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E N G
Benozzo Gozzoli, Storie della vita di San Francesco, Chiesa di San Fortunato in Montefalco (1450-52)

Travel guide for Tuscany
       
   

Benozzo Gozzoli | Storie della vita di San Francesco nel
Convento di San Fortunato in Montefalco (1450-52)

   
   

Il Museo Comunale di S. Francesco a Montefalco conserva il ciclo di affreschi di Benozzo Gozzoli con le storie della vita di S. Francesco: un'opera significativa non solo per il suo indiscusso valore artistico ma anche perché è fondamentale per comprendere il riferimento iconografico del Sagrantino di Montefalco.

La cappella maggiore della chiesa francescana di Montefalco fu costruita tra il 1336 e il 1340 e decorata da Benozzo Gozzoli tra il 1450 e il 1452. Il ciclo di affreschi raffigura i più importanti episodi della vita di san Francesco - fondatore del rinomato ordine -, secondo un programma elaborato forse dallo stesso committente, fra’ Jacopo di Mattiolo.[1]

Con questo ciclo si poneva l'accento sulla vita di Francesco, in particolare sulle analogie tra il suo modo di vivere e quello di Gesù Cristo. Allo scopo di renderle più comprensibili per i contemporanei, Benozzo attualizzò queste antiche storie ambientandole in un contesto ‘moderno’, fatto di architetture e di paesaggi caratteristici della sua epoca. Un espediente questo che il pittore utilizzerà nella sua intera produzione, come ad esempio nella cappella dei Magi a Firenze, nella chiesa di Sant’Agostino a San Gimignano e nel tabernacolo di Castelfiorentino.
La vicinanza della città di Montefalco ad Assisi, dove si trova l’edificio francescano per antonomasia, non impedì a questo ciclo di differenziarsi sensibilmente, rispetto all’impostazione e agli episodi rappresentati, dalle Storie di san Francesco affrescate da Giotto nella Basilica superiore, alle quali tradizionalmente gli artisti tendevano riferirsi.
Nella basilica di San Francesco ad Assisi Giotto dispose le ventotto scene occupando una sola parete e su di un solo registro. Benozzo raffigurò le storie su tre livelli cercando di adattare le pitture alla preesistente struttura dell’abside (alta e stretta), rappresentando spesso più eventi all’interno di uno stesso riquadro. L’altra caratteristica del ciclo di Montefalco, che riguarda invece il tema iconografico, è l’esclusione dei miracoli avvenuti dopo la morte del Santo, contrariamente ad Assisi dove invece assumono una maggiore importanza rispetto ai prodigi compiuti in vita.

Le storie si sviluppano sulle pareti divise da sei pilastrini che proseguono sui costoloni della volta. I dodici riquadri (per un totale di 19 episodi) disposti su tre registri hanno un ordine di lettura che procede da sinistra verso destra e dal basso verso l'alto. Il ciclo si conclude sulla volta con la rappresentazione di Francesco e di cinque santi appartenenti all’Ordine in gloria tra gli angeli; sull'intradosso compare nuovamente il Santo, effigiato nell'atto di mostrare le stimmate e circondato dai suoi primi dodici compagni.
Gli episodi raccontati non rispettano, volutamente, una sequenza cronologica; tale modalità descrittiva era stata ufficialmente autorizzata da san Bonaventura (biografo ufficiale di Francesco) per favorire un approccio tematico alla vicenda terrena del poverello.

Scena 1
La prima scena mostra tre eventi della vita di Francesco: a sinistra la Nascita, al centro la Profezia del pellegrino e sulla destra l’Omaggio dell’uomo semplice.

Scena 2
Nella seconda immagine sono illustrati due momenti della giovinezza del Santo. A destra Francesco è raffigurato nell’atto di donare il proprio mantello ad un cavaliere nobile, ma povero; al centro compare il Sogno del palazzo.

Scena 3
L’episodio raffigurato è la Rinuncia degli averi, ovvero il momento in cui Francesco decide di restituire al padre i propri beni.

