Piero della Francesca

Giorgio Vasari | Le vite | Piero della Francesca


Opere in ordine cronologico


Polittico della Misericordia

Battesimo di Cristo

San Girolamo penitente


San Girolamo e il donatore Girolamo Amadi,


Sigismondo Pandolfo Malatesta in preghiera davanti a san Sigismondo

Ritratto di Sigismondo Pandolfo Malatesta,

Storie della Vera Croce
       Morte di Adamo
       Adorazione del sacro legno e incontro di Salomone con        la Regina di Saba
       Sollevamento del legno della Croce
       Annunciazione
       Vittoria di Costantino su Massenzio
       Tortura dell'ebreo
       Ritrovamento e verifica della vera Croce
       Battaglia di Eraclio e Cosroè
       Profeta Geremia
       Angelo

Maria Maddalena

Polittico di Sant'Agostino


San Giuliano

Madonna del parto

Resurrezione

San Ludovico di Tolosa

Polittico di Sant'Antonio

Doppio ritratto dei Duchi di Urbino, sul verso Trionfo di Federico da Montefeltro e di Battista Sforza

Pala di Brera

Flagellazione di Cristo

Ercole

Madonna di Senigallia

Natività

Madonna col Bambino e quattro angeli






 





 
Arte in Toscana
             
 
Piero della Francesca, San Giuliano (dettaglio), 1454-1458, affresco frammentario staccato, 130x80 cm, Museo Civico, Sansepolcro
 
       
   

Piero della Francesca | San Giuliano, 1454-1458

   
   
San Giuliano è un affresco staccato frammentario (130x80 cm) di Piero della Francesca, proveniente dall'ex-chiesa di Sant'Agostino di Sansepolcro e databile al 1454-1458, lo stesso periodo degli affreschi delle Storie della Vera Croce ad Arezzo. Oggi è conservato nel Museo Civico di Sansepolcro, nella stessa sala della Resurrezione e del San Ludovico di Tolosa, sempre di Piero della Francesca.


Descrizione e stile


   
San Giuliano era un cavaliere, ma in questo affresco non porta l'armatura, in favore di un elegante abbigliamento quattrocentesco con mantello rosso. La sua figura originariamente era intera, ma durante lo stacco, operato in antico, venne parzialmente perduta.

Notevole è la resa degli effetti di luce ed ombra, com'è evidente nel panneggio della stoffa e nella rotondità plastica del volto. La fisionomia del giovane, forse un ritratto di una assistente di Piero, ricorre in numerose altre opere giovanili e nell'Angelo del ciclo di Arezzo. L'aureola è in prospettiva, come si trova nei decenni centrali del Quattrocento, e lo sfondo è neutro, imitante un marmo verde.

 

Piero della Francesca, San Giuliano (dettaglio), 1454-1458, affresco frammentario staccato, 130 x 80 cm, Museo Civico, Sansepolcro
   
   
 
   

Piero della Francesca
(Sansepolcro, 1416-1417 circa – Sansepolcro, 12 ottobre 1492)

Tra le personalità più emblematiche del Rinascimento italiano, fu un esponente della seconda generazione di pittori-umanisti. Le sue opere sono mirabilmente sospese tra arte, geometria e un complesso sistema di lettura a più livelli, dove confluiscono complesse questioni teologiche, filosofiche e d'attualità. Riuscì ad armonizzare, nella vita quanto nelle opere, i valori intellettuali e spirituali del suo tempo, condensando molteplici influssi e mediando tra tradizione e modernità, tra religiosità e nuove affermazioni dell'Umanesimo, tra razionalità ed estetica.

Vita

Le notizie sulla vita di Piero di Benedetto dei Franceschi, conosciuto come Piero della Francesca, sono molto poche. Suo padre era calzolaio e conciatore, e non si chiamava della Francesca ma de' Franceschi: sono sconosciute le cause del cambiamento del cognome da parte del figlio.

Per anni si è fissata la sua data di nascita, desunta dal Vasari, al 1406, ma un documento del 1439 lo attesta a bottega, come frescante, dell'artista Domenico Veneziano, pertanto Piero non può essere nato prima del 1410: oggi si ritiene tra il 1415 e 1420. Il luogo natio è Borgo Sansepolcro, paesino dell'alta Val Tiberina, non lontano da Arezzo. Nel 1430 Borgo Sansepolcro appartiene al pontefice Martino V.

