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Da Biondi Santi - Tenuta Il Greppo a Sant'Angelo in Colle

   
   

Tenuta Il Greppo - Biondi Santi - Palazzo - La Velona - Castelnuovo dell'Abate - Abbazia di S.Antimo - Mulinello-Sesta - Casa Nuova Lisini - S.Angelo in Colle

Seguire la Strada Provinciale n.14; all'incrocio, vicino alla Fortezza, prendere la SP.55 per Sant'Antimo (Km. 28).

Tenuta Il Greppo - Biondi Santi

 
Il Greppo (Km. 2) Percorsi due chilometri, incontriamo a sinistra un viale di cipressi che conduce al complesso architettonico "Il Greppo" composto da vari edifici costruiti in epoche diverse. Da notare una cappella, sulla facciata della quale si vede il bel portale coronato da una cornice in laterizio. La sovrastante lunetta e le modanature che sostengono il timpano sono anch'esse in laterizio. Fu fatta costruire nel 1720 da Tullio Canali, insigne uomo di cultura locale ed autore della famosa storia di Montalcino. Le ulteriori modifiche architettoniche compiute nel secolo scorso sono evidenti nel loggiato a tutto sesto.

Palazzo (Km. 7) Dopo altri cinque chilometri imbocchiamo a sinistra una strada sterrata e, a 100 metri, giriamo a destra per il "Palazzo". L’Azienda Agricola Palazzo è stata acquistata nel 1983 dalla famiglia Loia-Palazzo, si trova nella zona Sud-Est di Montalcino. E’ estesa su una superficie di 12 ettari ad una altitudine di 320 metri s.l.m. I terreni, di origine eocenica, aridi e sassosi, sono particolarmente adatti alla coltura della vite. Il podere, una vecchia costruzione del 1700, è stato completamente ristrutturato e ammodernato negli impiantie nelle colture.
La struttura architettonica è riferibile al XIII secolo; in passato il complesso è stato una frateria appartenuta alla giurisdizione dell'Abbazia di S.Antimo. La casa torre con basamento a scarpa (parete inclinata sulla verticale) rifinito in cotto mostra, nella parte alta, alcune feritoie ed è costituita da due edifici con al centro il cortile. Ritornati indietro sulla strada asfaltata continuiamo a sinistra ed arriviamo così a Castelnuovo dell'Abate. Lasciato il paese alla nostra destra continuiamo per la prima strada a sinistra. Seguiamo, l'indicazione di Monte Amiata-Vetta e dopo un chilometro e mezzo arriviamo all'imbocco di una strada sterrata che porta al Castello La Velona (proprietà privata).

 
La Velona (Km. 8,5) II Castello venne costruito su un poggio da cui si domina la sottostante valle dell'Orcia. Le notizie sull'antico fortilizio sono alquanto scarse: nel 1208 La Velona era compresa tra le comunità del territorio ilcinese che, sottomesse a Siena, dovevano versare a questa città una regolare tassa. Il castello nel 1402 fu acquistato dalla famiglia Accarigi. Occupato dai fiorentini, divenne un importante baluardo nella guerra contro i Visconti, Signori di Siena. Due anni dopo, il fortilizio venne restituito alla Repubblica di Siena e da questo momento in poi La Velona entrò a far parte dei tanti presidi militari che, sotto il dominio senese, erano adibiti alla sorveglianza del territorio. La struttura presenta un paramento murario in conci di pietra con base a scarpa e torri angolari. Le due torri (una merlata a l'altra con tetto a capanna) sono collegate tra di loro tramite delle costruzioni più basse, che fungono da cinta muraria. Si accede al cortile interno tramite due passaggi coperti, posti a lato del torrione con il tetto a capanna. Nel cortile notiamo una cisterna e gli accessi alla cappella ed alla abitazione (edifici che furono costruiti addossati alle mura). Pochi chilometri più avanti troviamo il piccolo borgo di Monte Amiata Scalo, con l'omonima stazione ferroviaria. Visitato La Velona, ritorniamo all'incrocio e proseguiamo per Castelnuovo dell'Abate.