Scena 4
L’ultima scena sulla fascia inferiore mostra l’Incontro di san Francesco e san Domenico, episodio tratto dalla vita di Domenico e narrato nella Legenda aurea.

Scena 5
La sequenza del racconto prosegue sulla parete di sinistra nel secondo registro, ovvero immediatamente sopra la Nascita. In questo stesso riquadro sono raffigurati due episodi: il Sogno di Innocenzo III e l’Approvazione della regola.

Scena 6
In questa scena è rappresentata la cacciata dei Diavoli da Arezzo.

Scena 7
Gli episodi seguenti, la Predica agli uccelli e la Benedizione di Montefalco, sono ambientati in un paesaggio reale raffigurato con minuzia di dettagli.

Scena 8
In questa raffigurazione è visibile l’interno di una tipica casa rinascimentale, con il soffitto a cassettoni ed il pavimento rivestito di piastrelle. Il corridoio, delimitato da pilastri, divide lo spazio in due piani: a sinistra, dove sono presenti molte lacune, è raccontato il pranzo di Francesco con il conte Celano. L ’episodio della Stimmatizzazione del Santo che occupa due lunette.

Scena 9
Nel Natale del 1223 Francesco realizzò a Greccio, con l'aiuto della popolazione locale, un presepe vivente con la volontà di ricreare la mistica atmosfera del Natale di Betlemme. Tutto fu approntato e, con l'autorizzazione di Papa Onorio III, in quella notte si realizzò il primo presepio vivente al mondo.

Scena 10
In questa lunetta Benozzo racconta uno dei miracoli compiuti in vita da Francesco.

Scena 11
La scena affrescata sulla parte di lunetta sopra la finestra è collegata all’affresco dipinto nella parete di destra. Dal Crocifisso, sorretto dai serafini, partono i raggi che colpiscono Francesco inginocchiato con le mani sollevate.

Scena 12
Questo è l’ultimo episodio del ciclo, la Morte e l’Assunzione in cielo di Francesco.

Ogni riquadro o veletta ha, dipinta nella base, una iscrizione esplicativa di quanto raffigurato.

 
   
   


Storie della vita di San Francesco nel Convento di San Fortunato in Montefalco (1450-52)

1 La Nascita di san Francesco, la Profezia del pellegrino e l'Omaggio dell’uomo semplice


Benozzo Gozzoli, Storie della vita di San Francesco, La Nascita di san Francesco, la Profezia del pellegrino e l'Omaggio dell’uomo semplice, Chiesa di San Fortunato in Montefalco (Scena 1), affresco, 304 x 220 cm

La prima scena mostra tre eventi della vita di Francesco: a sinistra la Nascita, al centro la Profezia del pellegrino e sulla destra l’Omaggio dell’uomo semplice. L’episodio della nascita è ambientato all’interno di una semplice abitazione. Francesco è appena nato ed è circondato da alcuni astanti e da un bue ed un asino, questi ultimi presenti anche per l’avvento di Gesù Bambino.
All’esterno dello stesso edificio, Benozzo ha immaginato due diversi eventi, uno precedente e l’altro successivo al suddetto episodio: la madre accoglie sulle scale di casa un pellegrino che le annuncia la nascita di Francesco. Questo personaggio, riconoscibile dall’aureola, rappresenta Cristo, come l’Arcangelo aveva annunciato a Maria la sua concezione. A destra, lungo la strada, compare il giovane Francesco accompagnato da un bambino e in primo piano un mendicante in ginocchio che gli porge il proprio mantello.
L’episodio della nascita del Santo è abbastanza curioso: non era infatti tradizione raffigurare questo momento - assente anche nel famoso ciclo di Assisi eseguito da Giotto – in quanto il brano non era menzionato dalle biografie ufficiali.
Il Sogno del palazzo, chiesa di San Francesco, Montefalco.

