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Montefalco
Travel guide for Tuscany
       
   

Montefalco

   
   

Montefalco, posta in una posizione dominante sulle valli del Topino e del Clitunno, offre la vista di un ampio panorama delle terre umbre. Montefalco è il cuore simbolico, oltre che geografico, della Valle Umbra. La sua centralità è evidente: da qualsiasi punto della vallata umbra si guardi verso l’ alto, appare il colle di Montefalco, che gode una splendida vista spalancata sui Monti Martani come sul Subasio e gli Appennini, su Spoleto, Trevi, Foligno, Spello e Assisi.
Gli edifici pi importanti da visitare all'interno delle antiche mura di Montefalco sono senz'altro il palazzo comunale di origine duecentesca come la chiesa di Sant'Agostino, la chiesa romanica di San Bartolomeo con la vicina Porta di Federico II del 1244 e la chiesa di Santa Chiara al cui interno troviamo dipinti di scuola umbra.
Il Museo Comunale di S. Francesco a Montefalco conserva il ciclo di affreschi di Benozzo Gozzoli con le storie della vita di S. Francesco: un'opera significativa non solo per il suo indiscusso valore artistico ma anche perché è fondamentale per comprendere il riferimento iconografico del Sagrantino di Montefalco. [1]


Storia

Il toponimo Montefalco si deve, secondo la tradizione, a Federico II di Svevia. L'imperatore, visitando i luoghi nel XIII secolo, constatando il gran numero di falchi presenti nell'area, decise di cambiare il nome della località da Coccorone (Cors Coronae) a quello attuale.[2] La presenza dell'animale nel territorio è andata via via scemando, fino a raggiungere il minimo storico in età moderna. Il 31 luglio 2007 è stata liberata nei cieli di Montefalco una coppia di gheppi, con finalità di ripopolamento.[3] Il progetto ha avuto un grandissimo successo e i gheppi si sono riprodotti.[4]

   
   
Monumenti e luoghi d'interesse


   
La struttura della città, compresa all’interno delle mura trecentesche, è concepita in modo che tutte le strade convergano verso la bellissima piazza del Comune.
Gli edifici pi importanti da visitare all'interno delle antiche mura di Montefalco sono senz'altro il palazzo comunale di origine duecentesca come la chiesa di Sant'Agostino, la chiesa romanica di San Bartolomeo con la vicina Porta di Federico II del 1244 e la chiesa di Santa Chiara al cui interno troviamo dipinti di scuola umbra. In nessun caso si dovrà però dimenticare di visitare la chiesa trecentesca di San Francesco, che oggi ospita la Pinacoteca; infatti, al suo interno potremo trovare tanto dipinti di grande livello come un Presepio del Perugino, quanto lo straordinario ciclo di affreschi delle "Storie di San Francesco di Benozzo Gozzoli. Poco lontani dal centro abitato, sorgono la chiesa cinquecentesca di Sant'Illuminata e quella quattrocentesca di San Fortunato che ospita nella lunetta del portale e nell'altare di destra ancora opere di Benozzo Gozzoli.

 

Benozzo Gozzoli | Storie della vita di San Francesco nel
Convento di San Fortunato in Montefalco (1450-52)


Il Museo Comunale di S. Francesco a Montefalco conserva il ciclo di affreschi di Benozzo Gozzoli con le storie della vita di S. Francesco: un'opera significativa non solo per il suo indiscusso valore artistico ma anche perché è fondamentale per comprendere il riferimento iconografico del Sagrantino di Montefalco.

