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Montemerano


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Montemerano

   
   
Il paese di Montemerano si trova al centro di una campagna verdeggiante, caratteristica di questa zona collinare dell’entroterra maremmano. Montemerano è una frazione del comune di Manciano, situata a circa 10 km a nord-ovest del capoluogo, lungo la strada che conduce a Scansano, e a sud della località termale di Saturnia.

Tutto il centro storico merita un’attenta visita. Nel circuito delle Mura sono visibili alcuni Bastioni costruiti dai Senesi tra il 1407 e il 1409. La Via Italia che divide in due il centro, oltre ad essere l’arteria principale del paese è l’asse di scorrimento e di collegamento tra le due porte. A monte di Via Italia si estende l’agglomerato del Castello a cui si accede attraverso un grande arco in pietra.
L’odierno agglomerato si sviluppa in un pittoresco reticolo stradale formato da vicoli e da tre incomparabili piazzette: Piazza del Castello, Piazza del Forno e Piazza del Campanile.
Sul lato orientale di Piazza S. Giorgio sorge l’omonima Chiesa, l’edificio più interessante di Montemerano. Oltre ad essere un gioiello d’arte romanica è uno tra i monumenti più importanti dell’intera Maremma per le prestigiose opere d’arte che raccoglie.



Storia

Il caratteristico borgo medievale fu fatto edificare in epoca duecentesca dalla famiglia Aldobrandeschi sulla parte più alta della collina.

Nel Trecento il controllo del paese passò alla famiglia dei Baschi che lo portarono a sottomettersi ad Orvieto, ma durante il Quattrocento i Senesi si impossessarono di Montemerano e lo trasformarono facendolo diventare un'imponente fortezza.

Nella seconda metà del Cinquecento, con la definitiva caduta della Repubblica di Siena, il centro entrò a far parte del Granducato di Toscana, seguendone le sorti da quel momento in poi.



Monumenti e luoghi d'interesse

 

Montemerano

Il centro storico, situato su una collina circondata da ulivi secolari, in via di progressivo abbattimento per far posto a più redditizie villette a schiera, conserva le mura, le torri, la rocca e diversi edifici in pietra risalenti al periodo medievale e rinascimentale.

Le Mura di Montemerano, che racchiudono interamente il borgo, furono costruite in più fasi tra il periodo medievale e l'epoca rinascimentale. Includono la struttura fortificata del Cassero Senese.

La chiesa di San Giorgio, che si affaccia su "piazza della Chiesa", venne edificata in epoca tardomedievale e ampliata nella prima metà del Quattrocento con l'aggiunta dell'abside e del transetto.

Al suo interno sono conservate opere d'arte di epoca rinascimentale, tra i quali affreschi, tavole e arredi sacri. Fra tutte spicca la quattrocentesca Madonna in trono col Bambino e santi, un polittico di Sano di Pietro recentemente restaurato. La Madonna della Gattaiola è un dipinto quattrocentesco realizzato su una porta, così chiamata per la presenza di un evidente foro per consentire il passaggio dei gatti.

La Torre di San Lorenzo era originariamente adibita a campanile dell'omonima chiesa di origini medievali, successivamente dismessa e adibita a residenza privata. Attualmente si presenta, purtroppo, con la brutta intonacatura recentemente imposta dalla Sovrintendenza ai beni artistici e culturali di Siena e Grosseto.

Ma il vero gioiello di Montemerano è la spettacolare e scenografica Piazza del Castello, intatta nel suo assetto medievale e nelle case di pietra. La sua soglia è costituita da un arco che si apre al termine di una breve via in ripida salita.

La Chiesa di San Giorgio




La Chiesa di San Giorgio a Montemerano si trova nell'omonimo borgo medievale del comune di Manciano, affacciata su Piazza della Chiesa e affiancata sul lato sinistro dalle Mura di Montemerano.