QUALITER B. F. FUIT DENU(N)TIATUS A XRO I(N) FORMA PEREGRINI QUOD DEBEBAT NASCI SICUT IPS(E) IN STAB(U)LO QUALIT(ER) QUIDA(M) FATUU(S) P(RO)STE(R)NEBAT B. F. VESTIME(N)TU(M) IN VIA
"Come (la nascita) di San Francesco fu annunciata da Cristo Re in forma di pellegrino e , come Cristo stesso, nato in una stalla. E come un uomo semplice gli porge i suoi abiti lungo la via dove San Francesco stava camminando "

2 Il Sogno del palazzo


   
Benozzo Gozzoli, Storie della vita di San Francesco, Il Sogno del palazzo, Chiesa di San Fortunato in Montefalco, (Scena 2), affresco, 304 x 220 cm


Nella seconda immagine sono illustrati due momenti della giovinezza del Santo. A destra Francesco è raffigurato nell’atto di donare il proprio mantello ad un cavaliere nobile, ma povero; al centro compare il Sogno del palazzo: in sogno Francesco vede un palazzo splendido e grande con le armi guerresche fregiate del segno della croce e, domandando di chi siano, gli viene risposto da una voce celeste che saranno sue e dei suoi discepoli.
Nelle perduta vetrata proseguiva il racconto (testimoniato dall’iscrizione ancora presente) con la Visione di San Damiano, secondo cui il Santo, in preghiera di fronte al Crocifisso, aveva udito per ben tre volte la voce di Dio che gli ripeteva "Va, o Francesco. Ripara la mia casa che cade in rovina".

QUAL(ITER) B. F. DEDIT VESTIMENTUM SUU(M) CUIDA(M) PAU(PER)I MILITI NOCTE VERO SEQUE(N)TI OSTE(N)DIT SIBI XPS MAGNU(M) PALATIU(M) ARMIS MILITARIBUS CUM CRUCIBUS INSIGNITIUM
"Come san Francesco donò i suoi abiti ad un povero soldato e come Cristo, durante la notte seguente, gli mostrò un grande castello decorato con stemmi, ari croci"

3 La Rinuncia degli averi


   
Benozzo Gozzoli, Storie della vita di San Francesco, La Rinuncia degli averi, Chiesa di San Fortunato in Montefalco, (Scena 3), affresco, 304 x 220 cm


L’episodio raffigurato è la Rinuncia degli averi, ovvero il momento in cui Francesco decide di restituire al padre i propri beni. La storia è stata impaginata entro complesse architetture, con una particolare attenzione al gioco spaziale e ai misurati effetti di luce. Il punto focale della scena, di grande carica drammatica, è il padre di Francesco. Egli interviene, con un volto straordinariamente espressivo, mentre Francesco si priva delle proprie vesti in segno di rinuncia ad ogni futile proprietà. Il vescovo di Assisi, Guido II, copre le nudità del giovane con il proprio piviale, riccamente decorato da Benozzo.

QUALITER B. F. CORA(M) EPISCOPO ASISII REN(UNTIA)VIT PATRI HEREDITATEM PATERNAM ET O(M)NIA VESTIMENTA ET FEMORALIA PATRI REIECIT
"Come San Francesco rinuncia all'eredità di suo padre davanti al vescovo di Assisi consegnando i suoi indumenti al padre"


4 L’Incontro di san Francesco e san Domenico


   
Benozzo Gozzoli, Storie della vita di San Francesco, L’Incontro di san Francesco e san Domenico,
Chiesa di San Fortunato in Montefalco (Scena 4), affresco, 304 x 220 cm


L’ultima scena sulla fascia inferiore mostra l’Incontro di san Francesco e san Domenico, episodio tratto dalla vita di Domenico e narrato nella Legenda aurea. Cristo sta per scagliare le tre lance (simboli di lussuria, avidità e orgoglio) contro il mondo pieno di vizi. Maria intercede contro quest’ira mostrando l’incontro tra i due Santi, fondatori di due importanti ordini di mendicanti. Questo fatto, secondo la leggenda, avvenne a Roma nel 1215 davanti alla casa del Signore. La sacra città è indicata da Benozzo in maniera evocativa con l’obelisco dipinto a sinistra della chiesa.