 

Castello di Velona

Castelnuovo dell'Abate (Km. 10) Il borgo sorge su una collina alle cui pendici orientali scorre il fiume Orcia. Sulla sua origine non si hanno notizie certe, ma sembra che i monaci della vicina Abbazia di S.Antimo l'abbiano ricostruito sulle rovine di un precedente insediamento romano. Tutto ciò sarebbe dimostrabile attraverso il cospicuo materiale archeologico, costituito da lapidi sepolcrali e frammenti di epoca romana, rinvenuti nella zona. Castelnuovo dell'Abate si sviluppò sotto la signoria degli Abati di S.Antimo, ma nel 1265 fu sottoposto alla repubblica di Siena, come castello di frontiera, che nel 1360 lo cinse di mura. Oggi delle mura rimane ben poco. Originaria è la porta d'ingresso al paese, anche se è stata nel corso dei secoli modificata. Entriamo ora nella via principale, percorrendo il Borgo di Mezzo fino ad arrivare alla Piazza Nuova, dove, sulla destra, troviamo il bel Palazzo Piccolomini, in stile rinascimentale. L'imponente edificio è in pietra con gli angoli, le finestre e il portale incorniciati da pietre a bugnato. Sulla destra dell'ingresso notiamo una piccola edicola raffigurante l'immagine di San Giuseppe in ceramica. Poco più avanti vediamo l'elegante Palazzo, in laterizio, del Vescovo Bellanti costruito nel tardo rinascimento. Di fronte ai due palazzi, la chiesa parrocchiale dei SS. Fi1ippo e Giacomo; questa conserva alcuni elementi in sti1e romanico. E' stata modificata nel 1597. Infine suggeriamo, prima di lasciare Castelnuovo, di ammirare lo stupendo e vasto panorama della Maremma e del monte Amiata visibi1i percorrendo la circonvallazione dell'abitato. Usciti da Castelnuovo dell'Abate seguiremo, a sinistra, l'indicazione per l'Abbazia di S.Antimo.

 

 

Castelnuovo dell'Abate

Abbazia di S.Antimo (Km. 12) L'Abbazia di Sant'Antimo sorge nella solitaria Valle Starcia; è uno dei monumenti più belli di stile romanico, probabilmente cistercense, con evidenti richiami ai modelli lombardi. Lasciando S.Antimo per tomare al bivio da cui siamo giunti, giriamo sulla destra per la strada che porta a Sant'Angelo in Colle che, dopo un breve tratto di asfalto, diviene sterrata.

 

   
   

L’Abbazia di Sant’Antimo


   

L'abside della Cappella Carolingia, attualmente sagrestia della chiesa.

 

  Montalcino, Piazza del Popolo   Bassorilievo sulla parete esterna del campanile

Mulinello (Km. 13) Dopo un chilometro circa osserviamo in alto, sulla destra, il podere Mulinello del XVIII secolo. La costruzione e composta da edifici a semicerchio al cui centro c'e il cortile dove e possibile entrare tramite un'unica apertura ad arco.

Sesta (Km. 14) Percorso un altro chilometro troviamo la località "Sesta"; qui sono state trovate tracce di insediamenti di epoca romana, resti di mura e basi di colonne. La Tenuta di Sesta è di proprietà della famiglia Ciacci dal 1850; e prime bottiglie di Brunello prodotte risalgono al 1966. L'azienda si trova nell'area a sud di Montalcino per un'estensione pari a 200 ha, 30 dei quali coltivati a vite. La storia dell’Azienda Agraria Lisini è strettamente legata alle vicende delle due Famiglie Lisini e Clementi proprietarie fin dal 1500 dei possedimenti in Chianti e a Montalcino.
Successivamente a Sesta fu eretta la Pieve di S. Maria, già ricordata in un documento del 650. Attualmente intorno all'antica chiesa, gravemente manomessa, sono stati costruiti vari edifici risalenti ai secoli XVIII-XIX.