La cappella maggiore della chiesa francescana di Montefalco fu costruita tra il 1336 e il 1340 e decorata da Benozzo Gozzoli tra il 1450 e il 1452. Il ciclo di affreschi raffigura i più importanti episodi della vita di san Francesco - fondatore del rinomato ordine -, secondo un programma elaborato forse dallo stesso committente, fra’ Jacopo di Mattiolo.[1]

Con questo ciclo si poneva l'accento sulla vita di Francesco, in particolare sulle analogie tra il suo modo di vivere e quello di Gesù Cristo. Allo scopo di renderle più comprensibili per i contemporanei, Benozzo attualizzò queste antiche storie ambientandole in un contesto ‘moderno’, fatto di architetture e di paesaggi caratteristici della sua epoca. Un espediente questo che il pittore utilizzerà nella sua intera produzione, come ad esempio nella cappella dei Magi a Firenze, nella chiesa di Sant’Agostino a San Gimignano e nel tabernacolo di Castelfiorentino.
La vicinanza della città di Montefalco ad Assisi, dove si trova l’edificio francescano per antonomasia, non impedì a questo ciclo di differenziarsi sensibilmente, rispetto all’impostazione e agli episodi rappresentati, dalle Storie di san Francesco affrescate da Giotto nella Basilica superiore, alle quali tradizionalmente gli artisti tendevano riferirsi.
Nella basilica di San Francesco ad Assisi Giotto dispose le ventotto scene occupando una sola parete e su di un solo registro. Benozzo raffigurò le storie su tre livelli cercando di adattare le pitture alla preesistente struttura dell’abside (alta e stretta), rappresentando spesso più eventi all’interno di uno stesso riquadro. L’altra caratteristica del ciclo di Montefalco, che riguarda invece il tema iconografico, è l’esclusione dei miracoli avvenuti dopo la morte del Santo, contrariamente ad Assisi dove invece assumono una maggiore importanza rispetto ai prodigi compiuti in vita.

Le storie si sviluppano sulle pareti divise da sei pilastrini che proseguono sui costoloni della volta. I dodici riquadri (per un totale di 19 episodi) disposti su tre registri hanno un ordine di lettura che procede da sinistra verso destra e dal basso verso l'alto. Il ciclo si conclude sulla volta con la rappresentazione di Francesco e di cinque santi appartenenti all’Ordine in gloria tra gli angeli; sull'intradosso compare nuovamente il Santo, effigiato nell'atto di mostrare le stimmate e circondato dai suoi primi dodici compagni.
Gli episodi raccontati non rispettano, volutamente, una sequenza cronologica; tale modalità descrittiva era stata ufficialmente autorizzata da san Bonaventura (biografo ufficiale di Francesco) per favorire un approccio tematico alla vicenda terrena del poverello.


Benozzo Gozzoli, Storie della vita di San Francesco, La Predica agli uccelli e la Benedizione di Montefalco, affresco, 304 x 220 cm, Chiesa di San Fortunato in Montefalco

Gli episodi la Predica agli uccelli e la Benedizione di Montefalco, sono ambientati in un paesaggio reale raffigurato con minuzia di dettagli. A sinistra, ai piedi della montagna, è descritta Assisi con il suo castello e la possente chiesa conventuale di San Francesco, costruita solo dopo la morte del Santo. Francesco parla agli uccelli (qui rappresentati da tredici diverse specie) mentre con la mano indica il cielo facendo intendere che è ispirato in questo gesto da Dio Padre. Sulla destra del riquadro è rappresentata Montefalco, cinta dalle mura, che fa da sfondo al gruppo in primo piano. Francesco, accompagnato dal suo discepolo, benedice quattro uomini in preghiera tra i quali si riconoscono il francescano Jacopo, committente dell’opera, e presumibilmente due membri della famiglia Calvi, che nel XV secolo si distinsero per varie donazioni alla chiesa di San Francesco a Montefalco. L’episodio di questa benedizione si riferisce ad una tradizione locale e non è citato in nessuna leggenda della vita francescana.

QUANDO B. F. PR(A)EDICAVIT AUIBUS APUD MEUANEUM DEMU(M) BENEDIXIT MO(N)TEM FALONE(M) ET P(O)PULU(M)
"Come San Francesco predicò agli uccelli e benedisse Montefalco ed i suoi abitanti".

