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Trekking in Toscana
             
 
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Da Ponte d'Arbia a San Quirico d'Orcia

 

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La Via Francigena | Da Ponte d'Arbia a San Quirico d'Orcia

   
   

La Via Francigena, o via Franchigena, che dal nord della Francia giungeva fino Roma (e per questo chiamata anche Romea), è stata per secoli la più importante strada europea, in quanto collegava il Mare del Nord al Mediterraneo.
Il percorso storico della via Francigena è quello seguito nel 994 dall'arcivescovo Sigeric, che da Canterbury (Inghilterra) partì per Roma in un pellegrinaggio di 1600 chilometri attraverso la Francia e l'Italia, annotando nel suo diario 80 tappe: è questo il cosiddetto itinerario sigerico.
Nei secoli successivi questa strada fu percorsa da migliaia e migliaia di persone: non solo pellegrini, ma anche viandanti e mercanti, che misero a confronto la loro cultura con quella dei territori attraversati e consentirono alle varie economie locali di inserirsi in quella che è stata definita l'economia a raggio mondiale del Medioevo, portando alla grande ripresa dei secoli XII e XIII, caratterizzati dallo sviluppo degli scambi commerciali e delle attività finanziarie e manifatturiere, ponendo le basi per una integrazione europea fondata sui valori della cristianità.

La via Francigena non era una singola strada, ma fasci di strade che collegavano il maggior numero di centri abitati di una determinata zona, svolgendo anche funzioni di collegamento locale.

Trekking in Toscana | La Via Francigena in Toscana


Da Ponte d'Arbia a San Quirico d'Orcia


Le Crete Senesi

La Francigena in provincia di Siena

Il tratto della via Francigena che attraversa la provincia di Siena è sicuramente uno dei percorsi più suggestivi, in grado di attrarre nuovi pellegrini alla ricerca di spiritualità, luoghi d'arte e natura incontaminata.
La via Francigena metteva in comunicazione San Gimignano, Poggibonsi, Colle Val d'Elsa, Monteriggioni, Bagno Vignoni e naturalmente Siena, salendo sulla Montagnola Senese sfiorando il Chianti e immergendosi nelle Crete Senesi, passando accanto a pievi, abbazie, romitori, castelli e borghi medievali tutti da riscoprire, con itinerari percorribili a piedi (trekking) ed in bicicletta (cicloturismo).
In Toscana il tracciato segue per lo più la via Cassia, una strada stretta e trafficata, ma è possibile imboccare strade alternative che attraversano la campagna e piccoli borghi.
L’antica via Cassia collegava Roma ad Arezzo e poi a Fiesole e Firenze. La data della sua costruzione non è sicura. La strada correva (e corre) in un territorio intermedio tra le più importanti via Aurelia lungo la costa tirrenica, e la via Flaminia, con la quale si poteva raggiungere senza particolari difficoltà la via Emilia ad Ariminum (Rimini) e quindi il nord d'Italia.
Il tracciato è in parte incerto ed in parte ha subito variazioni nel corso dei secoli ed è stato affiancato in età imperiale da tronchi stradali complementari, come la via Traiana Nova attestata nei dintorni di Orvieto e Chiusi e la variante adrianea che dalla Valdichiana puntava direttamente su Firenze evitando la curva di Arezzo.


13 La Via Francigena | Da Ponte d'Arbia a S. Quirico d'Orcia - 27,47 km

 
Partenza: Ponte D'Arbia, Centro Cresti
Arrivo: San Quirico D'Orcia, Collegiata
Lunghezza Totale: 27.4 km
Percorribilità: A piedi, in mountain bike
Tempo di percorrenza a piedi: 6 ore

Come arrivare al punto di partenza:
Linea ferroviaria Siena-Grosseto, stazione Buonconvento e linea bus 112

 


Descrizione

 
Da Ponte d'Arbia si supera il fiume e la linea ferroviaria Siena-Buonconvento, si costeggiano i binari, arrivando alla pieve di Sant'Innocenzo a Piana, documentata già nell'XI secolo e fortificata nei primi anni del Quattrocento.

La pieve di Sant'Innocenza a Piana è un edificio sacro che si trova in località Piana a Buonconvento. Documentata dal 1081, si presenta come un organismo fortificato, con i caratteri tipici dell'architettura militare senese del XIII-XIV secolo. All'interno sono visibili tracce di un affresco trecentesco con San Cristoforo e di un altro affresco, anch'esso frammentario, dove rimane la figura del Beato Franco da Grotti.

Si continua su strada bianca in direzione sud e, superato il fiume Arbia, si entra nel borgo medievale di Buonconvento, tipica 'città-strada' lungo la via Francigena, ricordata perchè nel 1313 vi morì l'imperatore tedesco Arrigo VII.
Usciti dal borgo, si ritorna sulla via Cassia salendo la valle dell'Ombrone fino a Torrenieri; qui si attraversa il paese fino alla chiesa di Santa Maria Maddalena. Citato da Sigerico con il nome di Turreiner, era importante per la posizione vicina al guado del torrente Asso, affluente dell'Orcia, e per questo dotata di un ospedale fortificato e da un castello.
Superata la linea ferroviaria, si riprende il percorso della vecchia Cassia. Oltrepassato il ponte sul torrente Asso, si inizia a salire con tornanti la collina, fino ad arrivare a Bellaria. Si scende e si risale verso il paese di San Quirico d'Orcia con la sua stupenda Collegiata.[2]