Cenni storici

La Chiesa di San Giorgio fu costruita nel corso del Trecento ed ampliata in epoca rinascimentale con l'aggiunta del transetto e dell'abside (1430 circa).

Nel corso dei secoli successivi sono stati effettuati alcuni interventi sia all'interno che alla facciata. Una serie di restauri effettuati tra la fine del secolo scorso e l'inizio del nuovo millennio hanno permesso di riportare all'antico splendore l'edificio religioso, che attualmente appare ottimamente conservato.

La chiesa presenta una pianta a croce latina a navata unica, con abside, transetto e copertura a capanna.

Esterno

La facciata, in bozze di travertino, si caratterizza per il portale architravato su cui poggia un arco a sesto acuto, sopra il quale si apre, fuori asse, una finestra rettangolare; nel complesso, pur mantenendo le originarie strutture in pietra, è il frutto di rifacimenti successivi.
All'angolo sinistro della facciata, è addossata ad L una piccola torre incompiuta a sezione quadrangolare, con alcuni ornamenti sulle pareti, che sarebbe dovuta divenire, una volta terminata, il campanile della chiesa.
Sui lati esterni del transetto e dell'abside si aprono una serie di monofore risalenti all'epoca di costruzione.

Interno

L'interno della Chiesa di San Giorgio si presenta a navata unica, con 2 cappelle laterali e con l'abside coperto da una volta a crociera con archi a sesto acuto, che si differenziano da quelli a tutto sesto del transetto.

Opere d'arte

 

Chiesa di San GiorgioChiesa di San Giorgio

 

 

La Chiesa di San Giorgio custodisce al suo interno opere d'arte di inestimabile valore; sul lato destro del transetto è collocata una bacheca contenente una serie di preziosi oggetti ed arredi sacri.

Di fronte, è collocata all'interno di una vetrata la celebre Madonna della Gattaiola, un caratteristico dipinto realizzato da un artista chiamato Maestro di Montemerano attorno alla metà del Quattrocento. Non sono stati ancora chiariti i dubbi se il dipinto è stato realizzato direttamente su una porta chiaramente adibita al passaggio dei gatti, o se la tavola fu successivamente utilizzata con tali scopi, aggiungendovi in seguito il foro circolare in basso a destra. Una leggenda avvalora quest'ultima ipotesi, narrando un parroco avrebbe utilizzato la tavola trasformandola in porta e praticandovi il foro per permettere il passaggio dei gatti per eliminare i topi che stavano infestando gli ambienti sacri.

Tra le altre opere di rilievo, spiccano un polittico raffigurante la Madonna in trono col Bambino e santi (1458) di Sano di Pietro, una statua lignea di San Pietro (1445 circa) e un'Assunzione di Maria (1460 circa) realizzate entrambe dal Vecchietta, un tabernacolo ligneo quattrocentesco intagliato, dorato e decorato con le figure dell'Assunta e di alcuni angeli e santi.[1]

Gli affreschi che decorano le pareti interne e il soffitto della chiesa risalgono alla fine del Quattrocento e sono attribuibili al pittore senese Andrea di Nicolò; nel lato destro sono raffigurate le Storie di San Giorgio e il drago.

 

Sano di Pietro, Madonna in trono col Bambino e santi
La Madonna della Gattaiola è un dipinto risalente alla metà del XV secolo. L'opera è attribuita ad un artista locale anonimo, tradizionalmente noto come Maestro di Montemerano.
L'opera di stile tardo gotico, con influssi rinascimentali supeficiali, è attualmente custodita all'interno di una teca in vetro con cornici dorate ed è così denominata per la presenza di un foro circolare nella parte inferiore destra che permetteva il passaggio dei gatti attraverso la porta sulla quale è dipinta.