Arte in Toscana | Benozzo Gozzoli | Storie della vita di San Francesco di Benozzo Gozzoli (1452)

 
   
 
[1] Benozzo Gozzoli nasce a Firenze da famiglia toscana Benozzo di Lese, più noto con l’appellativo di Benozzo Gozzoli, datogli dal Vasari nella seconda edizione delle Vite (1568). Dai documenti risulta che il nonno era un cardatore di lana e il padre un sarto.
Incerti sono gli esordi della formazione professionale di Benozzo e sconosciuta è la data in cui si iscrive alla Corporazione dei Pittori. Molti studiosi hanno accettato la tesi del Vasari secondo la quale Benozzo fu “discepolo dell’Angelico Fra’ Giovanni”.
Benozzo cresce dal punto di vista professionale in un’epoca fondamentale per lo sviluppo dell’arte e della storia fiorentina. Negli anni tra il 1430 e il 1440 lavoravano a Firenze i pittori più noti e creativi: Fra’ Angelico, Filippo Lippi, Paolo Uccello, Domenico Veneziano e Piero della Francesca.

Viene affidata a Fra’ Angelico la decorazione della chiesa e del convento di San Marco a Firenze secondo il programma iconografico dell’ordine francescano che esemplifica con scene della Passione il concetto di Cristo come esempio di vita per il monaco. E’ questo per Benozzo l’avvio del connubio professionale con il maestro, durato per oltre un decennio. Il ruolo di Benozzo nell’esecuzione degli affreschi, iniziato gradualmente, cresce nel tempo.

Benozzo si impegna a lavorare con Lorenzo e Vittorio Ghiberti alla Porta del Paradiso del Battistero di Firenze.

Benozzo è primo collaboratore e socio dell’Angelico, convocato a Roma da papa Eugenio IV che gli commissiona gli affreschi della Cappella di San Pietro, ora perduti. A questi segue la decorazione della Cappella di papa Niccolò V, nei Palazzi Vaticani, con scene della vita dei protomartiri Stefano e Lorenzo.

Benozzo termina gli affreschi delle volte della Cappella di San Brizio nella cattedrale di Orvieto, con il tema del Giudizio Universale, e conclude il suo sodalizio con l’Angelico.

Benozzo si trasferisce in Umbria, dove i suoi committenti principali sono i Francescani di cui interpreta la straordinaria eredità artistica e spirituale. Decorazione del monastero di San Fortunato a Montefalco.
Ancora a Montefalco, Benozzo lavora nella chiesa di San Francesco (Cappella di San Gerolamo e affreschi con Storie della vita di San Francesco nella tribuna). Gli affreschi sono commissionati da un colto committente, teologo e predicatore “Fra’ Jacopo da Montefalco dell’ordine dei Frati Minori”. Il tema degli affreschi di Montefalco è il leit motiv dell’ordine dei teologi Franciscus alter Christus secondo la Legenda Maior di Bonaventura.

Ciclo pittorico della Vita di Santa Rosa, ora perduto, nella chiesa delle Clarisse a Viterbo. Di questi affreschi, distrutti nel 1632, rimangono alcuni schizzi di Benozzo Gozzoli e i disegni di Francesco Sabatini.

Viene eseguita la Madonna dell’Umiltà con Santi, nota come Pala della Sapienza Nuova, per il Collegio di San Gerolamo a Perugia.

Alla sfarzosa cerimonia per la nomina di papa Pio II (Enea Silvio Piccolomini) viene chiamato Benozzo Gozzoli per preparare apparati, stendardi e bandiere.

Benozzo lavora a Firenze.