QUANDO BEATA VIRGO OSTE(N)DIT XPO BEATU(M) FRANCISCU(M) ET BEATU(M) DOMINICU(M) PRO REPARATIONE MUNDI
"Come la beata Vergine ha San Francesco e San Domenico fuori di Cristo, per il rinnovamento del mondo "

5 Il Sogno di Innocenzo III e l’Approvazione della regola


   
Benozzo Gozzoli, Storie della vita di San Francesco, Il Sogno di Innocenzo III e l’Approvazione della regola,
Chiesa di San Fortunato in Montefalco, (Scena 5) affresco, 304 x 220 cm


La sequenza del racconto prosegue sulla parete di sinistra nel secondo registro, ovvero immediatamente sopra la Nascita. In questo stesso riquadro sono raffigurati due episodi: il Sogno di Innocenzo III e l’Approvazione della regola. Il primo episodio illustra papa Innocenzo III che ha la visione della Basilica Lateranense in atto di crollare e del povero Francesco che si affanna per sostenerla. Questa ‘premonizione’ è la conseguenza del racconto narrato a destra, la bella scena con papa Onorio III (successore di Innocenzo) che nel 1223 con la bolla Solet annuere approvò la Regola dei Frati Francescani. Spesso si tende a confondere quest’evento attribuendolo a Innocenzo III, il quale non approvò ufficialmente la Regola ma dette il suo assenso alla ‘sperimentazione’.

REGULA ET VITA MINORUM FRATRUM H(A)EC E(ST): D(OMI)NI NOSTRI IHESU XRI SANCTUM EVA(N)G(E)L(IUM) (OBSERVARE)
"E' regola e vita dei Frati Minori osservare il Vangelo di Gesù Cristo nostro Signore".


6 La Cacciata dei Diavoli da Arezzo


   
Benozzo Gozzoli, Storie della vita di San Francesco, Chiesa di San Fortunato in Montefalco (1450-52), (Scena 6), affresco, 304 x 220 cm


In questa scena è rappresentata la cacciata dei Diavoli da Arezzo. La città rappresentata non è identificabile solo dalla scritta riprodotta sulle mura ma anche dalla veduta reale degli edifici che Benozzo rappresentò così come sorgevano al suo tempo nel comune per aiutare visivamente lo spettatore a riconoscere il luogo.

QUANDO BS.F. EXPULIT DEMO(N)ES DE CIVITATE ARETII DIVINA POTENTIA ET PACIFICAVIT TOTU(M) POPULU(M)
"Come santo Francesco, usando il potere divino, caccia i demoni dalla città di Arezzo per portare la pace a tutta la popolazione"



7 Predica agli uccelli e la Benedizione di Montefalco


   
Benozzo Gozzoli, Storie della vita di San Francesco, La Predica agli uccelli e la Benedizione di Montefalco, affresco, 304 x 220 cm, Chiesa di San Fortunato in Montefalco


Gli episodi seguenti, la Predica agli uccelli e la Benedizione di Montefalco, sono ambientati in un paesaggio reale raffigurato con minuzia di dettagli. A sinistra, ai piedi della montagna, è descritta Assisi con il suo castello e la possente chiesa conventuale di San Francesco, costruita solo dopo la morte del Santo. Francesco parla agli uccelli (qui rappresentati da tredici diverse specie) mentre con la mano indica il cielo facendo intendere che è ispirato in questo gesto da Dio Padre. Sulla destra del riquadro è rappresentata Montefalco, cinta dalle mura, che fa da sfondo al gruppo in primo piano. Francesco, accompagnato dal suo discepolo, benedice quattro uomini in preghiera tra i quali si riconoscono il francescano Jacopo, committente dell’opera, e presumibilmente due membri della famiglia Calvi, che nel XV secolo si distinsero per varie donazioni alla chiesa di San Francesco a Montefalco. L’episodio di questa benedizione si riferisce ad una tradizione locale e non è citato in nessuna leggenda della vita francescana.

