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Giotto, Madonna in maestà (pala di Ognissanti), 1310 circa, tempera su tavola, cm 325 x 204, Firenze Galleria degli Uffizi

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"Credette Cimabue nella pittura / Tener lo campo, ed ora ha Giotto il grido/ sì, che la fama di colui oscura "
Dante, Divina Commedia

Giotto di Bondone | Ognissanti Madonna (Madonna in Maestà)

   
   

La Maestà di Ognissanti è un dipinto a tempera e oro su tavola (325x204 cm) di Giotto, databile al 1310 circa e conservato agli Uffizi di Firenze, dove è scenograficamente collocato a poca distanza da analoghe pale di Cimabue (Madonna di Santa Trinita) e Duccio di Buoninsegna (Madonna Rucellai).[1] Anticamente si trovava nella chiesa di Ognissanti a Firenze, da cui il nome. [2]


   
   
Storia


   

Questa pala venne dipinta dal maestro tornato a Firenze dopo essere stato ad Assisi (almeno secondo la grande maggioranza della critica italiana che assegna a Giotto le Storie di San Francesco di Assisi). Altri critici la collocano in epoca più tarda, dopo vari viaggi, verso il 1314-1315, dopo comunque gli affreschi della Cappella degli Scrovegni di Padova, quando era così noto da far scrivere a Dante la famosa menzione nella Divina Commedia (Purgatorio, XI, 94-96), in cui si cita, a proposito della transitorietà della fama, come quella di Giotto abbia ormai eclissato il maestro Cimabue.

La prima menzione dell'opera come lavoro di Giotto risale a Lorenzo Ghiberti come "tavola grandissima di Nostra Donna a sedere in una sedia con molti angeli intorno". Nella chiesa si trovava sul lato destro, probabilmente sul tramezzo, la recinzione che prima del Concilio di Trento divideva nelle chiese la zona dei sacerdoti (il presbiterio) da quella dei fedeli, oppure su un altare ad esso accostato. Il Bambino benedicente infatti è voltato di tre quarti e con lo sguardo verso sinistra.


Descrizione e stile

Il confronto con le opere precedenti dà un valido metro di come l'arte di Giotto si muovesse ormai verso un radicale rinnovamento della pittura, anche se non mancano stilemi arcaici come il fondo oro e le proporzioni gerarchiche, queste ultime dovute forse alla necessità di mostrare il maggior numero possibile di fedeli attorno alla Vergine. Il tema della Maestà è reinterpretato con grande originalità, incentrato sul recupero della spazialità tridimensionale degli antichi e sul superamento della frontalità bizantina.

La Madonna e il Bambino hanno un volume solido, ben sviluppato in plasticità, dal netto contrasto tra ombre e lumeggiature, molto più che nella vicina opera di Cimabue (la Maestà di Santa Trinita) di circa dieci anni anteriore. Le figure sono incorniciate da un raffinato trono cuspidato, creato secondo una prospettiva intuitiva ma efficace. Esso si ispira a Cimabue, ma ha anche una straordinaria somiglianza con quello della Giustizia della Cappella degli Scrovegni. Originalissima è poi la disposizione dei due santi nell'ultima fila, visibili solo attraverso il traforo del trono, che assomiglia a un trittico richiuso o a un ciborio ornato di incorstazioni marmoree.

 

 

Ognissanti Madonna, Galleria degli Uffizi, Florence

Tutti gli sguardi degli angeli convergono verso il centro del dipinto, con l'innovativa rappresentazione di profilo di alcuni di essi, una posizione riservata solo alle figure sinistre (Giuda, i diavoli...) nell'arte bizantina. Essi hanno in mano doni per la Madonna: una corona, un cofanetto prezioso e vasi con gigli (simboli di purezza) e rose (fiore mariano): i vasi sono tra i primi esempi in ambito medievale di "natura morta", già sperimentata da Giotto nella Cappella degli Scrovegni.

A differenza delle opere più antiche, Giotto ricava uno spazio pittorico nel quale dispone con verosimiglianza gli angeli e i santi: essi sono ancora rigidamente simmetrici, ma non lievitano ormai più uno sull'altro, né sono appiattiti, ma si collocano con ordine uno dietro all'altro, ciascuno diversificato nella propria fisionomia, finemente umanizzata rivelando un'inedita attenzione al dato reale.