È una elegante e delicatissima Vergine Annunziata di ‘Maestro di Montemerano’ (1450 ca), che deve peraltro la sua fama al curioso appellativo ‘della gattaiola’, derivato dal foro circolare, sulla destra in basso, destinato al passaggio del gatto, aperto nel momento in cui la tavola fu trasformata in porta. Pur non conoscendone l’ubicazione originaria, si può supporre che costituisse il lato interno di un’anta destra d’organo o di uno sportello d’armadio: lo attesterebbero sia l’incurvatura della parte dipinta, sia la circostanza che la Vergine guarda verso sinistra (e l’Angelo annunciante, perduto, non poteva certo apparire alla sue spalle).

Curiosa – e divertente insieme – è la spiegazione che dà la storica d’arte Ludovica Sebregondi dell’apertura della ‘gattaiola’: "Nel 1878 il dipinto chiudeva la ‘porta che dà accesso al corridoio per andare in Canonica’ (AVP, VP Sbrolli, 1878), e nella stessa posizione è citato dall’Ademollo (1894); il fatto fu arricchito e narrato con arguzia dal Nicolosi, secondo cui un ‘piovano’ che ‘amava l’economia’ l’avrebbe utilizzato come uscio del granaio, facendovi aprire la gattaiola ‘perché il suo compagno fedele potesse dedicarsi ai suoi passatempi cinegetici’ (1911)".

L'opera di stile tardo gotico, con influssi rinascimentali supeficiali, è attualmente custodita all'interno di una teca in vetro con cornici dorate ed è così denominata per la presenza di un foro circolare nella parte inferiore destra che permetteva il passaggio dei gatti attraverso la porta sulla quale è dipinta. Raffigura una Vergine annunciata e verosimilmente aveva un corrispettivo Angelo annunciante andato perduto. Probabilmente venne in seguito adattato a fare da porta, come farebbe pensare l'inserto in alto che ha reso l'opera rettangolare lasciando traccia della primitiva forma cuspidata.

La madre di Gesù appare con il collo leggermente piegato in avanti e verso destra, con la mano destra sul petto sinistro poggiata all'altezza del cuore in segno di devozione, mentre nella mano sinistra tiene un libro sacro; da notare, al di sopra dell'aureola, gli evidenti segni che dimostrano le funzioni di porta a cui la tavola lignea rettangolare era adibita in passato. Il colore rosso molto acceso prevale sullo sfondo, a bilanciare le tonalità più scure degli abiti indossati da Maria nella raffigurazione.
 

Chiesa di San Giorgio, Madonna della Gattaiola
   
   
   
Manciano

   

Manciano sorge su una collina che domina da un lato la piana e la valle dell'Albegna e dall'altro lato l'Area del Tufo.
Il recente sviluppo edilizio ha in parte alterato il profilo del borgo medioevale originario. Della cinta muraria infatti restano solo due porte e una piccola torre semicilindrica, mentre all’interno è ben leggibile l’andamento ellittico dei vicoli su cui prospettano facciate in vari casi impreziosite da elementi di decoro.



Saturnia
e le Cascate del Mulino e Gorello


Saturnia è una frazione del comune di Manciano. La località sorse in epoca romana lungo la Via Clodia nelle vicinanze della necropoli etrusca di Pian di Palma e delle sorgenti termali, già conosciute all'epoca, dalle quali prese la denominazione. Dell'antica via consolare rimangono alcune pietre conservate presso Porta Romana. La città romana subì nel VI secolo una gravissima distruzione e iniziò un periodo di decadenza.

Nel periodo medievale Saturnia conobbe una fase di rinascita grazie ai conti di Tintinnano e, nel corso del Duecento, passò alla famiglia Aldobrandeschi, entrando a far parte della contea di Sovana nel 1274.

Nel Trecento venne controllata prima dai Baschi e poi dagli Orsini; nel secolo successivo passò sotto il controllo di Siena in seguito ad una violenta distruzione e vi rimase fino a metà Cinquecento, quando entrò a far parte del Granducato di Toscana.

Porta Romana, si apre a sud, ed è l'unica porta rimasta dell'antica cinta muraria, dove sono ben evidenti gli elementi stilistici riconducibili alle varie epoche. È attraversata dalla Via Clodia, della quale sono visibili i resti.