Mappa | La Via Francigena | Da Ponte d'Arbia a San Quirico d'Orcia

Le cartine dettagliate del percorso si possono scaricare dal sito | www.francigena.provincia.siena.it/percorsi/tappa-13
Scarica in pdf le mappe 1:10.000 della Tappa 13




Ponte d'Arbia

 

Ponte d'Arbia e' un piccolo borgo situato lungo la Via Cassia fra Monteroni d'Arbia e Buonconvento, in comune di Monteroni.
Il nome è dovuto proprio al ponte che sopraeleva il torrente Arbia. Acquisisce importanza storica nell'alto medioevo, in quanto è il luogo di morte dell'imperatore del Sacro Romano Impero Enrico VII di Lussemburgo.
La cappella, che esternamente si presenta come un edificio poco interessante, in realta' un tempo si trovava distante alcune decine di metri dall'attuale collocazione ed ha una grande valenza storica: infatti, e' stata eretta per ricordare il punto preciso dove avvenne la morte di un grande personaggio della storia medioevale, l'imperatore Enrico VII di Lussemburgo, sceso in Italia nel 1311 per restaurare il potere imperiale e porre fine alle rivalita' tra guelfi e ghibellini.
Enrico c morì il 24 agosto 1313 a Serravalle, presso Ponte d'Arbia, in provincia di Siena. La leggenda vuole che fosse stato avvelenato da un sacerdote tramite un'ostia durante il rito della comunione presso il convento di Buonconvento. Nel punto esatto in cui morì è stata eretta una piccola cappella, situata sul percorso della vecchia via Cassia. Quando il tracciato fu cambiato, la chiesa venne abbattuta e spostata sul ciglio della strada, dove è ancora oggi visibile.

Saltennano

 

Saltennano èn imponente complesso fortificato di epoca medievale, di cui vi e' menzione già in un documento del 1055: una fortificazione circondata da cinta muraria, ancora in parte visibile nei 3 massicci torrioni.

Serravalle

   
Serravalle - La chiesa di San Lorenzo

 

La chiesa di San Lorenzo si trova in località Serravalle a Buonconvento.
Assai deteriorata (una recente caduta parziale della copertura l'ha resa inagibile), la costruzione conserva i segni della luminosa distribuzione settecentesca degli ambienti, ulteriormente sottolineata dalla presenza degli altari finemente lavorati a stucco e delle sculture, originariamente in legno policromo, poi tinte di bianco ad imitazione del gesso, una volta collocate ai lati dell'altare e oggi ritirate per motivi di sicurezza. Nell'altare laterale a destra era inserita una bella pala seicentesca, oggi esposta al Museo, raffigurante la Madonna del Rosario con i santi Domenico, Giovanni Battista, Caterina d'Alessandria, Caterina da Siena, Lucia di Astolfo Petrazzi.

 

 

Pieve di Santa Innocenza a Piana

   
Pieve di Piana


La pieve di Sant'Innocenza a Piana è un edificio sacro che si trova in località Piana a Buonconvento.
Documentata dal 1081, si presenta come un organismo fortificato con pianta a croce, con i caratteri tipici dell'architettura militare senese del XIII-XIV secolo; uno dei lati è costituito dalla chiesa. Questa, realizzata in cotto, come la maggior parte del complesso, ma con filari di pietra nella semplice facciata, si presenta a un'unica navata con capriate in vista, ma risente già di suggerimenti gotici nella cappella quadrilatera che la conclude, coperta con volta a botte e con monofore ad arco acuto. All'interno sono visibili tracce di un affresco trecentesco con San Cristoforo e di un altro affresco, anch'esso frammentario, dove rimane la figura del Beato Franco da Grotti.

Alla pieve si affianca una grande costruzione in mattoni con alta base a scarpa, che conserva in un tratto le antiche strutture difensive, costituite da un apparato sporgente con mensole a piramide rovesciata e doppia fila di mattoni per punta sopra gli archetti, tipico delle fortificazioni senesi del XIV secolo. Nell’angolo est rimane inoltre un torrione sporgente. Questa costruzione è separata dalla pieve da un cortile cinquecentesco, a cui si accede attraverso una porta ad arco, affiancata da una base di torre in pietra su cui è stato costruito il campanile in mattoni nel Cinquecento.

 
Borgo Forello

 

Borgo Forello, piccolo agglomerato circondato dai fiumi Arbia e Ombrone, è probabile che un tempo fosse più importante della vicina Buonconvento, in quanto si hanno notizie dell'esistenza di un Castello, di uno Spedale

Castelrosi o Castel Rozzi, oggi trasformato in villa con uno splendido giardino all'ingresso circondato da un boscaglia, sembrerebbe costruito in tre tempi. Alla fase più antica dovrebbe appartenere la base a scarpa in pietra del torrione nell'angolo ovest.
Ad una fase successiva sono da attribuire la sopraelevazione in mattoni nell'angolo sud e la parte settentrionale del grande edificio rettangolare che delimita il complesso a nord-est.



Castelnuovo Tancredi


 


Castello di Castelrosi

Castelnuovo Tancredi
   
Castelnuovo Tancredi

La Tenuta Castelnuovo Tancredi si estende sulle colline senesi a nord,di fronte a Montalcino, nel territorio della DOC ORCIA. L'azienda segue il metodo di Agricoltura biologica e produce olio d`oliva extravergine DOP e vino D Orcia dei suoi 8 ettari di vigna.

