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Bartolo di Fredi (1330-1410), Il sogno di Giuseppe, affresco, Collegiata, San Gimignano


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Bartolo di Fredi

   
   
Bartolo di Fredi (Siena, 1330 circa – Siena, 26 gennaio 1410) è stato un pittore italiano della scuola senese.
Ebbe anche il soprannome di Bartolo Battiloro.

Imitando lo stile di Simone Martini e di Pietro e Ambrogio Lorenzetti, si pone all'attenzione come uno dei rappresentanti più tipici della scuola senese, con forte caratterizzazione per uno stile che possiamo dire assai "decorativo". Fu comunque uno dei pittori più importanti della seconda metà del Trecento, sia a Siena, che nelle città limitrofe che ancora oggi conservano numerose sue opere.
Anche suo figlio Andrea (1358/64 - 1428) e suo nipote Giorgio di Andrea (doc. 1409 - 1414/17) intrapresero l'attività di pittore; un altro suo nipote, Sano di Andrea (1421/91), è documentato principalmente come battiloro.
Con il pittore Andrea Vanni aprì nel 1353 una bottega a Siena: questo è l'anno in cui il nostro pittore viene citato per la prima volta .
Nonostante l'attività di pittore, fu impegnato anche a ricoprire in più occasioni importanti cariche pubbliche.
La sua opera firmata più antica che ci sia pervenuta è la Madonna della Misericordia che oggi si conserva nel Museo Diocesano di Pienza, assai influenzata dalle tavole con il medesimo soggetto di Simone Martini e Lippo Memmi.
Variamente datati al terzo quarto del Trecento sono due affreschi nel Convento di San Lucchese a Poggibonsi, con Sant'Andrea condotto al Martirio e San Nicola di Bari e le tre fanciulle.


Le opere per Siena e San Gimignano
   
   
Adorazione dei Magi

Bartolo di Fredi, Adorazione dei Magi, Siena, Pianacoteca Nazionale, 1375 - 1385 ca.



Nel 1367 firma le Storie del Vecchio Testamento nella Collegiata di San Gimignano, iniziati già nel 1356. Nel Museo di Arte Sacra si conserva una bella tavola denominata la Madonna della rosa.[1]

A Siena realizzò intorno al 1361 alcune opere, oggi perdute, nel Palazzo Comunale. Ottenne numerose commissioni dal Duomo e da altre importanti chiese cittadine: tra il 1374 e il 1409 Bartolo realizzò tavole e affreschi per numerose cappelle del Duomo, perdute o non identificate. Per Moran (1976) e Freuler (1994) la tavola con l' Adorazione dei Magi, oggi alla Pinacoteca Nazionale potrebbe venire proprio dalla Cattedrale della città, anche se i frammenti della sua predella, il più grande dei quali è Cristo in croce venerato da sante e santi al Lindenau Museum di Altenburg, presentano numerose figure appartenenti all'ordine domenicano tanto da far pensare ad una commissione di quell'Ordine.

Di nuovo a San Gimignano nella cappella alla destra dell'altare maggiore in Sant'Agostino si trovano affreschi con scene della Vita della Vergine (1374 - 1375), copiate dalle perdute scene che erano state affrescate da Simone Martini, Ambrogio Lorenzetti e Pietro Lorenzetti (1335) sulla facciata dell'Ospedale del Santa Maria della Scala di Siena. Per la stessa chiesa dipinse un polittico di cui una tavola con la Presentazione al tempio oggi si trova al Louvre (1388): in questo caso il modello è palesemente la tavola di Ambrogio Lorenzetti che si conserva agli Uffizi.

Art in Tuscany | Bartolo di Fredi | The adoration of the magi


 

 

Bartolo di Fredi, Storie del Vecchio Testamento, affreschi, Collegiata di San Gimignano

Bartolo di Fredi, Storie del Vecchio Testamento, Distruzione dell'esercito di Giobbe, Collegiata di San Gimignano

Bartolo di Fredi, Abramo si divide da Lot nella terra di Canaan, affresco, Duomo, San Gimignano


A Volterra

Dal 1377 al 1380 fu impegnato nella decorazione della cappella maggiore del Duomo di Volterra. Resta anche una deliziosa tavola con Madonna con Bambino, chiamata anche Madonna delle Grazie o della Pietrina dal Santuario dalla quale proviene, nel comune di Montaione, ed oggi nei depositi del Museo Diocesano di Arte Sacra di Volterra, presso il Palazzo Vescovile.[2]

A Montalcino

Negli anni ottanta del Trecento Bartolo fu impegnato in numerose commissioni per le chiese dei vari ordini mendicanti di Montalcino. Dalla Chiesa di san Francesco provengono:
frammenti di un polittico con una Deposizione dalla croce, San Giovannino condotto dall'Arcangelo Uriel nel deserto, il Battesimo di Cristo, la Lievitazione del Beato Filippino Ciardelli, Il Beato Filippino Ciardelli risana i malati e un frammento di predella riadattato nel Seicento a spertello di tabernacolo con un Cristo nel sepolcro, tutti datati al 1383, oggi al Museo Civico e Diocesano d'Arte Sacra della città.
Il grande Polittico dell'incoronazione della Madonna, firmato e datato 1388, in passato smembrato ed oggi ricomposto nella quasi totalità nel museo.
Un trittico (ma in origine di un polittico si trattava) con Madonna in trono con Bambino tra i santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista, proveniente dalla cappella di San Pietro ed oggi nel Museo Comunale di Lucignano, databile negli anni ottanta del Trecento.