Le Cascate del Mulino e Gorello


 

Saturnia

Cascate del Gorello, Saturnia


Le Terme di Saturnia costituiscono un insieme di sorgenti termali situate nel comune di Manciano, a pochi chilometri dalla località di Saturnia. Secondo una leggenda, le Terme di Saturnia, note anche agli Etruschi e ai Romani, si sarebbero formate nel punto in cui cadde sulla Terra un fulmine che Giove scagliò contro Saturno, mancandolo, a seguito di un violento litigio scoppiato tra le due divinità mitologiche.
La
Cascata del Mulino è uno dei luoghi più particolari e noti di Saturnia.
l Gorello è un torrente di acqua calda che percorre tutta la piana prima di diventare, grazie ad un dislivello naturale, la bellissima Cascata del Mulino. [2]



A sud-ovest di Montemerano, fuori dal centro abitato, sorge nella campagna la quattrocentesca Chiesa della Madonna del Cavalluzzo.


Musei di Maremma Museo Archeologico di Saturnia


Recentemente riallestito, accoglie nei locali di un complesso scolastico in disuso la collezione archeologica della famiglia Ciacci, formata fra la fine dell’Ottocento e gli anni ’30 del Novecento. Molti reperti dovrebbero essere riferibili all'attività di ricerca e scavo svolta da Riccardo Mancinelli negli anni tra il 1895 e il 1903 che esplorò in maniera sistematica, pur senza darne un’adeguata documentazione, i principali centri etruschi delle valli del Fiora e dell’Albegna, scoprendo la necropoli di Poggio Buco, e sepolcreti a Pitigliano e a Sovana. Ma è all’esplorazione di Saturnia che il Mancinelli dedicò più interesse, grazie alla collaborazione prestata dalla famiglia Ciacci che gli permise di investigare le necropoli etrusche nei pressi della città. Le acquisizioni più recenti furono invece, probabilmente, il corredo funerario scavato da R. Bianchi Bandinelli in località Pianetti di Montemerano nel 1927 e le terrecotte di Poggio Sugherello, rinvenute nel 1932. I materiali di Sovana e Poggio Buco è probabile che siano invece da riferire a regalie offerte ai Ciacci da contadini e proprietari di queste zone, come nel caso dei reperti preistorici di Botro del Pelagone o dell’oinochoe etrusco-corinzia. 
Nel 1930 la Collezione Ciacci venne trasferita al castello di Saturnia, dove restò fino al 1978, anno in cui venne ceduta allo Stato. Dal 1980 al 1992 è stata esposta al Museo Archeologico e d’Arte della Maremma di Grosseto.


Orario apertura
10.00-13.00 / 16.00-19.00 Aprile: tutti i giorni, lunedì compreso - Maggio e Giugno: fine settimana (dal venerdì alla domenica) - Luglio e Agosto: tutti i giorni, lunedì compreso - Settembre: dall'1 al 13: tutti i giorni, lunedì compreso; - dal 14 al 30: fine settimana (dal venerdì alla domenica) - Ottobre: fine settimana (dal venerdì alla domenica) - Novembre: aperto il giorno 1; dal 2 al 30: chiuso - Dicembre: aperto nei giorni 5, 6, 7, 8, 24, 27, 30 e 31 - Gennaio: aperto nei giorni 2, 3 e 5; dal 6 al 31 chiuso

[Fonte: Musei di Maremma Museo Archeologico di Saturnia |www.museidimaremma.it]
   
 
   


[1] La scuola senese di pittura fiorì in Italia tra il XIII ed il XV secolo e riuscì a competere con Firenze, nonostante fosse più conservativa e si focalizzasse maggiormente sulla bellezza decorativa e l'eleganza dell'ultimo periodo dell'arte gotica.
Tra i suoi rappresentanti più importanti troviamo Duccio di Buoninsegna, le cui opere mostrano una certa influenza bizantina, il suo apprendista Simone Martini, Pietro e Ambrogio Lorenzetti, Domenico e Taddeo di Bartolo, Stefano di Giovanni (il Sassetta) e Matteo di Giovanni.
[2] Informazione basato sulgli articol Saturnia e Terme di Saturnia dell' enciclopedia Wikipedia ed è rilasciato sotto i termini della GNU Free Documentation License. Wikimedia Commons contiene file multimediali su Saturnia.