Casa Nuova Lisini (Km. 16) Fatti altri due chilometri sulla sinistra c'è Casa Nuova Lisini.
L’Azienda Agraria Lisini è situata nella parte meridionale del Comune di Montalcino, a 8 Km da questo e ad 1 km dalla frazione di Sant’Angelo in Colle. Si estende su una superficie di 154 ettari dei quali quasi 90 sono costituti da bosco ceduo.
Soffermandoci possiamo ammirare un complesso architettonico risalente al 1700, dove il torrione in muratura è espressione della parte più antica. Interessante la loggia che si affaccia sul cortile; questa è formata da archi che, costituendo un insolito motivo decorativo, sono più piccoli da sinistra verso destra. Raggiungiamo la strada asfaltata, qui giriamo a sinistra per la SP. n. 14, ed arriviamo a S.Angelo in Colle.

 


Sant’Angelo in Colle

   
S.Angelo in Colle (Km.18) Il Borgo, di forma semicircolare, è posto sulla sommità di una collina, la cui esistenza e documentata dal 714 in un diverbio tra gli episcopati di Siena e Arezzo. Successivamente, nel 1208, S.Angelo in Colle si ritrova tra le piccole città dipendenti da Siena, che nel 1265 la fortificò, diventando cosi castello di frontiera. Intorno al 1282 fu dato in feudo alla famiglia Salimbeni e nel 1339 divenne sede del secondo vicariato. Questo amministrava un vasto territorio compreso fra le vali dell'Orcia, dell'Ombrone e del Merse. All'ingresso del borgo si erge un torrione, comunemente chiamato il Cassero, che fu in passato un fortilizio militare. Nel XIV secolo faceva parte, insieme ad un tratto di mura, di una grancia (fattoria gestita da religiosi) dello Spedale di S. Maria della Scala, importante punto di sosta durante gli spostamenti del bestiame verso la Maremma. Arrivati nell'ampia piazza Castello troviamo la pieve romanica di San Michele Arcangelo. L'entrata principale, il cui portale è costruito con lo stesso travertino dell'Abbazia di S.Antimo, è situata sulla destra dell'edificio. L'interno della chiesa, ad una sola navata, ha travature lignee e conserva opere di notevole pregio artistico: sulla destra vediamo i resti di un affresco di autore ignoto, sulla sinistra un bel dipinto raffigurante la Resurrezione, eseguito da Giovanni da Cortona nel 1477. Dietro l'Altare Maggiore un settecentesco crocifisso ligneo, sulla destra un altro affresco raffigurante Sant'Antonio di autore ignoto. Nel retro della chiesa vediamo il campanile in pietra con la parte finale in laterizio. A lato si trova l'elegante palazzo Franceschi, già ristrutturato nel Seicento, che ha subito ulteriori rimaneggiamenti nell'Ottocento: gli interventi hanno interessato le finestre del piano terra. Accanto, troviamo la Piazzetta del Pozzo, così chiamata perchè negli anni trenta vi si trovava una grande cisterna che venne chiusa perchè sprovvista di protezioni. Sul lato destro c'è un edificio con sottostante passaggio coperto e di fronte a questo il trecentesco palazzo dei Tolomei. L'edificio presenta due ingressi i cui portali recano lo stemma di famiglia; inoltre sulla semplice facciata in pietra sono da notare due marcapiani (cornici che segnano il livello dei piani) con decorazione a dentelli in laterizio. Proseguendo verso via del Calcinaio troviamo, a destra, una delle porte d'accesso alla città. Continuiamo ancora per questa via ed arriviamo alla chiesa della Madonna, che presenta una facciata in pietra con portale in laterizio. Al suo interno possiamo ammirare il bel dipinto, raffigurante la Vergine col Bambino, attribuito alla scuola dei Lorenzetti. Per poter visitare il Cassero chiedere informazioni al circolo ricreativo. Inoltre, percorrendo la strada esterna che segue l'antico tracciato delle mura, possiamo vedere l'antica chiesa di San Pietro. Usciti dal paese ritorniamo a Montalcino.[1]