La tecnica pittorica è molto avanzata ed ha completamente sorpassato la schematica stesura tratteggiata del Duecento, preferendo una sfumatura delicata ma incisiva e regolare, che dà un volume nuovo alle figure.


Giotto di Bondone, Ognissanti Madonna (detail), c. 1310, tempera on wood, 325 x 204 cm, Galleria degli Uffizi, Florence

 
   
   

[1] Celebre pittore e architetto toscano (Colle di Vespignano in Mugello è, secondo la tradizione, il suo paese natale), iniziò probabilmente il percorso artistico a Firenze con Cimabue (1240-1301). Tra le sue opere principali, le Storie del Vecchio e Nuovo Testamento (c. 1290) e la Vita di S. Francesco d'Assisi (c. 1300) nella Basilica Superiore di Assisi; gli affreschi della Cappella degli Scrovegni a Padova (1304-1305). Nominato capomastro dell'Opera del Duomo di Firenze nel 1334, nello stesso anno dette inizio alla costruzione del Campanile, proseguita dopo la sua morte da Andrea Pisano (1290/95-1349) e portata a compimento da Francesco Talenti (1300?-1369?).
[2] I dipinti "in Maestà " raffigurano la Madonna assisa in trono con in braccio Gesù bambino spesso circondata da angeli e santi. Tale pratica si sviluppò nella seconda metà del XII secolo e nel XIII secolo sia come affresco che come dipinto su pale d'altare lignee. Esempi celebri di questo genere di pittura sono la Maestà di Simone Martini nel Palazzo Pubblico di Siena o l'affresco di Cimabue nella Basilica di San Francesco d'Assisi.

Altre Maestà su tavola sono invece la Maestà di Duccio di Buoninsegna o la Maestà di Ognissanti di Giotto.

Il tema opposto a quello della Maestà è la Madonna dell'umiltà, dove la Vergine col Bambino siede invece in terra, magari su un semplice cuscino. Questa iconografia si sviluppò alcuni decenni dopo, ed era legata alla idee di povertà della Chiesa degli ordini mendicanti come i francescani spirituali: la figura della Madonna simboleggiava infatti la Chiesa stessa e il Bambino il suo fondatore.

Bibliografia

AA.VV., Galleria degli Uffizi, collana I Grandi Musei del Mondo, Roma 2003.

Gloria Fossi, Uffizi, Giunti, Firenze 2004, pag. 110. ISBN 88-09-03675-1




Giorgio Vasari | Le vite de' più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue insino a' tempi nostri | Giotto

Art in Tuscany | Giorgio Vasari | Lives of the Most Excellent Painters, Sculptors, and Architects | Giotto

Francesca Flores D'Arcais, Giotto, Abbeville Press, (October 1, 1995), New York, London, Paris.

 
Cimabue, (Santa Trinita Madonna), 1280-1285, Galleria degli Uffizi Gallery, Firenze

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La Galleria degli Uffizi

       
Firenze con i suoi musei, palazzi e chiese ospita alcuni dei più importanti tesori artistici del mondo. Tra i luoghi d' arte e di culto più conosciuti della città vi sono senz' altro la Galleria degli Uffizi, il Battistero, il Duomo e il Campanile di Giotto, San Lorenzo, Palazzo Vecchio, la Loggia della Signoria, Santa Maria Novella, la Certosa, etc.
La Galleria degli Uffizi è il più importante museo di Firenze e uno dei più famosi musei del mondo. L'edificio ospita una superba raccolta di opere d'arte, divisa in varie sale allestite per scuole e stili in ordine cronologico. Si tratta di un patrimonio artistico immenso, comprendente migliaia di quadri che vanno dall'epoca medievale a quella moderna, un gran numero di sculture antiche, di miniature, di arazzi.
Tra le opere più rilevanti del Museo degli Uffizi, comprendente tra l'altro la maggiore collezione al mondo di dipinti del Botticelli (Nascita di Venere, Primavera), troviamo capolavori dell'Orcagna (Trittico di San Matteo), Piero Pollaiolo, Giotto, Duccio di Buoninsegna, Cimabue, Masaccio, Taddeo Gaddi, Masolino, Leonardo da Vinci (Annunciazione, Adorazione dei Magi), Gentile da Fabriano (Adorazione), Filippo Lippi, Paolo Uccello (Battaglia di San Romano), Beato Angelico, Michelangelo (Sacra Famiglia con san Giovannino o Tondo Doni), Raffaello (Madonna del Cardellino, Ritratti dei duchi di Urbino Elisabetta Gonzaga e Guidobaldo da Montefeltro, Ritratto di Leone X con i cardinali Giulio de' Medici e Luigi de' Rossi), Caravaggio (Medusa), Piero della Francesca (Dittico), Perugino, Tiziano (Venere di Urbino), Rubens, Rembrandt, Mantegna.