Del polittico dipinto per la pieve dei Santi Filippo e Giacomo degli agostiniani non resta che una Madonna col Bambino, anch'esso al museo cittadino di Montalcino.



Bartolo di Fredi (1330-1410), Creazione dell'universo, Collegiata, San Gimignano



Altre opere

 

Altre opere si trovano a Monticiano nella sala sala capitolare della chiesa di Sant'Agostino (affresco con Madonna in trono e sant'Agostino e il beato Antonio Patrizi da Monticiano, 1380 - 1388), alla Pinacotea Vaticana (Natività e adorazione dei pastori, 1383 ca.), al Museum of Fine Arts di Budapest (Annunciazione, 1383 ca.), al Los Angeles County Museum of Art (Annunciazione, 1388), al Metropolitan Museum of Art di New York (Adorazione dei Magi, 1390 ca.).

Per la basilica di San Domenico a Siena Bartolo realizzò l' Altare di San Pietro Martire e la Pala Malavolti, un tempo datata 1397: quest'ultima è l'opera più tarda giuntaci, attribuibile con sicurezza al nostro pittore.

Nel 1410 Bartolo fu sepolto nel chiostro del convento di San Domenico a Siena.



Trionfo della Morte, attribuito a Bartolo di Fredi


La chiesa di San Francesco si trova nella piazza omonima a Lucignano.
La chiesa, collocabile tra la seconda metà del Duecento e l'inizio del Trecento, si presenta a unica navata coperta a capanna, con transetto lievemente sporgente e abside poligonale, coperta con volta a crociera e affiancata da due cappelle.
Numerosi sono gli affreschi scoperti e restaurati. Tra i più antichi quello trecentesco raffigurante il Trionfo della Morte, attribuito a Bartolo di Fredi. Nella parete sinistra del transetto è un grande affresco di scuola senese con tre scene in tre fasce sovrapposte (Stimmate di San Francesco, Madonna in trono tra i santi Cristoforo e Giorgio, Epifania).
 
 
   


Kanter, Laurence B., and George Bisacca. "Italian Renaissance Frames". In Heilbrunn Timeline of Art History. New York: The Metropolitan Museum of Art, 2000–. http://www.metmuseum.org/toah/hd/fram/hd_fram.htm (October 2008)

Meagher, Jennifer. "Italian Painting of the Later Middle Ages". In Heilbrunn Timeline of Art History. New York: The Metropolitan Museum of Art, 2000–. http://www.metmuseum.org/toah/hd/iptg/hd_iptg.htm (September 2010)