QUANDO B. F. PR(A)EDICAVIT AUIBUS APUD MEUANEUM DEMU(M) BENEDIXIT MO(N)TEM FALONE(M) ET P(O)PULU(M)
"Come San Francesco predicò agli uccelli e benedisse Montefalco ed i suoi abitanti".



8 Francesco con il conte Celano


   
Benozzo Gozzoli, Storie della vita di San Francesco, Francesco con il conte Celano (Scena 8) affresco, 304 x 220 cm, Chiesa di San Fortunato, Montefalco


In questa raffigurazione è visibile l’interno di una tipica casa rinascimentale, con il soffitto a cassettoni ed il pavimento rivestito di piastrelle. Il corridoio, delimitato da pilastri, divide lo spazio in due piani: a sinistra, dove sono presenti molte lacune, è raccontato il pranzo di Francesco con il conte Celano. La leggenda narra che durante quest’incontro il Santo predisse la morte al nobile uomo. A destra la narrazione continua in ordine cronologico: il conte dopo l’annuncio ricevuto da Francesco decide di espiare i propri peccati. Segue, sul fondo, la sua improvvisa morte.
Il ciclo prosegue sul terzo registro, dove le scene sono inserite nelle cinque lunette delle singole pareti (compresa quella centrale occupata dal finestrone). In questa parte superiore Benozzo riproduce per ogni riquadro un solo avvenimento, con una importante eccezione: l’episodio della Stimmatizzazione del Santo che occupa due lunette. In questo modo il pittore ha sicuramente voluto sottolineare l’importanza di Francesco, l’unico a ricevere, per analogia con Gesù, le stimmate.

QUANDO BS. F. FUIT INVITATUS AD PRANDIUM A COMITE DE CELANO ET TU(N)C B. F. PR(A)EDIXIT SUAM MORTEM
"Come San Francesco è stato invitato a un pranzo dal cavaliere di Celano, e profetizza la sua morte "



9 Il presepe di Greccio

Benozzo Gozzoli, Storie della vita di San Francesco, Il presepe di Greccio, chiesa di San Francesco, Montefalco, 1452, affresco, 304 x 220 cm


Nel Natale del 1223 Francesco realizzò a Greccio, con l'aiuto della popolazione locale, un presepe vivente con la volontà di ricreare la mistica atmosfera del Natale di Betlemme. Tutto fu approntato e, con l'autorizzazione di Papa Onorio III, in quella notte si realizzò il primo presepio vivente al mondo.
Questo episodio è narrato da Benozzo all’interno di una chiesa un po’ particolare, caratterizzata da due stili architettonici tipici di epoche differenti: da una parte le finestre traforate e gli archi a sesto acuto, che ricordano le antiche chiese gotiche, dall’altra le paraste scanalate, le trabeazioni in marmo e le finestre circolari, elementi di tradizione rinascimentale, ripresi da forme classiche.

QUANDO BS. F. FECIT REPRESENTATIONEM NATIVITATIS ET AP(P)ARVIT SIBI CHRISTUS IN BRACHIIS
"Come San Francesco fece la rappresentazione del Natale e Gesù Bambino apparve tra le sue braccia"


10 La conversione del Sultano Melek-el-Kamel

Benozzo Gozzoli, Storie della vita di San Francesco, La conversione del Sultano Melek-el-Kamel, (1450-52) (Scena 10), affresco, 304 x 220 cm, Chiesa di San Fortunato in Montefalco

Solo nel 1209 Papa Innocenzo III approva la Regola dell'Ordine ed autorizza San Francesco a predicare tra le genti, così Francesco inizia a girare per il mondo arrivando fino a Dalmiata d'Egitto (1219-20 erano i tempi delle crociate) dal sultano Melek El Kamel, predicando la pace e i sani ideali del Vangelo.
In questa lunetta Benozzo racconta uno dei miracoli compiuti in vita da Francesco. Egli mentre si trovava in Egitto, alla corte del Sultano Melek-el-Kamel, riuscì non solo a convertire il principe orientale, ma anche ad evangelizzare la donna che gli si era avvicinata per sedurlo. Con gioia e semplicità, Francesco si gettò nel fuoco invitandola ad unirsi a lui, una prova questa per dimostrare la forza protettrice di Dio.