La chiesa di San Bartolomeo è un edificio sacro che si trova in Castelnuovo Tancredi.
Risalente forse al XIII secolo, subì un primo restauro nel 1336 e un altro nel 1655. Sull'altare si trovava un piccolo dipinto ovale raffigurante il Martirio di San Bartolomeo, ritenuto il bozzetto della tela dipinta da Alessandro Casolani per la chiesa del Carmine a Siena, in realtà rielaborazione più tarda dello stesso soggetto ad opera di un pittore della metà del Seicento; l'opera è oggi esposta sulla parete destra. Nella chiesa si trovava una Madonna col Bambino, che costituiva la parte centrale del polittico commissionato per l'altare maggiore dopo i restauri del 1336; riscoperta come opera di Pietro Lorenzetti, sotto la ridipintura settecentesca che l'aveva trasformata in fiacca opera devozionale, la tavola è oggi esposta al Museo.

Strada del Vino Orcia | Castelnuovo Tancredi


Percenna

 

La chiesa di San Lorenzo si trova in località Percenna.
La chiesa è il luogo più antico della devozione cristiana a Buonconvento, sorto, secondo la tradizione, dove si ergeva un tempio pagano. Dopo vari interventi che hanno profondamente alterato la struttura originaria, si presenta con la ripartizione interna nella navata centrale e nelle nicchie laterali, assai lesionata nella zona di sinistra per un cedimento statico. Il disegno architettonico risale alla ristrutturazione del 1830. Sull'altare maggiore è esposta l'articolata macchina processionale settecentesca, in legno intagliato a volute, dorato e dipinto di un tenue celeste, che conteneva la tavola di Matteo di Giovanni con la Madonna col Bambino e angeli, oggi al Museo. Murata nella parete a sinistra si trova la lapide sepolcrale di Andrea Minucci.

A navata unica, presenta una decorazione della facciata, in cotto, articolata in tre ordini interrotti da listelli; in quello inferiore si apre l'arco d'accesso, in quello mediano tre finestre a monofora tra cornici modanate e con archetti pensili in alto; nel superiore si alternano verticalmente colonnine degradanti che suddividono la superficie in cinque spazi con il centrale, più grande, occupato dall'occhio e sormontato da una croce in pietra.


Buonconvento

 

Arrivando a Buonconvento dalla Cassia spicca subito la sua ben conservata cerchia muraria a pianta quadrata in laterizio rosso con coronamento ad archetti. Sono ancora visibili le porte e le sette torri della struttura difensiva. Entrando da nord presso la porta senese si percore via Soccini, stretta tra case in laterizi e palazzotti medioevali. In uno slargo si trova la parrocchiale dei Ss. Pietro e Paolo, del XIV secolo; di fronte si trova lo Spedale di S. Antonio Abate che ospita il Museo d'Arte Sacra della Val d'Arbia con opere di Matteo di Giovanni, Sano di Pietro, Duccio di Boninsegna e Guidoccio Cozzarelli. La storia del Museo d'Arte Sacra della Val d'Arbia ha origine nel 1926 quando il parroco di Buonconvento, don Crescenzio Massari, recuperate varie opere d'arte dai depositi della chiesa dei SS. Pietro e Paolo, decise di allestire una sala adiacente alla pieve stessa collocandovi i dipinti, le oreficerie e le statue lignee riportate a nuova luce.[°]


Buonconvento


Buonconvento sorge nella Valle dell'Ombrone, alla foce del fiume Arbia nel fiume Ombrone in corrispondenza del chilometro 200 della Cassia. Le sue principali attività sono: agricoltura, turismo e commercio. Insieme ai comuni di Asciano, Monteroni d'Arbia, Rapolano Terme e San Giovanni d'Asso forma il Circondario delle Crete Senesi.
Buonconvento è stato recentemente nominato comune tra i borghi più belli d'Italia.

Il nome deriva dal latino "bonus conventus" luogo felice, fortunato. I primi cenni storici si hanno intorno al 1100, ma sicuramente il fatto di maggior rilievo è avvenuto nel 1313 quando, il 24 agosto, forse non nel capoluogo ma comunque all'interno del territorio comunale, morì l'imperatore Enrico VII di Lussemburgo, (più conosciuto come Arrigo) che era sceso in Italia per restaurarvi l'autorità imperiale. La storia narra che l'imperatore, avvelenato durante la comunione da un frate del luogo, sia morto poco dopo lungo la via Cassia, probabilmente presso l'abitato di Serravalle. La costruzione delle mura iniziò nel 1371 e terminò 12 anni dopo, nel 1383. È il centro più importante della Val d'Arbia, testimoniato anche dalla podesteria che comprende 32 località e dal riconoscimento della cittadinanza senese concesso dai governatori della città nel 1480. Con la caduta della Repubblica di Siena, nel 1559 entra a far parte del Granducato di Toscana sotto i Medici.

Gli abitanti di Buonconvento sono conosciuti con il nome di buonconventini. Le principali frazioni del luogo sono Villa Chiatina (Chiatina), Percenna, Bibbiano.



Monumenti e luoghi di interesse


La chiesa dei Santi Pietro e Paolo

 

La chiesa dei Santi Pietro e Paolo fu costruito nel XIV secolo e completamente ristrutturato nel 1705. Dell'arredo originario restano oggi nella chiesa poche opere: una tavola con Madonna in trono col Bambino e due angeli, del 1450 circa, di Matteo di Giovanni, e un affresco con l'Incoronazione della Vergine di un ignoto artista senese del primo Quattrocento. Della seconda metà del XV secolo è un'altra tavola con Madonna in trono col Bambino e santi del senese Pietro di Francesco Orioli.