Proprio a Firenze Piero attende con il maestro Veneziano agli affreschi di Sant’Egidio, raffiguranti le Storie della Vergine, di cui restano solo pochi frammenti. Le sue conoscenze degli stilemi artistici fiorentini, delle nozioni prospettiche del Brunelleschi, delle teorizzazioni dell’Alberti, dello studio della luce dell’Angelico e delle geometrizzazioni di Paolo Uccello si formano a Firenze. E' anche a contatto con il Beato Angelico, suo mediatore verso Masaccio e Brunelleschi.

Il borgo di Sansepolcro ebbe un ruolo decisivo nelle vicende che portarono alla battaglia di Anghiari. Nel 1438 lo Stato Pontificio ne aveva ripreso possesso, come previsto da un accordo con Niccolò Fortebraccio da Montone, che avrebbe dovuto restituirlo alla sua morte. Tuttavia il borgo venne occupato da Francesco Piccinino, figlio del capitano di ventura Niccolò Piccinino, che, dopo aver servito per un breve periodo sotto la repubblica fiorentina, s'era messo al servizio di Filippo Maria Visconti, duca di Milano (1425). I Piccinino erano parenti di Fortebraccio.

A quel punto Sansepolcro fu presa d'assedio dall'esercito pontificio di papa Eugenio IV, con l'appoggio dei fiorentini. Niccolò corse in aiuto del figlio e Sansepolcro non venne espugnata. Fu per evitare un'ascesa politica e militare di Piccinino e dei Visconti di Milano, che miravano già all'Umbria, che un grande esercito pontificio e fiorentino (con l'appoggio di Venezia) si organizzò e prese posizione nei pressi di Anghiari.
Il 29 giugno 1440, credendo opportuno approfittare della sosta ad Anghiari delle truppe del papa, Piccinino decise di attaccarle prendendole di sorpresa. Fu uno scontro non particolarmente cruento, ma i fiorentini la celebrarono come una vittoria decisiva per impedire al duca di Milano di prendere la bassa Toscana.
La vera battaglia avvenne quando l'esercito milanese puntò decisamente su Anghiari. L'effetto sorpresa fu però rovinato dall'enorme mole delle truppe di Piccinino, che solo a Sansepolcro era riuscito a raccogliere oltre 2.000 uomini, attratti dalle virtù militari del capitano visconteo e desiderosi di fare il sacco ai castellani di Anghiari. Le truppe furono avvistate con largo anticipo sulla via che da Sansepolcro le conduceva alla piccola fortificazione. Lo scontro, durissimo, venne vinto dai fiorentini e Piccinino, richiamato in Lombardia, abbandonò la Toscana quasi immediatamente. Nel 1440 Eugenio IV, riconquistato Borgo Sansepolcro, lo cede a Firenze, dove peraltro, per motivi di sicurezza, s'era dovuto spostare il concilio ecumenico di Ferrara.
Piero, poco dopo il 1440, lascia per sempre Firenze e nel 1442 a Borgo Sansepolcro si candida alle elezioni come consigliere popolare, facendo così capire di non amare molto le corti né di Firenze né di Roma (ad esse infatti preferirà sempre quelle di Umbria, Romagna e Marche). In particolare alla corte urbinate di Federico da Montefeltro, dove soggiornò a più riprese, a partire dal 1445, Piero con la sua nuova concezione dello spazio, influì notevolmente sulla creazione dello stesso Palazzo Ducale.

Federico da Montefeltro era diventato signore di Urbino nel 1444, succedendo al fratellastro Oddantonio ucciso in una congiura di palazzo, cui probabilmente lo stesso Federico non fu estraneo. Per vent'anni egli combatterà contro Sigismondo Pandolfo dei Malatesti, signore di Rimini e Fano. Nel 1463, appoggiandosi a papa Pio II, fermamente deciso ad eliminare la signoria malatestiana da Marche e Romagna, Federico riuscirà a sconfiggere definitivamente il suo rivale. Da quell'anno fino alla morte Federico conoscerà la stagione del suo massimo splendore.