Q(UA)NDO SOLDANUS MISITUNA(M) PUELLA(M) AD TE(N)TA(N)DUM B. F. ET IP(S)E I(N)TRAVIT I(N)IGNE(M) ET OMNES EXTUPUERUNT
"Come il sultano mandò una donna per tentare San Francesco e come egli camminò nel fuoco meravigliando tutti”


11 Stimmatizzazione del Santo


Benozzo Gozzoli, Storie della vita di San Francesco, Stimmatizzazione del Santo, (Scena 11) affresco, 304 x 220 cm, Chiesa di San Fortunato, Montefalco


La scena affrescata sulla parte di lunetta sopra la finestra è collegata all’affresco dipinto nella parete di destra. Dal Crocifisso, sorretto dai serafini, partono i raggi che colpiscono Francesco inginocchiato con le mani sollevate. Sono le cinque piaghe di Cristo che Francesco ricevette il 14 settembre (festa della Croce) del 1224 presso La Verna. Un miracolo mai accaduto prima di allora, che suggellava l’unione di Francesco con Cristo.

QUANDO BEATUS FRA(N)CISCUS IN MO(NTE) ALVERNE RECEPIT STIGMATA YHV XRI
"Come San Francesco ricevette le ferite di Gesù Cristo sul monte La Verna."

12 La Morte e l’Assunzione in cielo di Francesco

La Morte e l’Assunzione in cielo di Francesco (Scena 12), 1452, affresco, 304 x 220 cm, chiesa di San Francesco, Montefalco


Questo è l’ultimo episodio del ciclo, la Morte e l’Assunzione in cielo di Francesco. In primo piano sono celebrate le esequie del Santo, raffigurato disteso sul catafalco. Le sue piaghe sono mostrate ai fedeli mentre dietro di lui i suoi discepoli gli offrono, cantando, l’estremo saluto. In alto, due angeli portano l’anima di Francesco, circondata da un nimbo di luce, verso il Cielo.

QUANDO BEATUS FRANCISCUS MIGRAVIT EX HAC VITA AD DOMINUM
"Come San Francesco passò dalla sua vita al Signore"

     

Francesco e cinque santi appartenenti all’Ordine in gloria tra gli angeli
Volta della cappella del Coro

Benozzo Gozzoli, Storie della vita di San Francesco, Francesco e cinque santi appartenenti all’Ordine in gloria tra gli angeli, volta della cappella del Coro, chiesa di San Francesco, Montefalco, affresco, 304 x 220 cm


Nella volta ad ombrello della cappella absidale, S. Francesco è in trono con angeli ai lati con i nomidel committente, il Frate Minore Frà Jacopo da Montefalco, il nome dell'artista, Benotius Florentinus, e la data di completamento, 1452. Circondato dai più importanti santi dell'ordine francescano inseriti nei cinque pennacchi, stagliati contro un cielo pieno di stelle.
 
   
   