 
Oratorio dell'Arciconfraternita della Misericordia

 

Molti dei suoi arredi sono confluiti nel Museo di Arte Sacra, ma restano in loco alcuni oggetti legati alla vita dei confratelli, tra cui due rari calici in legno dipinto, risalenti alla fine del XVI secolo, con piccole figure di San Pietro e di San Sebastiano, utilizzati un tempo per contenere ifagioli bianchi e neri estratti durante le votazioni, un quattrocentesco piatto da cerimonia in ottone sbalzato, un acquamanile quattrocentesco di probabile provenienza tedesca. Più recenti, ma anch'esse ricche di fascino, la lettiga dei primi del Novecento, esposta nelle sale espositive denominate Patrimonio e Testimonianze, e le cappe dei confratelli in stoffa grezza. Sull'altare maggiore si trova un pregevole Crocifisso del XV secolo.

 
Villa La Rondinella

 

Villa La Rondinella venne costruita per volontà di Luigi Saverio Ricci a partire dal 1910 (data riportata sul fregio del cornicione nella parte tergale dell'edificio) su progetto dell'architetto Gino Chierici, all'epoca funzionario della Soprintendenza ai monumenti di Siena.
Il giovane proprietario, appartenente alla ricca borghesia e culturalmente ben aggiornato, decise la costruzione della villa di ritorno da un viaggio a Parigi, attingendo pare l'idea della propria casa dalle riviste di architettura dell'epoca ed orientando decisamente l'opera dell'architetto che fino a quel momento si era mosso soprattutto nell'ambito del restauro.
I lavori murari furono eseguiti dalla Impresa Paccagnini di Montalcino, mentre per gli apporti decorativi furono impiegati maestranze ed artisti anche non locali: spiccano gli inserti ceramici sulle facciate provennero dalla Manifattura Chini di Firenze mentre di recente è stato avanzato il nome dello stesso Galileo Chini come autore delle tele che ornano il vestibolo della villa.
Risulta che i lavori erano a buon punto nel 1912, quando, per intervenute difficoltà economiche, l'edificio venne venduto da Luigi Saverio allo zio Giuseppe; dopo la cessione, venne collocata nell'atrio la scala in ciliegio di collegamento con il primo piano, eseguita dagli artigiani locali Lello Masotti e Vittorio Piochi, su progetto dello stesso Luigi Saverio Ricci.

Nel panorama dell'architettura senese è considerato forse il miglior esempio di architettura liberty nel quale, seppure in maniera pacata e non scevra da compromessi, confluiscono modelli secessionisti, suggerimenti dell'architettura di Berlage e, in alcuni apporti decorativi, i più evidenti stilemi Art Nouveau.

 
Il Castello di Bibbiano

 

Il Castello di Bibbiano domina l'alta valle dell'Ombrone su un poggio a poca distanza da Buonconvento. Il castello di Bibbiano deve il suo nome, per derivazione, dal termine “Bibbio” (lat. Bibianum), altro nome del Fischione, un uccello acquatico che proliferava in queste zone. Le sue origini risalgono all’850 ed era proprietà del legato imperiale al tempo di Ludovico II, Guinigi di Reghinari, conte longobardo.
Il castello è appartenuto alla famiglia dei Guiglieschi fino al 1051, quando Arrigo III lo destinò all’Abbazia di Sant'Antimo, per poi passare di mano ai conti Cacciaconti. Da questi il castello passò alla Repubblica Senese nel 1197 che provvide a fare opere di rafforzamento e difesa. Nel XVI secolo fu restaurato da Baldassarre Peruzzi per conto del cardinale Raffaello Petrucci, che ne aveva preso possesso.
È stato quindi proprietà dei Borghese, dei Chigi e dei Malavolti.
Nel 1922 è stato dichiarato monumento nazionale.

Al 2011, il castello è proprietà privata ed è previsto un progetto per la sua destinazione a fini turistico-alberghieri.
Di aspetto medievale, e merlatura guelfa, è cinto da un fossato con un ponte levatoio e camminamenti per la ronda. Ha un mastio centrale e una delle due originarie torrette d’angolo.

All’interno l'Annunciazione, ultima opera di Pietro Lorenzetti, e la Madonna nella Cappella del Castello, opera di Baldassarre Peruzzi.

La chiesa di San Lorenzo si trova in località Bibbiano. Di antica origine, alla fine del Settecento l'edificio si trovava in precario stato di conservazione, tanto che fu deciso di erigere una nuova chiesa su un terreno poco distante ma più pianeggiante, che fu inaugurata il 25 dicembre 1822.
Numerose le opere che si trovavano in questa chiesa e che sono state trasferite, per motivi di sicurezza, nel Museo di arte sacra della Val d'Arbia a Buonconvento:
     la raffinata tavola del Brescianino raffigurante la Sacra Famiglia con san Girolamo
     l'Assunzione della Vergine con un santo vescovo e sant'Antonio Abate di uno stretto seguace di Francesco Vanni
     la Madonna col Bambino e i santi Lorenzo e Caterina da Siena di Francesco Vanni, firmata e datata 1598
     il ciborio commissionato per i rifacimenti seicenteschi della chiesa a Ventura Salimbeni).