Nel 1445 la Confraternita della Misericordia commissiona a Piero un polittico da realizzare in tre anni per l'altare maggiore della propria chiesa, che però porterà a termine verso il 1460. Le tavole saranno la Crocifissione, San Sebastiano, San Giovanni Battista, Sant'Andrea, San Bernardino da Siena, Madonna della misericordia. Il senso del volume, la plasticità dei corpi mostrano l'influenza di Donatello, mentre la pala maggiore del polittico ricorda il Masaccio.
Contemporaneo ai primi pannelli del polittico è anche il Battesimo di Cristo, nella Badia camaldolese di Sansepolcro. In questo dipinto la chiara luminosità del paesaggio rievoca le opere di Domenico Veneziano e del Beato Angelico, la prospettiva rigorosa del perno centrale è costituita dalla figura del Cristo e conferisce all'opera un certo equilibrio e l'armonia tipica delle opere pierfracescane.

A Ferrara nel 1449 lavora nel Castello degli Este e nella chiesa di Sant'Andrea, ma gli affreschi sono andati perduti.
Nel 1451 è a Rimini, ove lavora al Tempio Malatestiano, realizzando l’affresco di Sigismondo Malatesta. Era stato chiamato da Leon Battista Alberti, che personalmente non aveva mai conosciuto prima. Si reca ad Ancona, Pesaro e Bologna.
L’anno seguente è ad Arezzo, su richiesta della facoltosa famiglia Bacci, per proseguire gli affreschi della cappella maggiore in San Francesco (La leggenda della vera croce), la cui realizzazione s'era interrotta con la morte del pittore Bicci di Lorenzo, mediocre artista di scuola fiorentina.
Nel 1453 è di nuovo a Borgo, dove riceve dal Comune una balestra per partecipare a una rassegna militare in previsione della guerra tra Firenze e gli aragonesi.
A Urbino realizza la Flagellazione di Cristo. Coevi o di poco posteriore a questa, la Madonna del parto, nella cappellina del cimitero di Monterchi, la Resurrezione di Cristo nel palazzo dei Conservatori di Sansepolcro, la Santa Maria Maddalena nel Duomo di Arezzo. La Madonna del Parto è uno degli affreschi più celebri di Piero della Francesca, per la perfezione della costruzione prospettica e l’armonia della forma e del colore ricco di luce.
Nel 1454, chiamato da papa Niccolò V, si reca, verosimilmente, a Roma (Vasari), dove esegue affreschi per la chiesa di Santa Maria Maggiore (dei dipinti restano solamente alcuni frammenti). Vi ritornerà alcuni anni dopo, al servizio di papa Pio II Piccolomini, ma i suoi affreschi che decoravano le stanze vaticane sono andati perduti.
Nel 1460 è nominato a Borgo Sansepolcro tra i dodici probiviri del collegio istituito per la riforma della pubblica amministrazione. Sino al 1467 ricopre cariche pubbliche.
Nel 1462 a Urbino conoscerà il pittore Melozzo da Forlì, il matematico Luca Pacioli e l'architetto Luciano Laurana.

A Perugia affresca una tavola del polittico di Sant’Antonio, l'Annunciazione, dove l'artista concepisce soluzioni architettoniche molto ardite e complesse. Ma dal 1475 in poi la sua attività sembra arrestarsi. Ne è probabile causa una malattia agli occhi, che secondo Vasari lo conduce alla cecità totale. La notizia non troverebbe però conferma nel testamento di Piero, datato al 1487, nel quale egli afferma di essere in piena salute.
Agli anni Settanta appartengono una Madonna di Senigallia, una Sacra conversazione della pinacoteca di Brera, l'ultima grande testimonianza della sua arte.
Dal 1480 al 1482 è a capo dei priori della confraternita di San Bartolomeo.
Negli ultimi anni di vita Piero si dedica alla scrittura, lasciando ai posteri tre libri scientifici: De corporibus regolaribus, Trattato d’abaco e De prospectiva pingendi (nel 1435 Leon Battista Alberti aveva scritto il De Pictura).
Nel 1487 redige il proprio testamento. Muore il 12 ottobre del 1492 nel suo paese natio. Chiede di essere sepolto in quello che oggi è il Duomo di Sansepolcro. Alla sua bottega studiarono fra gli altri Luca Signorelli e il Perugino.