[1] Benozzo Gozzoli di Lese (un fiorentino nato a Firenze nel 1420 o nel 1424), fu prima discepolo, poi collaboratore attivo di Beato Angelico, con il quale ha lavorato prima a Roma e poi ad Orvieto. In seguito Gozzoli si spostò a Montefalco, in Umbria, dove iniziò la sua attività di pittore indipendente da Beato Angelico, pur conservandone numerosi tratti somiglianti. Artisticamente più maturo, si è spostato ancora una volta a Perugia poi nella natale Firenze, capitale dell’arte rinascimentale.
Benozzo Gozzoli svolse la sua attività in Umbria per cinque anni dall’estate del 1447 fino agli ultimi mesi del 1452. Questo periodo corrisponde alla sua prima maturità artistica. Quando arriva in Umbria ha 27 anni ed è l’artista "messosi in proprio". E il periodo umbro è importante per l’attività artistica di Benozzo. Dalla bottega dell'Angelico, a pittore autonomo e tra l’altro responsabile di un'equipe. Sappiamo però che incerti sono gli esordi della formazione professionale di Benozzo di Lese (1420-1497) più noto con l'appellativo di Benozzo Gozzoli, datogli dal Vasari nella seconda edizione delle Vite (1568). Dai documenti risulta che il nonno era un cardatore di lana e il padre un sarto. Poi, Benozzo cresce dal punto di vista professionale in un'epoca fondamentale per lo sviluppo dell'arte e della storia fiorentina. Tra il 1430 e il 1440 lavoravano a Firenze i pittori Fra' Angelico, Filippo Lippi, Paolo Uccello, Domenico Veneziano e Piero della Francesca.
Durante la permanenza in Umbria, il Gozzoli lavora ad Orvieto per la Cattedrale, a Narni per i Domenicani e per la Famiglia Guidalotti. Ma la prima grande realizzazione sono gli affreschi della vita di san Francesco nella chiesa omonima di Montefalco (1452). Il ruolo del pittore fiorentino per la pittura umbra del Quattrocento è di grande importanza in quanto esempio di capacità narrativa e organizzativa.
Dopo la partenza dall’Umbria, alla fine del 1452, la fama di Benozzo Gozzoli durò tanto a lungo che i Francescani osservanti del convento di santa Maria dell’Oro presso Terni (oggi nella Pinacoteca di Terni) nel 1466 gli commissionano una tavola raffigurante il "Matrimonio Mistico di santa Caterina".

[2] La fonte primaria individuata dalla critica è il De Conformitate Vitae B. Francisci ad vitam D.ni Jesu, un testo composto tra il 1385 e il 1390 dal colto fra’ Bartolomeo da Pisa.

 

Autoritratto nella Cappella dei Magi, firenze


Arte in Toscana | Benozzo Gozzoli

Art in Tuscany | Giorgio Vasari | Lives of the Most Excellent Painters, Sculptors, and Architects | Benozzo Gozzoli


BEGO
Situato in Via Testaferrata, a pochi passi dalla stazione ferroviaria e dal centro storico di Castelfiorentino, BEGO è il museo dedicato a Benozzo Gozzoli, e raccoglie gli affreschi e le sinopie di due monumentali tabernacoli affrescati dal Benozzo Gozzoli nel territorio di Castelfiorentino: il Tabernacolo della Madonna della Tosse, affrescato nel 1484 e il Tabernacolo della Visitazione affrescato nel 1491.

Una scheda di catalogo | www.polomuseale.firenze.it

Museo civico di San Francesco | Via Ringhiera Umbra | www.benozzogozzoli.it | tel. 0742 379598
Orari Museo di San Francesco
Montefalco / COMPLESSO MUSEALE DI SAN FRANCESCO
Il complesso è costituito dalla chiesa di San Francesco (XIV sec.), dalla Pinacoteca, dal Museo Lapidario, dalle Cantine dei Frati e dagli spazi espositivi per mostre temporanee. La chiesa conserva numerosi affreschi, interessante spaccato della cultura figurativa umbra tra XIV e XVI secolo; di particolare rilievo il ciclo absidale con Storie della vita di San Francesco di Benozzo Gozzoli (1452) e una Natività del Perugino (1503). In Pinacoteca vi sono opere di Niccolò di Liberatore, di Antoniazzo Romano e del pittore montefalchese Francesco Melanzio. Il suggestivo Lapidario presenta, fra i diversi pezzi, una grande statua romana di Ercole. L’ampliamento degli spazi espositivi, inaugurati il 13 aprile 2006, rappresenta un notevole e importante traguardo e rende il Complesso Museale di San Francesco il primo museo storico della Regione Umbria ad avere al suo interno spazi dedicati anche a mostre di arte contemporanea. Le antiche Cantine sono state allestite con materiali del XVIII e XIX secolo legati alla lavorazione delle uve e alla produzione vinicola, messi a disposizione dall’ Associazione “Studio e Ricerca delle Tradizioni Popolari Umbre Marco Gambacurta”. Il 12 ottobre 2008 è stata inaugurata una nuova ala che ospita il nuovo ingresso, un ampio e fornito bookshop, aule per le attività didattiche e un caffè letterario.