 

Castello Bibbiano

Villa Chiatina

 

Chiatina (oggi Villa Chiatina, anticamente Clatina) è una villa e una località in Buonconvento. La piccola chiesetta di Villa Chiatina rimanda all'antica chiesa di S. Pietro in Clatina. Nell'anno 867 essa fu donata insieme all corte dal conte Winigi di Siena alla badia camaldolese della Berardenga.
I conti della Scialenga, eredi del Winigi, ripresero la località che fu rivendicata a lungo dai monaci Camaldolensi.
Chiatina passò poi ai Piccolomini come testimoniava papa Pio II, mentre descriveva nei commentarii l'abbazia di Monte Oliveto Maggiore.

 
Santa Cristina in Caio

 

La località di Santa Cristina è oggi rappresentata dalle strutture pertinenti ad un nucleo poderale di grandi dimensioni, oggi in stato di semiabbandono, posto a 600 metri circa metri dal bivio che immette la strada provinciale di Montalcino nella Cassia.
La località prende il nome da un'antica chiesa oggi scomparsa, attestata per la prima volta nell'anno 814, ma che doveva essere presente almeno dall'VIII secolo.

L'area è interessata da una serie di scavi archeologici da parte dell'Università di Siena che stanno rivelando una frequentazione a partire dall'età romana con il rinvenimento di un grande impianto termale relativo ad una mansio o statio posta lungo la strada per Saena Iulia, con continuità di vita dalla fine del I secolo a. C. alla metà del IV secolo d.C., a cui si sostituì, a partire dalla fine del IV e sino all'VIII secolo d.C., un villaggio altomedievale che si inserì sui ruderi romani.


 
Il Castello Altesi

 

Il Castello Altesi (Fattoria Altesi) è situato su una collina, al confine fra i comuni di Buonconvento e Montalcino. All'inizio del Trecento, l'Ospedale di Santa Maria della Scala possedeva già vari beni: terreni ed immobili in località Altesi.

Le austere mura di Palazzo Altesi, al centro del nucleo aziendale, furono edificate a metà del XV secolo dalla nobile famiglia toscana Tricerchi, Il cui stemma di marmo bianco è ancora visibile incastonato sopra l'antico portale di quercia.
Acquistato e ristrutturato da imprenditori milanesi nei primi anni '70, l'Altesino inserì una moderna imprenditorialità in un tessuto economico post mezzadrile e da questo incontro nacque, crebbe e si affermò un nuovo modo di fare e di concepire il vino.
Nel 2002 l'azienda è stata acquisita dalla famiglia Gnudi Angelini.

ALTESINO S.P.A., societa' agricola
Località Altesino, 54, 53024 Montalcino
www.altesino.it



 
Torrenieri

 

Torrenieri (Turris Nerii in Latino) è una frazione del comune di Montalcino. È un borgo che si sviluppa lungo la Via Francigena in prossimità del torrente Asso. Fino al XIX secolo era un castello con mansione postale e chiesa plebana dedicata a Santa Maria Maddalena.
Torrenieri era servito da una stazione ferroviaria posta sulla ferrovia Asciano-Monte Antico. Il 27 settembre 1994 la linea chiude al regolare servizio passeggeri e merci. Oggi la linea è percorsa da treni turistici come il Trenonatura che alcune volte all'anno fermano anche nella stazione di Torrenieri.

Il 4 maggio (giorno dell'inaugurazione della stazione di Torrenieri) il paese festeggia la Festa del Treno e per l'occasione uno speciale treno a vapore raggiunge Torrenieri. Durante la festa è possibile visitare mostre di fermodellismo e giochi a tema per bambini.

Il paese deve molto alla sua stazione: Torrenieri divenne un tipico esempio di quartiere industriale dell'ottocento e ciò portò la crescita di numerose fabbriche come la ditta "Ulisse Crocchi e figli" che arrivò ad assumere 100 operai. Inoltre Torrenieri e la sua stazione divennero punto di riferimento per il commercio della Val d'Orcia.



I Triboli




 


Castello di Torrenieri, fu nel medioevo, centro importante per la sua collocazione sul tracciato della via Francigena. Menzionato nel noto itinerario dell'Arcivescovo di Canterbury nel 990 avanti il mille nel suo viaggio verso Roma.
"I Triboli", dal nome del viadotto sulla Cassia sito tra San Quirico d'Orcia ed il bivio di Montalcino

Santa Maria a Tuoma

 

La chiesa di S. Maria edificata sulla ripa sinistra del torrente Tuoma distante appena un tiro d'arco dal paese.
Presso la chiesa di Santa Maria fu edificato nel secolo XI il Monastero di S. Maria a Tuoma, abitat Eremiti Camaldolensi.
Fra le carte della Badia di S. Mustiola all'Arco in Siena, di cui divenne manuale, se ne conservano varie relative a quest'ultima chiesa a partire dall'anno 1099. Ne citerò una del gennajo 1120 relativamente all'offerta di un pezzo di terra al Monastero di S. Maria presso il fiume Tuoma nel piviere di S. Quirico in Osenna.
Da quelle carte però si rileva che il Monastero di S. Maria di Tuoma prima del secolo XIII era abitato da religiose della stessa regola di Camaldoli. Dalle donne passò ai monaci Camaldolensi di S. Pietro in Campo in Val d'Orcia, e finalmente l'uno e l'altro alla Badia di S. Mustiola all'Arco in Siena.
Il Monastero di S. Maria di Tuoma fu soppresso nel 1462 per decreto di Mariotto priore generale dell'Eremo di Camaldoli con l'annuenza del Pontefice Pio II che lo riunì con i suoi beni alla badia di S. Mustiola in Siena.