Piero della Francesca | Opere


Lista di opere (dipinti su tavola e affreschi) in ordine cronologico
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* Madonna col Bambino, 1440 circa, tempera su tavola, 53x41 cm, collezione privata, Italia
* Polittico della Misericordia, 1444-1465, tecnica mista su tavola, 273x330 cm, Museo Civico, Sansepolcro
* Battesimo di Cristo, 1440-1460 (datazione incerta), tempera su tavola, 167x116 cm, National Gallery, Londra
* San Girolamo penitente, 1450, tempera su tavola, 51x38 cm, Gemäldegalerie, Berlino
* San Girolamo e il donatore Girolamo Amadi, 1450 circa, tempera su tavola, 49x42 cm, Gallerie dell'Accademia, Venezia
* Sigismondo Pandolfo Malatesta in preghiera davanti a san Sigismondo, 1451, affresco, 257x345 cm, Tempio Malatestiano, Rimini
* Ritratto di Sigismondo Pandolfo Malatesta, 1451-1460, tecnica mista su tavola, 44,5x34,5 cm, Louvre, Parigi
* Storie della Vera Croce, 1452-1466, affreschi, Basilica di San Francesco, Arezzo
       Morte di Adamo, 390x747 cm
       Adorazione del sacro legno e incontro di Salomone con la Regina di Saba, 336x747 cm
       Sollevamento del legno della Croce (esecuzione di Giovanni da Piamonte), 356x190 cm
       Annunciazione, 329x193 cm
       Sogno di Costantino, 329 x 190 cm
       Vittoria di Costantino su Massenzio, 322x764 cm
       Tortura dell'ebreo (con Giovanni da Piamonte), 356x193 cm
       Ritrovamento e verifica della vera Croce, 356x747 cm
       Battaglia di Eraclio e Cosroè, 329x747 cm
       Eraclio riporta la Vera Croce a Gerusalemme, 390x747 cm
       Profeta Ezechiele (esecuzione di Giovanni da Piamonte), base 193 cm
       Profeta Geremia, 245x165 cm
       Angelo, frammento, base 70 cm
       Cupido, base 70 cm
* Polittico di Sant'Agostino, 1454-1469, tecnica mista su tavola, smembrato e parzialmente disperso
       Sant'Agostino, 133x60 cm, Museu Nacional de Arte Antiga, Lisbona
       San Michele Arcangelo, 133x59,5 cm, National Gallery, Londra
       San Giovanni Evangelista, 131,5x57,8 cm, Frick Collection, New York
       San Nicola da Tolentino, 136x59 cm, Museo Poldi Pezzoli, Milano
       Santa Monica, 39x28 cm, Frick Collection, New York
       Santo agostiniano, 39x28 cm, Frick Collection, New York
       Sant'Apollonia, 39x28 cm, National Gallery of Art, Washington
       Crocifissione, 37,50x41 cm, Frick Collection, New York
* San Giuliano, 1454-1458, affresco frammentario staccato, 130x80 cm, Museo Civico, Sansepolcro
* Maria Maddalena, 1460-1466, affresco, 190x105 cm, Duomo, Arezzo
* Madonna del parto, 1455-1465, affresco staccato, 260x203 cm, Museo della Madonna del Parto, Monterchi
* Resurrezione, 1450-1463, affresco, 225x200 cm, Museo Civico, Sansepolcro
* San Ludovico di Tolosa, 1460, affresco frammentario staccato, 123x90 cm, Museo Civico, Sansepolcro
* Polittico di Sant'Antonio, 1460-1470, tecnica mista su tavola, 338x230 cm, Galleria nazionale dell'Umbria, Perugia
* Doppio ritratto dei Duchi di Urbino, sul verso Trionfo di Federico da Montefeltro e di Battista Sforza, 1465-1472 circa, olio su tavola, 47x33 cm ciascun pannello, Uffizi, Firenze
* Pala di Brera, 1469-1474, tecnica mista su tavola, 248x170 cm, Pinacoteca di Brera, Milano
* Flagellazione di Cristo, 1470 circa, tecnica mista su tavola, 58,4x81,5 cm, Galleria Nazionale delle Marche, Urbino
* Ercole, 1470 circa, affresco staccato, 151x126 cm, Isabella Stewart-Gardner Museum, Boston
* Madonna di Senigallia, 1470-1485, olio su carta riportata su tavola, 61x53,5 cm, Galleria nazionale delle Marche, Urbino
* Natività, 1470-1485, olio su tavola, 124x123 cm, National Gallery, Londra
* Madonna col Bambino e quattro angeli, 1475-1482, tecnica mista su tavola, 107,8x78,4 cm, Clark Art Institute, Williamstown (Massachusetts)