Su incarico di Cosimo inizia la decorazione della Cappella in Palazzo Medici con il Viaggio dei Magi,. Fin dalla sua costruzione, la Cappella, luogo dalla duplice funzione di preghiera e di sala per le visite, è ammirata per l’incomparabile bellezza dovuta certamente agli straordinari affreschi di Benozzo.
Qui i Medici con i loro alleati e seguaci sono raffigurati in un corteo scenografico collocato in un paesaggio reale e fantastico al tempo stesso, agghindati come i Magi e il loro seguito nell’atto di approssimarsi all’altare. Nel corteo l’artista si ritrae per ben due volte. Per spirito, stile e tecnica questi straordinari affreschi possiedono una magnificenza che non ha precedenti.

Matrimonio con Maddalena di Luca di Iacopo di Cione, figlia di un mercante di tessuti, dalla quale nasceranno nove figli, tra i quali Francesco e Alesso, divenuti artisti.

Viene commissionata la Pala della Purificazione dalla Compagnia della Purificazione, una Confraternita intimamente legata alla famiglia dei Medici.

Benozzo è a San Gimignano dove nella chiesa di Sant’Agostino affresca l’unico ciclo conosciuto della Vita del Santo nell’arte del Rinascimento toscano. Per la fine della pestilenza (1464) che imperversa sulla cittadina dipinge due immagini di San Sebastiano.

La collaborazione con l’Opera della cattedrale di Pisa dura per più di sedici anni. Dall’inizio dei lavori nel Camposanto, terminati nel 1484, fino al 1495 Benozzo fa di Pisa la sua residenza e il centro della sua attività. Per tutti questi anni il prolifico maestro dirige una bottega che esegue un grande numero di opere (pale d’altare, affreschi, tabernacoli stradali e gonfaloni) per la città e i suoi dintorni. Del monumentale ciclo pittorico con scene dell’Antico Testamento, affrescato sulle pareti del Camposanto, non rimane oggi quasi più traccia soprattutto a causa della tecnica usata, una combinazione di fresco e tempera, e dei bombardamenti del 1944.

La partenza da Pisa, conquistata dai Francesi, è dettata da motivi politici.

Probabilmente Benozzo torna a Firenze e poi a Pistoia dove, nella Sala Ghibellina del Palazzo Comunale lascia la sua ultima opera, la sinopia per la Maestà.

Muore il 4 ottobre del 1497. [Fonte Pro Loco Montefalco | www.promontefalco.com]


 


Benozzo Gozzoli, Storie della vita di San Francesco, Chiesa di San Fortunato in Montefalco (1450-52)



[2] Montefalco e dintorni. Comune di Montefalco. URL consultato il 25-07-2008.
[3] Falchi nel monte - Volano i falchi in Città. Tuttomontefalco.it. URL consultato il 25-07-2008.
[4] Grande risultato per il progetto "Falchi nel monte": nati 4 gheppi (PDF). Tuttoggi.info, 25-06-2008. URL consultato il 25-07-2008.

 


Cypress-Lined Montichiello Road, south of Pienza, Val d'Orcia, Tuscany
Cortona
Pienza, Piazza Pio II
Cipress road near Montichiello


Comune | www.comunemontefalco.it

Benozzo Gozzoli | Pro Loco Montefalco| www.promontefalco.com

BEGO - Museo Benozzo Gozzoli | Storie di sant'Agostino | www.museobenozzogozzoli.it
Museo Benozzo Gozzoli | La Regola di Agostino | La filosofia di Agostino | Agostino e il neoplatonismo nell’estetica rinascimentale
Biografia | Il ritorno a Firenze e la partenza per San Gimignano (1459 - 1467)

Arte in Toscana | Benozzo Gozzoli

Diane Cole Ahl, Gozzoli, Benozzo: Benozzo Gozzoli, New Haven: Yale University Press, 1996.