 
San Quirico d'Orcia

 

Nel Medioevo San Quirico d'Orcia si trovava sulla direttrice della via Francigena. Sigerico, arcivescovo di Canterbury, nel suo itinerario, compiuto tra il 990 e il 994, cita San Quirico come XII submansio e la definisce Sce Quiric. Ad accrescerne l'importanza contribuiva inoltre l'essere il punto di raccolta dei mercanti umbro-marchigiani diretti a Firenze e Siena, che vi giungevano attraversando la Valle del Chienti, Colfiorito, Foligno e Perugia fino a San Quirico.

San Quirico ha inoltre alcune chiese rilevanti dal punto di vista storico-artistico: oltre alla già citata Collegiata di San Quirico (più precisamente Collegiata dei Santi Quirico e Giulitta) e alla Chiesa romanica di San Biagio a Vignoni, vanno segnalate la Chiesa di San Giovanni Battista a Bagno Vignoni, la Chiesa e la Cappella della Madonna di Vitaleta, la Chiesa di Santa Maria Assunta e l'Oratorio della Misericordia.

L'Ospedale di Santa Maria della Scala, edificato nel XIII secolo, offriva cure e assistenze a pellegrini e viandanti che percorrevano la via Francigena; operava sotto la proprietà dell'omonimo ospedale senese, sorto sulla stessa antica via di fronte al Duomo di Siena.
Il Palazzo Chigi Zondadari, edificio storico barocco situato in Piazza Chigi, risale al XVII secolo ed appare come un'imponente struttura di pietra in contrasto con gli edifici circostanti.
Il Palazzo Pretorio, antico edificio storico della comunità situato in via Dante Alighieri, oggi è sede del Centro accoglienza del Parco della Val d'Orcia.

Nella frazione Vignoni è presente un antico castello, il Castello di Vignoni, quasi disabitato, già residenza dei Salimbeni nel XII secolo, e successivamente degli Amerighi dal XIV secolo. Ha una torre medioevale mozzata, una chiesa romanica ripristinata (all'interno era conservato un crocifisso del Giambologna, ora custodita presso il museo di Montalcino, e una fonte battesimale del secolo XV, ora presso la Collegiata di San Quirico) e, di fianco alla chiesa, l'impianto immobiliare (riedificato nei primi anni novanta) del quattrocentesco Palazzo degli Amerighi, in cui si ordì la congiura contro gli Spagnoli oppressori di Siena (1555-1559).


La Collegiata di San Quirico

La Collegiata di San Quirico risale all'VIII secolo ma venne riedificata nella seconda metà del XII secolo e ristrutturata nel XIII.
La chiesa è a pianta a croce latina con unica navata e cappelle absidali. Dei tre portali, il più significativo è il portale maggiore, di stile lombardo, costituito da un protiro leggermente risaltato ad arco (architettura) a tutto sesto, decorato e sorretto da due coppie di colonnette per lato, in pietra arenaria, annodate al centro e poggianti su leoni stilofori. Sulla cima delle colonnette si imposta l'arco a tutto sesto. All'interno del protiro ci sono cinque colonne a sinistra e cinque a destra con capitelli ornati da animali e foglie d'acanto. Sull'architrave del portale si trovano due coccodrilli affrontati. Nel centro della lunetta è scolpita in altorilievo una figura in trono ritenuta l'effigie di San Damaso, ma in realtà da identificare con la rappresentazione di San Quirico. La decorazione del portale si sviluppa secondo un'iconografia simbolica cristiana che deriva dall'arte lombarda.

Per quel che riguarda gli interni, a sinistra dell'altar maggiore si trova la grande pala d'altare quattrocentesca con la Madonna col Bambino, gli Angeli e i Santi (fra i quali San Quirico) su uno sfondo dorato, attribuita a Sano di Pietro.

 

Collegiata dei Santi Quirico e Giulitta, portale romanico con sculture zoomorfe
La cinta muraria

 

San Quirico è un esempio fra i più notevoli di struttura urbanistica medievale e conserva, nelle presenze architettoniche, numerosi segni della antica importanza. Attualmente San Quirico conserva buona parte della cinta muraria, mancante solamente della porzione nordorientale e di un tratto a sud. Sono in parte visibili ancora ben 14 torrette, alcune delle quali incorporate in altre strutture. Non esistono purtroppo resti delle porte a nord e a sud: conservata e particolarmente originale è invece quella orientale. Il corpo centrale della porta a sei lati è coronato da una serie di piccole mensole in pietra a sostegno della grande porta che si apre ad arco tondo e presenta prima un passaggio coperto a botte, poi un arco acuto cui segue un arco ribassato sotto una torre rettangolare aggiunta posteriormente.

 
Horti Leonini

 

Gli Horti Leonini sono un giardino pubblico situato negli antichi baluardi di San Quirico d'Orcia (provincia di Siena).

Sorti intorno al 1581 su un terreno che Francesco I de' Medici aveva donato a Diomede Leoni, prendono il nome dal loro proprietario. Gli Horti hanno mantenuto fino ad oggi la struttura originaria, costituendo un esempio ben conservato di classico giardino all'italiana e un modello di sistemazione a parco ripreso nei secoli successivi.