Birgit Laskowski, Piero della Francesca, collana Maestri dell'arte italiana, Gribaudo, Milano 2007.

Giorgio Vasari | Le vite de' più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue insino a' tempi nostri | Piero della Francesca

Art in Tuscany | Giorgio Vasari's Lives of the Artists | Piero della Francesca

Attilio Brilli, Borgo San Sepolcro. Viaggio nella città di Piero, Città di Castello, Tibergraph Editrice, 1988.

Luca Madrignani (21-10-2007). Insurrezione e lotta armata a Sansepolcro. Patria Indipendente: pp. 25-27

Il Museo di Piero della Francesca sorge nell’antico Palazzo della Residenza di Sansepolcro, uno dei più rappresentativi di tutta la Toscana. All’interno, su una parete della Sala dei Conservatori, fu affrescata intorno al 1460, più o meno in contemporanea con l’altrettanto famosa Madonna del parto di Monterchi, la celebre Resurrezione, opera, a ragione, definita dallo scrittore inglese Aldous Huxley “la più bella pittura del mondo”. Proprio da questa illustre presenza scaturì, già nel Cinquecento, l’idea di riunire in questa stanza un gruppo di opere d’arte realizzando così la prima collezione artistica cittadina. Questo stesso ambiente oggi, accanto al celebre affresco, conserva le altre opere che Piero eseguì per la sua città natale alla quale rimase sempre legato.
Museo Civico, Via Niccolò Aggiunti, 65, 52037 Sansepolcro Arezzo | www.museocivicosansepolcro.it


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Piero della Francesca. Il Museo Civico di Sansepolcro

Il 29 Ottobre 2002 è stato presentato presso la sala Santi di Tito del Museo Civico di Sansepolcro, il volume Piero della Francesca. Il Museo Civico di Sansepolcro a cura di Attilio Brilli e Francesca Chieli.
Questo è il primo di una serie di volumi tematici che affrontano il rapporto tra le opere del pittore rinascimentale e le istituzioni museali che conservano i suoi capolavori. Scopo principale di questo progetto è quello di approfondire il tema del viaggio delle opere di Piero della Francesca, con particolare attenzione "alle vicende che ne hanno condizionato l'immagine, la fruizione e la fortuna critica". L'Istituzione Museo Civico e Biblioteca di Sansepolcro intende pubblicare una serie di volumi monotematici che, a cominciare proprio dal Museo Civico di Sanseplcro, si allarghino poi a tutti i musei, le pinacoteche e le istituzioni che ospitano le opere di Piero della Francesca. "Le esperienze vaste e multiformi che si collocano all'origine dell'attuale organizzazione museale in Toscana e l'ampia produzione teorica che l'accompagna sono documenti ancora in parte da esplorare, almeno per quanto riguarda i fenomeni in atto in aree decentrate e maggiormente circoscritte. In un clima più generale di rinnovato e spiccato interesse per l'arte, circolano infatti idee, orientamenti e convinzioni che hanno generato nel XIX secolo una diversa consapevolezza sulla funzione degli itinerari espositivi, promuovendo iniziative ed interventi che si sono diffusi a macchia d'olio, con il primato ovviamente di Firenze e delle principali città dell'Italia centrale. Il moltiplicarsi di siffatte iniziative, siano esse risolte nell'edificato, annotate graficamente o discorsivamente proposte, rimane comunque momento fondativo del rinnovato interesse per le collezioni pubbliche, per i luoghi e gli eventi a loro relativi" (F. Chieli). Alla fortuna di Piero della Francesca e dei suoi capolavori si deve soprattutto l'interesse di viaggiatori stranieri che all'inizio del XIX secolo non saranno più affascinati dall'Italia della classicità, ma dal grande patrimonio artistico del medioevo cristiano. Tra questi vanno ricordati Austen Henry Layard che venne in Italia nel 1855 con lo scopo di raccogliere una vasta documentazione iconografica sulle opere del XIV e XV secolo per poterne poi tramandare ai posteri, attraverso le copie riprodotte, la memoria di quei grandi capolavori. Come lui favorirono il successo e la conoscenza delle opere di Piero anche Augustus J. Cuthbert Hare, John Addington Symonds, Dan Fellows Platt, Hedward Hutton, André Maurel, Aldous Huxley ed André Suarès, in generale viaggiatori che fecero del loro viaggio in Italia un itinerario artistico. [Piero della Francesca. Il Museo Civico di Sansepolcro, a cura di Attilio Brilli e Francesca Chieli, Biblioteca d'Arte, Silvana Editoriale, Milano, 2002]