Art in Tuscany | Benozzo Gozzoli, Procession of the Magi in the Palazzo Medici-Riccardi in Florence | The Vintage and Drunkenness of Noah and other frescoes in Pisa | Fresco cycle in the apsidal chapel of Sant'Agostino, San Gimignano Sant'Agostino | Saint Sebastian

Giorgio Vasari | Lives of the Most Excellent Painters, Sculptors, and Architects | Benozzo Gozzoli

Giorgio Vasari | Le vite de' più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue insino a' tempi nostri | Benozzo Gozzoli

De Franciscuscyclus van Benozzo Gozzoli | www.bloeiendeklaproos.nl

Questo articolo è basato sulgli articoli Montefalco, Benozzo Gozzoli e Storie della vita di sant'Agostino dell' enciclopedia Wikipedia ed è rilasciato sotto i termini della GNU Free Documentation License.
Wikimedia Commons contiene file multimediali su Benozzo Gozzoli.

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Città dell'Umbria


 
Intraprendere un viaggio virtuale nelle principali città dell'Umbria. Le città umbre hanno tutte antichissime origini e sono state quasi tutte in passato importanti centri logistici dell’impero Romano. Soprattutto quelle che sorgevano lungo la via consolare Flaminia. Ancora oggi molte di esse tramandano, sia per la posizione, in genere arroccate su colline per poter essere meglio difese, che per la presenza di costruzioni del periodo romano e medioevale, un incantevole fascino che richiama atmosfere di altri tempi.

Assisi
Assisi è la città umbra più conosciuta soprattutto dal punto di vista religioso: qui nacquero San Francesco e Santa Chiara. Presenta un passato storico di notevole importanza, confermato dalla presenza di numerose chiese, cattedrali e costruzioni medioevali. E' ogni anno meta di migliaia di fedeli provenienti da tutto il mondo.

Perugia
Perugia sorge nella parte nord della regione, a pochi chilometri dal lago Trasimeno. E’ la città più importante dell’Umbria dal punto di vista artistico e culturale ed ospita le principali università e scuole della regione. Qui si celebrano eventi di grande risonanza mondiale come Umbria Jazz ed Eurochocolate.

Gubbio
Gubbio, cittadina umbra a nord est di Perugia. Situata ai piedi del monte Igino. Conserva testimonianze romane ed è un importante esempio dell’architettura medioevale. Questa città raggiunge il culmine della sua popolarità in occasione della "Festa dei Ceri".

Orvieto
 
Orvieto è una cittadina che si trova nella parte sud ovest dell'Umbria. Questa città è famosa per il grandioso duomo che contiene nella cappella di San Brizio gli affreschi del Signorelli e per il pozzo di San Patrizio. La caratteristica di questa città è che sorge su un massiccio di tufo alto 50 metri.

Il Duomo di Orvieto è uno dei massimi capolavori del gotico italiano. Il duomo è famoso per la facciata, il Corporale di Bolsena e gli affreschi di Luca Signorelli. L’imperiosa facciata, ora simbolo dell’intera città di Orvieto, si innalza in tutta la sua rigidità e la sua forza con le quattro guglie. La piatta parete esterna, ornata da un intreccio di mosaici raffiguranti singole scene della vita di Maria, ospita il maestoso portone principale e le due porte laterali. È proprio lo sfondo dorato dei mosaici che conferisce la lucentezza e il bagliore del Duomo alla prima vista degli osservatori. L’imperiosità del Duomo di Orvieto abbraccia la sottostante Piazza del Duomo che, durante la storia, seguì e si evolse passo dopo passo insieme alle vicende storiche ed architettoniche della chiesa.

Tra le bellezze da visitare ad Orvieto, da non perdere è Orvieto Underground e il Pozzo di San Patrizio.

Spello

 

Orvieto, Duomo

La Caratteristica di Spello è quella di unire al carattere medievale, con vicoli tortuosi e antiche case in pietra, numerosi resti romani, come il tratto di mura di epoca augustea, resti del teatro, dell'anfiteatro e dell’arco Augusteo. La chiesa di Santa Maria Maggiore contiene i famosi affreschi del Pinturicchio.