La conformazione del terreno ha influenzato la distribuzione del giardino che si divide in due zone, quella inferiore più artificiale, e quella superiore più naturale. La zona inferiore, a forma di rombo, al quale si accede tramite un piccolo cortile a mattoni, è recintata da muri e da lecci potati. Questa zona, composta da aiuole triangolari bordate da una doppia siepe di bosso, reca al centro la statua di Cosimo III de' Medici, scolpita da Bartolomeo Mazzuoli (1688).

La composizione a raggiera è movimentata ulteriormente dalla diversa altezza con la quale sono potate le fasce di bosso che delimitano ciascuna aiuola. Il lungo viale, che taglia simmetricamente il giardino formale, conduce ad una scala che lo collega ad un piazzale erboso.

Il piazzale, dove sorgeva una torre medievale andata distrutta durante l'ultima guerra mondiale, è posto al centro di un bosco di lecci secolari attraversato da sentieri tortuosi. Il viale di confine con l'abitato, che fiancheggia il giardino inferiore e la parte bassa del bosco, porta ad un altro ingresso cinquecentesco e ad una piccola e preziosa area, denominata comunemente Giardino delle Rose, situata nell'angolo est delle mura e costituita appunto da ricchi cespugli di rose.

Tra le sculture presenti nel parco, caratterizzate da una connotazione simbolica, si notano due teste leonine poste sui portali d'ingresso, e la testa di Giano bifronte collocata al confine tra il selvatico e il giardino formale.
Le prime alludono sia al nome che alla potenza del proprietario, mentre la testa di Giano sottolinea la diversità dei due luoghi di cui segna il limite.
Alcune iscrizioni collocate nel parco celebrano il proprietario nonché progettista del giardino. Tra gli annessi presenti si evidenziano una palazzina rinascimentale addossata alle mura e un caseggiato rustico posto nella parte alta.
Gli Orti Leonini, che sono dal 1975 di proprietà del Comune di San Quirico d'Orcia, vengono regolarmente aperti al pubblico ogni giorno. L'impianto si è mantenuto inalterato fino ad oggi attraverso una serie d'interventi conservativi, sotto la direzione della Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici per le province di Siena e Grosseto.


 


Horti Leonini

 

 

 

The Horti Leonini Ingresso: gratuito
Orario di apertura: dalle 8.00 alle 20.00
Giardini in Toscana | Gli Horti Leonini

Collegiata dei Santi Quirico e Giulitta o Chiesa della Collegiata
Percorso alternativo

   

Si presenta la possibilità di un percorso alternativo che, se da una parte allunga il cammino, tuttavia permette la visita della belissima Montalcino e soprattutto l'incontro con i monaci della Comunità Canonica di Sant'Antimo. La tappa di un giorno Buonconvento - San Quirico, viene ad impegnare così due giorni, con pernottamento a Sant'Antimo.
L'itinerario inizia a Buonconvento dove, chi parte da questo borgo, invece di prendere il tratto asfaltato della Cassia per Torrenieri, prende la strada a destra per Bibbiano. Chi arriva invece da Ponte d'Arbia, in prossimità di Buonconvento, invece di girare a sinistra per il borgo, gira a destra per Bibbiano. Il percorso ricalca quello tracciato dal CAI sulla carta dei sentieri della Val d'Orcia al 25.000, anche se ci sono alcune imprecisioni. Circa 1 Km da Buonconvento si trova a sinistra l'inizio del tratto sterrato segnalato come 5d della direttrice Buonconvento - Castiglion del Bosco. Si seguono le frecce blu per circa 2,5 Km su strada sterrata girando intorno alla Villa di Castelrosi e percorrendo bosco e campi arati, tenendo la direzione per la torre (vedi foto) Usciti dal campo di gira a destra e si arriva in 500 mt a Segalari.

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La Francigena in provincia di Siena

Via Francigena | Da Gambassi Terme a San Gimignano | Road Book (pdf)

Via Francigena | Da San Gimignano a Monteriggioni | Road Book (pdf)

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La Via Francigena | Da San Quirico d'Orcia a Radicofani | Road Book (pdf)

La Via Francigena | Da Radicofani a Acquapendente | Road Book (pdf)

 
Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana | www.archeogr.unisi.it/repetti

   
  Un'opera in cui si trovassero registrate le notizie topografiche e storiche di tutti i luoghi della Toscana, confrontando i tempi moderni con i più remoti, e accennando le cause più plausibili che concorsero alla loro sorte...

   
Guide

   
  Trezzini, La Via Francigena. Vademecum dal Gran San Bernardo a Roma (Association Via Francigena) 2000

   
 

Guida alla Via Francigena: 900 chilometri a piedi sulle strade del pellegrinaggio verso Roma, by Monica d'Atti and Franco Cinti. (Supplemento al numero 132, aprile 2006, di "Terra di Mezzo." Piazza Napoli 30/6, 20146 Milano.) ISBN: 88-8938-565-0.
In 38 tappe, il percorso dell’antica Via Francigena, dal Monginevro fino a Roma. Un’opera unica, per rigore e completezza, che riporta alla luce l’intero tracciato che ha visto camminare verso Roma generazioni di europei.
Tappa per tappa attraverso Piemonte, Lombardia, Emilia, Toscana e Lazio: e, per ogni giorno, la descrizione dettagliata del percorso, le cartine, i chilometraggi, dove trovare ospitalità, i luoghi da visitare.
Il percorso è suddiviso in tratti e ognuno può scegliere le distanze in base alle proprie forze e al tempo disponibile, ma ogni tappa è un frammento di un cammino unico che attraversa scenari di indescrivibile bellezza ricchi di storia e di tradizioni.