ORARI:

marzo-maggio/settembre-ottobre
10.30-13.00 / 14.00-18.00
tutti i giorni
giugno-luglio
10.30-13.00 / 15.00-19.00
tutti i giorni
agosto
10.30-13.00 / 15.00-19.30
tutti i giorni
novembre-febbraio
10.30-13.00 / 14.30-17.00
chiuso il lunedì

chiuso il 25/12 e 01/01





Nella zona magica della Maremma Toscana, cullato tra le dolci colline della Valle d'Ombrone si trova questa casa vacanze. Santa Pia si trova in posizione tranquilla, a pochissima distanza dal centro di Montalcino, bellissima cittadina di origine medievale in provincia di Siena, e a solo un ora dal mare e dal Parco Regionale della Maremma.
Altre località turistiche nelle vicinanze sono l'Abbadia Sant'Antimo, Pienza, San Quirica d'Orcia, Villa la Foce, Abbaddia San Salvatore, Terme di Saturnia, Sovana, Pitigliano (nel regno del tufo e delle tombe etrusche), Massa Marittima (antica città d'arte), Roselle e gli scavi etruschi.
Santa Pia è un'angolo di paradiso tra il verde e la storia.


Il meglio della Maremma | Case Vacanze | Podere Santa Pia



     
Pienza

Podere Santa Pia
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Century-old olive trees, between Podere Santa Pia and Cinigiano
         
Vini in Toscana
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Maremma Toscana



Tramonto in Maremma

Bellissima la posizione collinare con vista aperta sulla valle sottostante, le colline circostanti e gli antichi borghi, fino al mar Tirreno e Montecristo

 

Montefalco

   
Per la sua incantevole posizione geografica, sul vertice di un ameno colle (473 mt.), che si erge al centro delle valli del Clitunno, del Topino e del Tevere, la città è stata definita ''Ringhiera dell'Umbria''.


   

Nella chiesa di San Francesco, costruita nel Trecento, si possono ammirare l'importante ciclo di affreschi del Benozzo Gozzoli, raffiguranti episodi della vita del santo. È inoltre esposta una Natività del Perugino. Anche la cripta è visitabile e custodisce sculture e reperti archeologici.
La chiesa di Santa Chiara da Montefalco, nella quale si conserva il corpo della santa. La chiesa di Sant'Agostino, lungo il corso principale, dove si trovano, tra gli altri, affreschi di Ambrogio Lorenzetti; vi sono inoltre conservati i corpi delle Beate Chiarine e del Beato Pellegrino.
Chiesa e convento di San Fortunato da Montefalco, che conserva opere di Benozzo Gozzoli e Tiberio d'Assisi.

La maggior gloria di Montefalco è la monumentale Chiesa di San Francesco, ora Pinacoteca Comunale.
La chiesa di San Francesco fu costruita tra il 1335 e il 1338 dai frati Minori e corrisponde al terzo insediamento francescano nell'ambito montefalchese, ma il primo entro le mura. Officiata dai frati fino al 1863, la chiesa in quell'anno passò in proprietà al comune di Montefalco e dal 1895 divenne sede del Museo Civico. Nel 1990 il ripristino di locali (ex conventuali) adiacenti alla ex-chiesa ha permesso la realizzazione di una struttura museale articolata in tre spazi espositivi: la ex-chiesa, cui si è tentato di restituire l'aspetto originario, la Pinacoteca, dove sono conservate tutte le opere mobili (tele, tavole, affreschi staccati provenienti da altre chiese e luoghi del territorio comunale), e infine la cripta, in cui sono raccolti i reperti archeologici ed altre sculture e frammenti di varie epoche.

La chiesa contiene affreschi che vanno dal XIV al XVI secolo.
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