Terni
Foligno è uno dei pochi centri storici dell'Umbria edificato in pianura, è attualmente una fiorente città situata tra Spello, Bevagna e Trevi. Tra i luoghi di maggior interesse citiamo il Duomo, il Palazzo Comunale, il Palazzo Orfini ed il Palazzo Trinci, che ospita la pinacoteca in cui sono conservate le opere di Niccolò Alunno.

Todi
Città situata su un’altura che domina la valle del Parco fluviale del Tevere. Todi è circondata da mura etrusche e romane, ha come centro Piazza del Popolo dove s'affacciano i più significativi edifici pubblici con la Pinacoteca, il Museo etrusco-romano e la Biblioteca civica.

Città di Castello
Città di Castello si trova nella parte nord dell’Umbria, su di un’altura dell’alta valle del Tevere. Nella Pinacoteca comunale troviamo delle opere d’artisti come Luca Signorelli e Raffaello, mentre la Galleria Burri conserva moltissime opere di questo artista tifernate.

Panicale
La città-castello di Panicale guarda da un lato sul Lago Trasimeno e dall'altro sull'ampia valle del Nestore.
E' di forma circolare e ha un fitto tessuto edilizio. Tre piazze disposte in asse, una sopra l'altra, propongono al visitatore i punti di riferimento essenziali di un itinerario dentro la storia che ha il suo culmine nell'ariosità del cielo.
Il luogo, del resto, è stato sacro al dio Pan e vi hanno abitato gli etruschi. Non si contano i danneggiamenti che, nei secoli, ha dovuto subire a causa della sua importanza strategica.
Della più antica struttura, il borgo conserva la cinta muraria, le torri, i torrioni, la Porta Perugina e quella Fiorentina, la chiesa di S. Michele Arcangelo, il Palazzo Pretorio e quello del Podestà.
Da non perdere, nella chiesa di S. Sebastiano, il celebre affresco del Perugino raffigurante il Martirio del Santo. Fra i monumenti moderni, gioverà ricordare il Teatro Cesare Caporali. Vi sono nati il pittore Masolino e il capitano di ventura Boldrino, nonché il cinquecentesco poeta e scrittore Cesare Caporali.

Città della Pieve

 
Panicale
Città della Pieve è uno stupendo borgo umbro situato nella parte nord-ovest della regione Umbria a pochi chilometri dal confine con la Toscana. Città della Pieve domina il Lago Trasimeno e la stessa Valdichiana, luogo di transito delle più importanti vie di comunicazione. Evento principale: Festa della Palombella.
Pietro Vannucci detto “Il Perugino” si è ispirato nei suoi celebri paesaggi alle visuali che da Città della Pieve vanno verso il Trasimeno e la Valdichiana.
Pietro Vannucci detto “Il Perugino” si è ispirato nei suoi celebri paesaggi alle visuali che da Città della Pieve vanno verso il Trasimeno e la Valdichiana.
Per godere di queste visuali si dovrà percorrere l’itinerario che da Città della Pieve va verso Paciano, Panicale, Castiglione del Lago, segnato dalle opere del Maestro e della sua Scuola. Itinerario particolarmente sentimentale per l’essere immerso in quel paesaggio di dolci colline con in vista il lago Trasimeno.
A Città della Pieve, tra le opere del Maestro, meritano particolare attenzione ” L’Adorazione dei Magi ” dell’Oratorio di Santa Maria dei Bianchi e “La Deposizione dalla Croce” di Santa Maria dei Servi. L’”Adorazione dei Magi“, dipinta nel 1504, è rappresentata come una favola di sapore cavalleresco delle corti del Rinascimento che si snoda nell’ampio paesaggio della Valdichina e del Trasimeno in un sereno giorno d’aprile. La primavera, momento in cui la natura rinasce, è infatti simbolica della stessa nascita di Cristo. L’affresco propone una rivisitazione del Perugino al suo ritorno quasi definitivo in Umbria da Firenze.