La prima e unica cartografia completa e dettagliata della Via Francigena: il percorso principale e tutte le varianti. 38 tappe, 900 chilometri a piedi, dal Monginevro a Roma, lungo il tracciato storico attraverso Piemonte, Lombardia, Emilia, Toscana e Lazio: le cartine e tutte le informazioni necessarie per orientarsi.
ISBN 9788889385609

   
Mappe

   
  Gran parte di questo percorso della Francigena si sovrappone ai sentieri delle Crete senesi. Quindi si consiglia di premunirsi della carta escursionistica scala 1/25000: Crete Senesi –1 Val d’Arbia, edita da Multigraphic di Firenze.

   
  Monica D’Atti & Franco Cinti, La Via Francigena. Cartografia e GPS. Dal Monginevro a Roma lungo l’itinerario storico, Milan: Terre di Mezzo Editore, 2007. ISBN: 978-88-8985-60-9

La prima e unica cartografia completa e dettagliata della Via Francigena: il percorso principale e tutte le varianti. 38 tappe, 900 chilometri a piedi, dal Monginevro a Roma, lungo il tracciato storico attraverso Piemonte, Lombardia, Emilia, Toscana e Lazio: le cartine e tutte le informazioni necessarie per orientarsi.
ISBN 978888938560

   
Scarica gratuitamente il road book dettagliato con la descrizione e le mappe del percorso | www.camminafrancigena.it    
   

[1] Questo articolo è basato sulgli articoli Buonconvento, Oratorio dell'Arciconfraternita della Misericordia (Buonconvento), Chiesa di San Lorenzo a Percenna, Villa La Rondinella, Il Castello di Bibbiano, Villa Chiatina, Collegiata dei Santi Quirico e Giulitta dell' enciclopedia Wikipedia ed è rilasciato sotto i termini della GNU Free Documentation License.
[2] Fonte: La Via Francigena | www.francigena.provincia.siena.it


Bibliografia

I giardini di Toscana, a cura della Regione Toscana, Edifir, Firenze 2001.

   
 
   


Buonconvento

Museo di Arte Sacra della Val d'Arbia

Via Soccini, 18 - Buonconvento (Si)
Le Opere | www.museoartesacra.it

Il Museo di arte sacra della Val d'Arbia si trova nel Palazzo Ricci Socini a Buonconvento, in provincia di Siena.
Al suo interno si conservano pregevoli opere pittoriche di Duccio, Pietro Lorenzetti, Luca di Tommè, Andrea di Bartolo, Sano di Pietro, Matteo di Giovanni, Rutilio Manetti, Francesco Vanni, nonché opere di oreficeria (turiboli, reliquiari, ecc.) e arredi lignei provenienti dalle chiese del territorio

Orario di apertura
13 marzo - 31 ottobre
10,00 - 13,00 / 15,00 - 19,00 (chiuso lunedì)

1 novembre - 12 marzo
sabato e domenica
10,00 -13,00 / 15,00 - 17,00


Museo della Mezzadria Senese | Piazzale Garibaldi 1 (Tinaia del Taja)
Orario di apertura

Mercato settimanale del Borgo
, ogni sabato mattina feriale dalle ore 8 alle 13,30. (Piazza Antonio Gramsci 8:00-13:00).

Bibliografia

Anna Maria Guiducci (a cura di), Museo d'arte sacra della Val d'Arbia, Siena, Protagon Editori Toscani, 1998.


 



La Casa Vacanze Podere Santa Pia è situata in un contesto paesaggistico di suggestiva bellezza, nel comune di Cinigiano, a meta' strada fra mare e montagna. Immerso nella natura, circondato dalla macchia mediterranea, con splendida vista sulle splendide colline del valle d'Ombrine, Santa Pia è ideale per una vacanza di riposo.
È possibile raggiungere in pochi chilometri luoghi di notevole interesse naturalistico e paesaggistico, come il Parco Regionale della Maremma, la Val d'Orcia, il Parco Faunistico del Monte Amiata e più vicino il Riserva Naturale Poggio all'Olmo.

Data la sua posizione geografica, è un'ottima base di partenza per gite di un giorno a Siena, Firenze, Perugia, Orvieto. Più vicino la Val d'Orcia. A pochi chilometri dalla casa vacanze si trovano gli stabilimenti termali di Bagno San Filippo e Saturnia. La Val d'Orcia è un'ampia valle situata in Toscana attraversata dal fiume Orcia, e offre numerose possibilità di itinerari tematici. La ricchezza di scorci e tesori d'arte e cultura, Montalcino, Pienza, San Quirico d'Orcia e Montepulciano sono le città che dominano questa zona. Villa La Foce costituisce uno degli esempi più importanti e meglio conservati di giardino italiano del primo Novecento.

Case vacanza in Toscana | Un gioiello nel cuore della Maremma Toscana | Podere Santa Pia


     
Pienza

Podere Santa Pia
Pienza
Century-old olive trees, between Podere Santa Pia and Cinigiano
         

 

 
Roccalbegna
Sansepolcro

Orvieto
         
Vini in Toscana
Vini in Toscana
Montefalco
Montalcino, fortezza

         
Podere Santa Pia, da cui si gode una splendida vista sull’intera vallata, dai Monti dell’Uccellina fino al mare e Montecristo.