[1] La Piazza del Duomo è ancora oggi il cuore di San Gimignano, come nel Medioevo era il fulcro della vita politica e religiosa. Segnava l'incrocio tra la via Francigena (che andava da Nord a Sud) e l'antica strada Pisa-Siena (che andava da Est a Ovest).
Al centro, l'edificio più imponente è la Collegiata, che domina la piazza con la sua mole, dall'alto di una scalinata. Esattamente di fronte si trova il palazzo vecchio del Potestà con la Torre Rognosa e affiancato dalla Torre Chigi.
La Collegiata, conosciuta anche come il Duomo, dà il nome alla piazza e si trova lì dall'XI secolo. Nella prima metà del Duecento, nel periodo di massima floridezza economica, la piazza assunse l'aspetto che ha ancora oggi. Infatti vi furono costruiti i principali edifici pubblici e la facciata del Duomo fu ruotata fino a trovarsi di fronte al Palazzo vecchio del Potestà.
La Chiesa Collegiata, il Duomo di San Gimignano, risale al XII secolo. È uno splendido edificio che ha conservato tutte le caratteristiche medievali, ed è considerato uno degli esempi più prestigiosi dello Stile Romanico Toscano.
All'interno si resta senza fiato di fronte all'estensione e alla bellezza degli splendidi affreschi che ricoprono interamente le pareti delle tre navate: un concentrato di opere d'arte dal valore inestimabile.
A questa decorazione, che rappresenta storie dalla Bibbia e vite di santi, lavorarono artisti come Benozzo Gozzoli, Domenico Ghirlandaio, Taddeo di Bartolo e Jacopo della Quercia che realizzò un'Annunciazione di legno.
Chiesa di S.Agostino, San Gimignano
Si raggiunge da porta S. Matteo percorrendo la via Cellolese. La sua facciata molto semplice mantiene ancora i caratteri dell’originaria architettura. La porta sulla facciata principale non viene più usata come ingresso, ma ordinariamente per entrare in chiesa viene usata la porta che si apre sul lato destro.
L’interno è ad una navata con tetto a capriate e tre absidi ogivali.
La costruzione della chiesa di Sant'Agostino, con navata unica in stile romanico ed elementi gotici, si protrasse dal 1280 al 31 marzo 1298, quando fu consacrata dal cardinale Matteo d'Acquasparta. Al priore Frà Domenico Strambi si deve la costruzione del chiostro nella seconda metà del secolo XV e la decorazione rinascimentale della chiesa. Di notevole interesse é la cappella del beato Bartolo i cui resti mortali sono custoditi in un monumento marmoreo, scolpito nel 1495 da Benedetto da Maiano; gli affreschi della parete e della volta furono eseguiti nel 1500 da Sebastiano Mainardi; il pavimento in terracotta è opera di Andrea della Robbia. Sull'altare maggiore domina l'incoronazione della Vergine con Santi, dai lineamenti incisivi, tavola dipinta nel 1483 da Piero del Pollaiolo. A Benozzo Gozzoli si deve il ciclo di affreschi, nella cappella maggiore, con episodi della vita di Sant'Agostino, eseguito negli anni 1464-1465 con l'aiuto degli allievi Pier Francesco Fiorentino e Giusto di Andrea, autori anche dell'affresco votivo di San Sebastiano. Pregevoli sono i frammenti di affreschi di Bartolo di Fredi ed una Madonna di Lippo Memmi (1317), nonché la tavola di Frà Bartolomeo con Madonna e Santi ( 1530) ed in Sacrestia un Crocifisso ligneo del secolo XV.
[2] Le prime notizie relative alla Chiesa della Pietrina e al suo castello risalgono al XIV secolo. Il castello della pietrina comprendeva le località limitrofe, e fu libero comune fino al 1774, anno in cui il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo lo aggregò al comune di San Gimignano. In seguito nel 1835 divenne parte del comune di Montaione, rimasto tale fino ad oggi.
La Chiesa della Pietrina è resa famosa in tutta la Toscana anche per un famoso dipinto raffigurante la "Madonna con Bambino" del pittore senese Bartolo di Fredi, allievo di Simone Martini, che in quegli anni lavorò nella vicina Volterra.
Questa immagine, molto venerata dagli abitanti della Pietrina e di Montaione, venne rubata pochi anni prima della seconda guerra mondiale. In seguito venne ritrovata ed oggi è conservata presso la curia di Volterra, e riportata nel santuario della Pietrina solo in occasione della festa della Madonna della Pietrina o delle Grazie che si svolge l'ultima domenica di settembre.
Il Santuario della Pietrina è raggiungibile seguendo una particolare strada che da Iano porta alla località Palagio. E' situato a picco sulla cima di una collina che domina uno paesaggio mozzafiato sulla campagna della Toscana.


Bibliografia

Alessandro Bagnoli, Museo civico e diocesano d’arte sacra di Montacino, Siena, Edizioni Cantagalli, 1997, p. 28.

M. Boskovits (a cura di), Maestri senesi e toscani nel Lindenau - Museum di Altenburg, catalogo della mostra, Siena, Complesso museale di Santa Maria della Scala - Palazzo Squarcialupi, 15 marzo - 6 luglio 2008, Protagon Editori, 2008, pp. 66 - 72.

M. Burresi – A Caleca, Volterra d’oro e di pietra, catalogo della mostra, Volterra, Palazzo dei Priori – Pinacoteca Civica, 20 luglio – 1 novembre 2006, Ospedaletto (Pi), Pacini Editore, 2006, p. 105 (sulla Madonna della Pietrina).

Il Chianti e la Valdelsa senese, collana “I Luoghi della Fede”, Milano, Mondadori, 1999, p. 99 (sugli affreschi di San Lucchese).

Ada Labriola, Simone Martini e la pittura gotica a Siena, collana “I grandi maestri dell’arte. L’artista e il suo tempo”, Firenze, E – ducation.it, 2008 , p. 217.

Donatella Pegazzano, Lucignano. Il Museo Comunale, Montepulciano, Editrice Le Balze, 1997 pp. 38 – 39.
Jole Vichi Imberciadori– Pietro e Marco Torriti, La Collegiata di San Gimignano e il suo Museo d’Arte Sacra, Genova, Sagep Editrice, 1991, 66 (sulla Madonna della rosa).

P. Harpring, The Sienese Trecento Painter Bartolo di Fredi, Cranbury, New Jersey, Associated University Press, 1993.



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