Passignano sul Trasimeno




The Adoration of the Magi (1504), Oratory of Santa Maria dei Bianchi
Passignano sul Trasimeno sorge sulle rive settentrionali del lago Trasimeno. Questa cittadina di origini medioevali è caratterizzata ogni anno da una festa che ha il nome di palio delle barche e che si corre verso la fine di luglio. Trasimeno Blues è la l'evento musicale di maggior importanza.

Castiglione del Lago
Castiglione del Lago sorge sulle rive a nord del lago Trasimeno ed è il principale centro del comprensorio. E’ edificata su un promontorio calcareo che era un tempo la quarta isola del lago. Da qui è possibile raggiungere con i traghetti le l'isola Maggiore e l'Isola Polvese.

Paciano

 
Castiglione del Lago
Paciano, il più piccolo comune dell'Umbria con i suoi 923 abitanti e gli appena 16 Kmq. di superficie, è situato sul fianco del monte Petrarvella a 392 mt. sul livello del mare. La favorevole posizione panoramica in cui si trova (tra l'Umbria e la Toscana, a pochi chilometri dal lago Trasimeno, non distante dal Lago di Chiusi, dal Lago di Montepulciano, dalla Valdichiana) e la vicinanza ai monti Cetona e Amiata fanno di Paciano una vera oasi di pace e tranquillità.

Paciano è stato fondato intorno al XIV secolo, su uno sperone del Monte Petrarvella. Le sue origini sono ancora oggi ben testimoniate dalla cinta di mura con torri e porte di accesso e dalla Torre di Orlando: rudere di un borgo pi antico a poca distanza dal paese.

Il centro storico è animato da imponenti opere architettoniche: la Rocca Buitoni, Palazzo Cennini e Palazzo Baldeschi; quest'ultimo, ristrutturato nel XVII secolo, conserva tuttora un ampio scalone disegnato dal Vignola. Le mura sono abbellite dalle tre porte castellane: Porta Fiorentina, Porta Perugina, e Porta Rastrella.
La chiesa di San Carlo, caratterizzata da un elegante portale seicentesco ospita fra i dipinti di pittori locali anche quelli di Francesco di Castel della Pieve, ritenuto il maestro del Perugino. Altre opere di buon interesse artistico sono conservate nella chiesa di San Giuseppe: "Madonna della Misericordia" della bottega del Bonfigli, nella sede della Confraternita del Sacramento: "Madonna e Santi" e nella chiesa di SS. Rocco e Sebastiano: "Madonna e San Sebastiano.

 


Paciano

Spoleto

 
Spoleto, è un’importante città dell'Umbria situata nella parte meridionale della regione. Fu importante centro umbro ed ebbe un grande sviluppo soprattutto in epoca romana. Tra i principali luoghi d’interesse citiamo il Duomo, la Casa Romana, il Teatro Romano, il Ponte delle Torri e la Rocca Albornoz.

Il Duomo di Spoleto, il maggiore monumento cittadino eretto in forme romaniche nel XII secolo, ha subito interventi successivi con l'aggiunta di un portico di stile rinascimentale fra il 1491 e il 1504 e il rifacimento degli interni nel '600.
Nell'alto della facciata a capanna, ornata di rosoni e arcate ogivali cieche, fra i simboli dei quattro evangelisti spicca il grande mosaico bizantineggiante del 1207 il quale raffigura Cristo tra la Vergine Maria e S.Giovanni. L'interno, a tre navate su pilastri, ospita fra le tante opere di grande pregio artistico, nella prima cappella di destra un affresco con Madonna e Santi del Pinturicchio, sopra il portale mediano il busto in bronzo di Urbano VIII del Bernini, e nel transetto destro la tomba del pittore Filippo Lippi. Proprio quest' ultimo aveva realizzato nel Duomo e precisamente nell' abside un importante ciclo di affreschi: Presepio, Annunciazione, Transito di Maria e Incoronazione.

 
Spoleto, Duomo
Spoleto, Duomo