George Dennis, The Cities and Cemeteries of Etruria, published by John Murray, Albemarle Street London, 1848 | www.penelope.uchicago.edu



Bibliografia


Alessio Varisco. Maremma terra di Cavalieri. Giovanniti, Templari e Cavalieri di Santo Stefano. Arcidosso, Effigi, 2010.

Aldo Mazzolai, Guida della Maremma. Percorsi tra arte e natura, Le Lettere Firenze, 1997;

Giuseppe Guerrini, a cura di (Amministrazione Provinciale di Grosseto) Torri e Castelli della Provincia di Grosseto, Nuova Immagine Editrice Siena, 1999;

Valentino Baldacci, a cura di (Regione Toscana) I luoghi della fede. Itinerari nella Toscana del Giubileo, edizioni Mondadori Firenze, 2000;

Carlo Citter, Guida agli edifici sacri della Maremma, Nuova Immagine Editrice Siena, 2002.

L. Segrebondi, U.Tramonti, A. della Monaca, F. Detti, G. Bernacchi, La Parrocchia di S. Giorgio a Montemerano, La Meridiana Editrice, Firenze, 2000.


     
     
La Fonte Leopoldina, La Stellata e Guinzano | 8,6 Km. circa | 5 ore circa a piedi

 
Il sentiero inizia da Montemerano e precisamente da una strada di fronte al cimitero, l’attenzione dell’escursionista è subito rapita dalla maestosa bellezza degli olivi (Olea europaea) secolari, che lo circondano e che testimoniano l’antica tradizione dell’olivocoltura.

Info Turismo Manciano| Progetto "Le Vie per le acque" | La Fonte Leopoldina | Mappa


 
Il laghetto di Gazzia | Breve percorso percorribile a piedi | 3 km circa | 1 ora circa

 
È importante far rivivere questo percorso per non far scomparire una tradizione delle generazioni passate. Nei giorni di festa, gli abitanti di Manciano partivano dal paese a piedi o con il carro per fare la “scampagnata” al laghetto di Gazzia, passando per un incrocio, detto il “Sasso grosso”: il nome derivava dalla grande pietra, oggi scomparsa, che divideva le strade. Secondo la leggenda, nei pressi del masso, dopo il tramonto, apparivano le ombre dei fantasmi e delle streghe con i loro gatti neri.

Il percorso inizia da Via delle Fonti e in parte riprende il sentiero provinciale, ma invece di proseguire per il Lago Scuro, continua sulla sinistra, fino ad arrivare al piccolo specchio d’acqua.

Info Turismo Manciano| Progetto "Le Vie per le acque" | Il laghetto di Gazzia | Mappe
Segnaletica in allestimento in parte già segnalato dalla Provincia.


 
La antica via del Sale | 15 km circa | 4 - 6 ore circa

 

La Via del Sale è l’antico percorso che facevano i benedettini dell’Abbazia di S. Salvatore sul Monte Amiata per raggiungere il mare: i monaci, infatti, avevano avuto dall’imperatore Lotario I, nell’861, il diritto di prendere gratuitamente il sale dalle saline alle foci dell’Albegna. Il tracciato, esistente già in epoca romana, fu da loro ampliato e costellato di monasteri. L’itinerario inizia da Montemerano, con una visita del borgo medioevale: si entra dalla Porta del Ponte, dove un tempo c’era un ponte levatoio, e si va in piazza del Castello, la parte più antica del paese. Il monumento più importante è la chiesa romanica di San Giorgio, con affreschi di scuola senese, un polittico di Sano di Pietro del 1458 e la Madonna della Gattaiola. Si esce dal paese dalla Porta delle mura quattrocentesche.