 

Sant’Angelo in Colle


[1] Fonte: Comune di montalcino | Itinerari | www.comunedimontalcino.it/itinerari



Percorso alternativo | Da Buonconvento a San Quirico per Montalcino | Da Buonconvento a Montalcino | Montalcino - Abbazia di Sant’Antimo | Da Montalcino a San Quirico d'Orcia

Ufficio Informazioni Turistiche Montalcino
Costa del Municipio, 8 - Montalcino
Tel. (+39) 0577 849331 - Fax. (+39) 0

Mercato Settimanale Montalcino e Torrenieri.
Montalcino: Venerdì 07.00-13.00
Torrenieri: 1° e 3° martedì del mese Viale della Libertà 07.00-13.00

Mappa | Siti di interesse

Abbey of Sant’Antimo website

Montalcino Trekking Urbano | www.assessoratoturismomontalcino.com

Tenuta Il Greppo - Biondi Santi
Via dei Pieri, 1, 53024 Montalcino Siena
0577 848054 | www.biondisanti.it


Ristauranti a Montalcino e a S.Angelo in Colle | download pdf

 

Frazioni di Montalcino: Camigliano, Castelnuovo dell'Abate, S.Angelo in Colle, S. Angelo Scalo, Torrenieri e Tavernelle.
Comuni confinanti: Buonconvento, Castel del Piano (GR), Castiglione d'Orcia, Cinigiano (GR), Civitella Paganico (GR), Murlo, San Giovanni d'Asso, San Quirico d'Orcia.


 
   


Podere Santa Pia è situato nello splendido scenario delle colline del valle d'Ombrone nel cuore della Maremma. Un soggiorno alla casa vacanze potrà inoltre essere l'occasione per gustare alcune delle più celebri specialità della cucina toscana, come i pici e il pecorino di Pienza, accompagnandole con ottimi vini, come il Rosso e Brunello di Montalcino, il Montecucco e il Nobile di Montepulciano.
Santa Pia è situata presso Cinigiano, dove si trova la sede della Strada del vino Montecucco. La Strada del Vino di Montecucco percorre un'area molto vasta, dalle pendici del Monte Amiata, tra la Maremma e il Monte Amiata. La Strada del Vino Montecucco è circondata da denominazioni prestigiose come Brunello di Montalcino, Morellino di Scansano, Sant'Antimo e Monteregio di Massa Marittima.

Case vacanza in Toscana | Un gioiello nel cuore della Maremma Toscana | Podere Santa Pia


     

Pienza
Podere Santa Pia
Pienza
Val d'Orcia" tra Montalcino Pienza e San Quirico d’Orcia
         

 

 
Rocca d'Orcia, Rocca di Tentennano
Roccalbegna
Sansepolcro

Rocca d'Orcia
         
         
Podere Santa Pia, da cui si gode una splendida vista sull’intera vallata, dai Monti dell’Uccellina fino al mare e Montecristo.

         
         
Tenuta Il Greppo - Biondi Santi

   
La storia del Brunello del Greppo comincia nel 1880 con Clemente Santi possessore di vaste proprietà terriere a Montalcino e Pienza. Egli dedicò gran parte della sua attività all'agricoltura, in modo particolare al Greppo, azienda agricola di proprietà della madre Canali; ma è stato solo alla fine del 19 ° secolo, con Ferruccio, che la tenuta il "Greppo"ha lasciato il segno nella storia della viticoltura. Fu allora, tra le colline di Montalcino che Ferruccio produsse il primo Brunello.
Oggi, è il figlio di Tancredi, Franco Biondi Santi che gestisce l'azienda, che si sviluppa su 47 ettari di terreno e che produce circa 70.000 bottiglie l'anno. Tutti i vini vengono conservati in botti di rovere di Slavonia, solo alla fine del quarto anno di conservazione avviene l’imbottigliamento nelle bottiglie bardolesi e l’esportazione in tutto il mondo.

