "Annali di architettura", n.10-11,1999,pag.22-36.

 

 

 


Francesco di Giorgio Martini, Madonna del Terremoto, 1467, Archivo di Stato, Siena



Adorazione del Bambino
, 1485-90, chiesa di San Domenico, Siena


Francesco di Giorgio Martini, Natività, 1475, Pinacoteca Nazionale, Siena


Adorazione del Bambino (particolare, San Bernardino da Siena e San Tommaso d'Aquino)

 

     
Podere Santa Pia, with its wide panoramic terrace overlooking the Maremma (April)