Il sentiero attraversa la campagna maremmana, incontrando poderi come Le Murelle, il cui nome deriva dai ruderi di una villa romana, e prosegue poi come mulattiera fino alla fattoria dei Cavallini, nella località Sgrilla, che esisteva probabilmente già nel medioevo.

Info Turismo Manciano| Progetto "Le Vie per le acque" | La antica via del Sale | Mappa
Segnaletica in allestimento.


 
Da Saturnia a Poggio Morella

   
Il percorso parte da Saturnia e precisamente da Porta Romana, segue la Via Clodia, che rappresenta la parte più interessante dal punto di vista storico e naturalistico.

Alla fine del tracciato romano, abbiamo davanti a noi la S.P. 10, la attraversiamo per prendere la strada asfaltata, che conduce allo stabilimento termale, dopo i Bagni di Saturnia imbocchiamo la Strada “Pantani”, completamente cementata fino ad arrivare a Poggio Morella.

Usciti da Saturnia dalla parte Ovest, si percorre per un tratto il sentiero (segnaletica bianca-rossa), che porta a Montemerano, arrivati ad un incrocio si procede a sinistra lungo la strada della Peschiera, in fondo alla quale troviamo la S.P. 10..

A questo punto continuiamo a destra nel camminamento protetto che costeggia la carreggiata fino ad arrivare ad IL MULINO.

Qui le acque delle Terme, dopo essere confluite nel Gorello, che forniva l’energia all’antica struttura, cadono creando delle cascate naturali, scavate nel travertino.

Questo luogo spettacolare, immerso nel verde delle canne palustri, invita ad immergersi, il bagno è consentito a patto di seguire poche regole: innanzi tutto il rispetto dell’ambiente; portare scarpe chiuse anche in acqua; ricordarsi d’avere le stesse accortezze di quando si fa il bagno nelle piscine dello stabilimento, in quanto è la stessa acqua con le medesime proprietà curative, l’immersione è perciò sconsigliata alle donne in stato interessante, a chi ha problemi cardio-circolatori, o d’asma e tutti dovrebbero rimanere non più di 20 minuti.

L’edificio del Mulino del Bagno è citato da una fonte storica del XII sec. ed è stato attivo fino al dopoguerra, l’ultimo restauro è del 2003.
[Fonte: Manciano Promozione| www.mancianopromozione.com]



 

La Via Clodia a Saturnia presso Porta Romana
Cicloturismo in Manciano, Toscana

15. La via delle Terme - 37.2 km

Manciano - Montemerano - Terme di Saturnia - Saturnia - Poggio Capanne - Poggio Murella - Manciano

 

   

Restaurantt in Montemrano


Da Caino
, Via della Chiesa 4, 58050 Montemerano, Manciano | www.dacaino.it

Antica Trattoria Laudomia da Rossano, Case Ciani 1/3 | Poderi di Montemerano, Montemerano | www.laudomia.altervista.org

La Solina, Poggio Bertino, Montemerano, Manciano | www.lasolina.com

Passaparola nell'antico frantoio - Ristorante Enoteca, Via delle Mura 21, Montemerano.

Cacio e vino, Via del bivio 16, Montemerano, Manciano | www.cacioevino.it

La Limonaia di Villa Acquaviva, loc. Acquaviva, 58014 Montemerano, Manciano | www.villacquaviva.com

Trattoria Il Nibbio, Via Bivio, 22, 58050 Montemerano, Manciano


Questo articolo è basato sulgli articoli Montemerano, la Chiesa di San Giorgio (Montemerano) e Madonna della Gattaiola dell' enciclopedia Wikipedia ed è rilasciato sotto i termini della GNU Free Documentation License.