Le aziende agricole "Tenuta Greppo" di Franco Biondi Santi e "Villa Poggio Salvi" di Pierluigi Tagliabue che oggi danno vita alla Biondi Santi SpA. Un connubio di carattere commerciale, con l'obiettivo di ampliare la presenza del Brunello e degli altri vini toscani sui mercati nazionali ed internazionali, ed anche e soprattutto per continuare nell'opera di valorizzazione di queste celebre vino nel mondo.

Proprietà: famiglia BIondi Santi Anno di fondazione : 1888 Enologo : Franco Biondi Santi per il Greppo, Jacopo Biondi Santi Vittorio Fiore per le altre aziende Bottiglie prodotte : 580.000; Ettari Vitati: tenuta il greppo 20 , Villa Poggio Salvi 50 , castello di Montepo 40 + 10 in affitto.
www.biondisantispa.com
 


Franco Biondi Santi

 

Produttori DOCG Brunello di Montalcino [1]


   
A     B     C     D         F     G     H     I     J     K     L     M     N     O     P     Q     R     S     T     U     V     W     Z

 

Nel 1966 il Brunello di Montalcino assume la Denominazione di Origine Controllata (DOC). Quindi, dall'inizio degli anni Settanta inizia un esplosione continua di ettari iscritti per la coltivazione a Brunello. Un'idea dell'incremento di produzione di Brunello negli anni scorsi la danno queste cifre: nel 1975 sono state prodotte 800.000 bottiglie da 25 aziende; nel 1979 più di 1.500.000 bottiglie prodotte da circa 40 aziende; nel 2005 sono oltre 6 milioni di bottiglie per 240 aziende! Il disciplinare ha sempre ricercato la qualità del prodotto finale, puntando in maniera decisa sulle basse rese, sul periodo di elevazione e quello minimo di immissione al consumo. L'unico vitigno ammesso è ovviamente il Sangiovese grosso, che non deve superare gli 80 quintali ad ettaro ed una resa dell'uva in vino del 68%; l'imbottigliamento va effettuato nella zona di produzione e l'immissione al consumo può avvenire solo dopo 5 anni dalla vendemmia, che diventano 6 per la Riserva. Nel 1980 la denominazione viene innalzata a rango di Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG), la prima sul territorio nazionale. Nel corso degli anni il Disciplinare di Produzione è stato però modificato e gli anni di maturazione obbligatori in legno di rovere diminuiti, prima da quattro a tre e mezzo, quindi a tre, poi a due, ma sempre con quattro anni di sosta totale in cantina, e cinque per la Riserva. Il motivo si trova nella estrema diversità geologica e nelle caratteristiche dei terreni fondati a Brunello, in un territorio molto vasto e con microzone climatiche diverse ed interessanti. Anche il Rosso di Montalcino ha assunto la Denominazione di Origine Controllata (DOC) nel 1983. Infine nel 2004 il territorio della Val d'Orcia è stato nominato patrimonio mondiale dall'UNESCO.

Consorzio del Vino Brunello di Montalcino

Il Consorzio del Vino Brunello di Montalcino è nato nel 1967, all'indomani del riconoscimento della D.O.C., come libera associazione fra i produttori intenzionati a tutelare il loro vino ed a valorizzarne le caratteristiche. Il Consorzio ha favorito la nascita di un tessuto produttivo fatto di aziende vecchie e nuove, piccole e grandi, unite da intenti comuni di rispetto della natura e aspirazione all’alta qualità del vino.
Il Consorzio organizza gli eventi in Italia e all’estero e la partecipazione dei produttori alle fiere. Cura l’immagine delle denominazioni montalcinesi mediante un ufficio stampa, diffonde notizie attraverso un sito web e numerose pubblicazioni in più lingue. Un’attività meno visibile ma molto importante è l’assistenza alla stampa specializzata e agli opinion makers per i quali vengono organizzate degustazioni e visite. Altrettanto importante l’assistenza ai soci sulle normative che regolano la produzione del vino.

Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, Piazza Cavour n. 8, 53024 Montalcino

 

Vini in Toscana
Banfi, Castello di Poggio alle Mura
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