Piero della Francesca | Opere


Lista di opere (dipinti su tavola e affreschi) in ordine cronologico
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* Madonna col Bambino, 1440 circa, tempera su tavola, 53x41 cm, collezione privata, Italia
* Polittico della Misericordia, 1444-1465, tecnica mista su tavola, 273x330 cm, Museo Civico, Sansepolcro
* Battesimo di Cristo, 1440-1460 (datazione incerta), tempera su tavola, 167x116 cm, National Gallery, Londra
* San Girolamo penitente, 1450, tempera su tavola, 51x38 cm, Gemäldegalerie, Berlino
* San Girolamo e il donatore Girolamo Amadi, 1450 circa, tempera su tavola, 49x42 cm, Gallerie dell'Accademia, Venezia
* Sigismondo Pandolfo Malatesta in preghiera davanti a san Sigismondo, 1451, affresco, 257x345 cm, Tempio Malatestiano, Rimini
* Ritratto di Sigismondo Pandolfo Malatesta, 1451-1460, tecnica mista su tavola, 44,5x34,5 cm, Louvre, Parigi
* Storie della Vera Croce, 1452-1466, affreschi, Basilica di San Francesco, Arezzo
       Morte di Adamo, 390x747 cm
       Adorazione del sacro legno e incontro di Salomone con la Regina di Saba, 336x747 cm
       Sollevamento del legno della Croce (esecuzione di Giovanni da Piamonte), 356x190 cm
       Annunciazione, 329x193 cm
       Vittoria di Costantino su Massenzio, 322x764 cm
       Tortura dell'ebreo (con Giovanni da Piamonte), 356x193 cm
       Ritrovamento e verifica della vera Croce, 356x747 cm
       Battaglia di Eraclio e Cosroè, 329x747 cm
       Eraclio riporta la Vera Croce a Gerusalemme, 390x747 cm
       Profeta Ezechiele (esecuzione di Giovanni da Piamonte), base 193 cm
       Profeta Geremia, 245x165 cm
       Angelo, frammento, base 70 cm
       Cupido, base 70 cm
* Polittico di Sant'Agostino, 1454-1469, tecnica mista su tavola, smembrato e parzialmente disperso
       Sant'Agostino, 133x60 cm, Museu Nacional de Arte Antiga, Lisbona
       San Michele Arcangelo, 133x59,5 cm, National Gallery, Londra
       San Giovanni Evangelista, 131,5x57,8 cm, Frick Collection, New York
       San Nicola da Tolentino, 136x59 cm, Museo Poldi Pezzoli, Milano
       Santa Monica, 39x28 cm, Frick Collection, New York
       Santo agostiniano, 39x28 cm, Frick Collection, New York
       Sant'Apollonia, 39x28 cm, National Gallery of Art, Washington
       Crocifissione, 37,50x41 cm, Frick Collection, New York
* San Giuliano, 1454-1458, affresco frammentario staccato, 130x80 cm, Museo Civico, Sansepolcro
* Maria Maddalena, 1460-1466, affresco, 190x105 cm, Duomo, Arezzo
* Madonna del parto, 1455-1465, affresco staccato, 260x203 cm, Museo della Madonna del Parto, Monterchi
* Resurrezione, 1450-1463, affresco, 225x200 cm, Museo Civico, Sansepolcro
* San Ludovico di Tolosa, 1460, affresco frammentario staccato, 123x90 cm, Museo Civico, Sansepolcro
* Polittico di Sant'Antonio, 1460-1470, tecnica mista su tavola, 338x230 cm, Galleria nazionale dell'Umbria, Perugia
* Doppio ritratto dei Duchi di Urbino, sul verso Trionfo di Federico da Montefeltro e di Battista Sforza, 1465-1472 circa, olio su tavola, 47x33 cm ciascun pannello, Uffizi, Firenze
* Pala di Brera, 1469-1474, tecnica mista su tavola, 248x170 cm, Pinacoteca di Brera, Milano
* Flagellazione di Cristo, 1470 circa, tecnica mista su tavola, 58,4x81,5 cm, Galleria Nazionale delle Marche, Urbino
* Ercole, 1470 circa, affresco staccato, 151x126 cm, Isabella Stewart-Gardner Museum, Boston
* Madonna di Senigallia, 1470-1485, olio su carta riportata su tavola, 61x53,5 cm, Galleria nazionale delle Marche, Urbino
* Natività, 1470-1485, olio su tavola, 124x123 cm, National Gallery, Londra
* Madonna col Bambino e quattro angeli, 1475-1482, tecnica mista su tavola, 107,8x78,4 cm, Clark Art Institute, Williamstown (Massachusetts)