Il palazzo degli Uffizi è una costruzione architettonica di grande importanza, e al suo interno custodisce capolavori dell'arte mondiale di valore inestimabile. L'origine del palazzo che ospita il museo risale al 1560, quando Cosimo I de' Medici fece progettare a Giorgio Vasari un grande palazzo a due ali che doveva ospitare gli uffici (Uffizi) dello Stato fiorentino. La costruzione ha la forma insolita e singolare di una U, rivolta verso il fiume Arno. I due corpi della costruzione sono paralleli e sono collegati tra loro da un corridoio che ha sei grandi finestre ad arco che si aprono sopra il cortile del palazzo, con stupende vedute sul Palazzo Vecchio e sopra il fiume Arno, con stupende vedute sul Ponte Vecchio. Lo stesso Vasari, pochi anni dopo la costruzione del palazzo, tramite un corridoio aereo (Corridoio Vasariano), collegò gli Uffizi con Palazzo Pitti.

Il primo nucleo della Galleria fu creato, nel 1581, da Francesco I de' Medici, figlio di Cosimo, all'ultimo piano dell'edificio, ed era costituito dalle collezioni Medicee raccolte nel Quattrocento e nel Cinquecento, sistemate inizialmente nella sala della Tribuna e nelle salette adiacenti. Il museo fu regolarmente aperto al pubblico sotto la dinastia lorenese.

Indirizzo: Loggiato degli Uffizi 6 Firenze.
Orario: da martedì a domenica ore 8.15-18.50; da luglio a settembre fino alle 22,00. chiuso il lunedì, capodanno,1° maggio, Natale.

Arte in Toscana |Firenze | Galleria degli Uffizi

 

 

La Galleria degli Uffizi
La Chiesa di Ognissanti Fu fondata alla metà del secolo XIII dai frati Umiliati, ordine religioso dedito alla lavorazione e al commercio delle stoffe. Nel Cinquecento Cosimo I de' Medici assegna il complesso religioso prima agli Scopetini, poi ai Frati Minori Osservanti e prendono avvio importanti lavori di ristrutturazione della chiesa. L'interno conserva l'impianto architettonico gotico ad una sola navata e con transetto rialzato, ma presenta una decorazione sobriamente barocca, così come barocca è la facciata, realizzata dal Rigetti nel 1637.
Di particolare interesse il Refettorio dell’attiguo convento, a cui si accede dal chiostro. Sulle pareti spiccano due affreschi rappresentanti due santi "intellettuali": un bellissimo Sant'Agostino nel suo studio di Botticelli e un San Girolamo del Ghirlandaio. Il cenacolo ospita anche una splendida Ultima Cena: l’affresco - eseguito dal Ghirlandaio nel 1480 - richiama vivacemente la natura e gli elementi della vita quotidiana.

Disco in marmo sul pavimento indicante la sepoltura di Sandro Botticelli e della sua famiglia. Tomba della famiglia Vespucci.Sulla facciata rilievo in maiolica dell'incoronazione di Maria. Affreschi "Madonna della Misericordia" "Cenacolo" San Girolamo nello studio"(Ghirlandaio), "Sant'Agostino" (Botticelli).

Indirizzo: Via Borgognissanti 42 - Florence
Orari: 8:00-12:00/16:00-18:00

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  Chiesa degli Ognissanti

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