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Ritratto di Ezra dal folio 5r del Codex Amiatinus
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Codex Amiatinus

   
   
Il Codex Amiatinus o Bibbia Amiatina è la più antica copia manoscritta conservata integralmente della Bibbia nella sua versione latina redatta da Sofronio Eusebio Girolamo, di cui si ritiene sia anche la copia più fedele.

Da un esemplare, proveniente dal Vivarium di Cassiodoro, l'abate dei monasteri di Wearmouth e di Jarrow in Northumbria (Inghilterra nordorientale), Ceolfrith fece eseguire tre copie, delle quali la Bibbia Amiatina (ms. Laur. Amiat. 1) è l'unica sopravvissuta intera. Il codice, scritto fra la fine del VII e gli inizi dell'VIII secolo da almeno 7 o forse 8 copisti, ha dimensioni eccezionali: composto di 1029 carte membranacee, misura infatti mm 540 x 335 e pesa circa 50 chili. Il suo straordinario interesse deriva non solo da queste caratteristiche esterne, ma anche dall'essere il più antico testimone completo della Bibbia nella sua versione latina.
Portato a Roma in dono al pontefice Gregorio II nel 716, in epoca non precisata, ma con ogni probabilità anteriore all'inizio del sec. XI, il codice pervenne per ragioni non note al monastero di San Salvatore sul Monte Amiata dove rimase per almeno sette secoli, salvo un breve soggiorno a Roma, dove fu collazionato dalla Commissione incaricata dell'edizione sistina della Bibbia (1590).
Conservato nell'armadio delle reliquie del monastero Amiatino, l'esemplare non sfuggì alla confisca leopoldina del 1782: due anni dopo fu assegnato alla Biblioteca Laurenziana dove i Medici e i Lorena concentrarono i più importanti testimoni librari della cultura occidentale in loro possesso.
La struttura imponente del codice, la veneranda età, il pregio delle grandi miniature (celeberrima quella raffigurante Esdra che ricopia le Sacre Scritture) hanno imposto una rigorosa conservazione del codice che ancora oggi si presenta in ottime condizioni. Quelle stesse caratteristiche hanno però reso difficili la consultazione, l'esposizione e la realizzazione di una riproduzione fedele del manoscritto.[1]
   
   
   

Realizzata originalmente in tre copie a partire dal 692 per volontà di Ceolfrid, abate di Wearmouth nel Regno di Northumbria, richiese anni di lavoro. L'originale acquisito a Roma era verosimilmente un codice della Vulgata nella versione dell'antiqua translatio corretta personalmente da Sofronio Eusebio Girolamo, forse il codex grandior prodotto nel VI secolo al monastero calabro di Vivarium per volontà dell'erudito abate Flavio Magno Aurelio Cassiodoro. Per rendere idea dell'impegno profuso nella realizzazione dell'opera, il monastero si assicurò i diritti su terre aggiuntive per poter allevare i 2000 capi di bestiame necessari a ricavare la quantità di pergamena richiesta[senza fonte].
Le copie fatte a Wearmouth e Jarrow e rimaste in Inghilterra giungono a noi in forma frammentaria, mentre la copia tornata in Italia è intatta. Lo stesso abate Ceolfrid oramai avanti con gli anni si incamminò in direzione di Roma portando con sé il tomo con l'intenzione di farne dono a papa Gregorio II. Ceolfrid morì durante il viaggio nell'odierna Borgogna e la Bibbia scomparve, per riapparire circa un secolo dopo nell'abbazia di San Salvatore, dove rimase custodita per quasi mille anni ed acquisì il nome di Codex Amiatinus. Presso il museo dell'abbazia di San Salvatore è possibile ammirare una copia recente dell'opera.
Il codice amiatino fu utilizzato per la preparazione dell'edizione sisto-clementina della Vulgata. Infatti, sul verso del secondo foglio di guardia è attaccato un cartiglio che reca la seguente nota manoscritta: "La presente Bibia A dì 12 di luglio 1587 fu portata al illustrissimo Card. Antonio Carafa per l'opera dell'emendatione della Bibia latina vulgata per ordine di S. Santità Sixto v in Roma e fu restituita a dì 19 di gennaro 1592 alli Reverendi Padri D. Marcello Vanni et D. Stefano Bizzotti Monaci di Monastero di S. Salvatore in Montamiata", firmato "Io Arturo de' conti d'Elci".
Soppressa l'abbazia di San Salvatore per volontà del granduca Leopoldo, nel 1786 il Codex Amiatinus fu trasferito presso la biblioteca Laurenziana (Cat. Sala Studio 6) in Firenze. È conservato tutt'oggi presso la Biblioteca Laurenziana, cui costituisce uno dei più importanti tesori.




Edizione

Un'edizione in facsimile della cosiddetta Bibbia Amiatina è stato realizzato da La Meta Editore nel 2008.[1]

 


 


Codex Amiatinus, f 796v, pred 716, Maiestas

 



   
   
Maiestas Domini, Codex Amiatinus (fol. 796v), Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana
   
 
   

Biblioteca Medicea Laurenziana
Piazza San Lorenzo n° 9 - 50123 Firenze

The Codex Amiatinus | www.lametaeditore.com


[1] Il seguente sito illustra le vari fasi della rilegatura del Codice Amiatino.
Codex Amiatinus | www.lametaeditore.com
La stampa del fax-simile è stata eseguita da La Meta Editore grazie alla fattiva collaborazione con la Direttrice della Biblioteca Medicea Laurenziana Franca Arduini, che è stata la supervisor di tutto il lavoro.


Bibliografia

H. J. White, The Codex Amiatinus and its Birthplace, in: Studia Biblica et Ecclesiasctica (Oxford 1890), Vol. II, p. 273

Richard Marsden, Amiatinus, Codex, in: Blackwell encyclopaedia of Anglo-Saxon England, ed. Michael Lapidge,John Blair,Simon Keynes, Wiley-Blackwell, 2001, s. 31.

Dom John Chapman, The Codex Amiatinus and the Codex grandior in: Notes on the early history of the Vulgate Gospels, Clarendon Press, Oxford 1908, pp. 2–8.

Ferdinand Florens Fleck, Novum Testamentum Vulgatae editionis juxta textum Clementis VIII. Romanum ex Typogr. Apost. Vatic. A 1592 accurate expressum (Lipsiae 1840).

Constantinus Tischendorf (1854). Codex Amiatinus. Novum Testamentum Latine interprete Hieronymo. Lipsiae: Avenarius and Mendelssohn.
Codex amiatinus (1854) | Jerome, Saint, d. 419 or 20, tr; Tischendorf, Constantin von, 1815-1874, ed | Read online wwws.archive.org

D. J. Chapman, Notes on the Early History of the Vulgate Gospels, Clarendon Press, Oxford 1908.

The City and the Book: International Conference Proceedings, Florence, 2001.

Alphabet and Bible: From the Margins to the Centre. Paper at Monte Amiata, 2009.

Makepeace, Maria. "The 1,300 year pilgrimage of the Codex Amiatinus". Umilta Website. Retrieved 2006-06-07. Contains link to facsimile project, as well.

H. J. White, The Codex Amiatinus and its Birthplace, in: Studia Biblica et Ecclesiasctica (Oxford 1890), Vol. II, pp. 273–308. reprint from 2007




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Questo articolo è basato sull'articolo Codex Amiatinus dell' enciclopedia Wikipedia ed è rilasciato sotto i termini della GNU Free Documentation License, e da Manuela Vestri, La Bibbia Amiatina | The Codex Amiatinus.

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