 

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Santa Trinita a Firenze
Sansepolcro
Abbadia Sant' Antimo
         
The façade and the bell tower of
San Marco a Firenze
Piazza della Santissima Annunziata
a Firenze
Firenze, Duomo
         

Le Opere di Piero della Francesca | Itinerario Sansepolcro Monterchi Arezzo

 

   

Piero Della Francescaè sicuramente uno dei più grandi artisti di tutti i tempi, nato nel 1416 a Sansepolcro, in questa zona ha lasciato stupende testimonianze della sua attività artistica. L’itinerario alla scoperta delle opere di Piero della Francesca, nella provincia di Arezzo, si snoda tra la Valtiberina, toccando le località di Sansepolcro e Monterchi, borgo natìo della madre Monna Romana, e la città di Arezzo.
L'Alta valle del Tevere, o Valtiberina, è il lembo più orientale della Toscana e trae il nome dal fiume che l'attraversa in tutta la sua lunghezza, fino al confine con l'Umbria. La Valtiberina fu confine e insieme punto d'incontro tra civiltà diverse, l'umbra e l'etrusca, la bizantina e la longobarda. Piero della Francesca, già nel natio Borgo San Sepolcro, intuì il segreto dello spazio e della luce e lo tradusse in pittura.
Il Museo Civico di Sansepolcro, città natale dell’artista, ospita quattro opere, il Polittico della Misericordia, la Resurrezione, il San Giuliano e il San Ludovico.
Lasciata Sansepolcro l’itinerario continua a Monterchi, nella Val Cerfone. Per questo borgo, adagiato su una collina al confine con l’Umbria, Piero della Francesca realizzò lo straordinario affresco della Madonna del Parto per l’antica chiesa di Santa Maria a Momentana.
L’itinerario nella terra di Piero prosegue e termina in Arezzo. Splendida città posta su una collina nella Toscana orientale a ridosso dell’Appennino Tosco-Romagnolo, fu una delle maggiori città etrusche e successivamente una strategica città romana. Piero della Francesca lasciò in questa città una delle più alte testimonianze pittoriche dell’arte del Rinascimento. La Basilica di San Francesco ospita nella cappella Bacci il ciclo affrescato della Leggenda della Vera Croce, il capolavoro che l’artista eseguì per la chiesa francescana tra il 1452 e il 1466 circa e nel Duomo di Arezzo, in fondo alla navata sinistra, è collocato l’affresco raffigurante la Maddalena.

Sansepolcro

* Polittico della Misericordia, Museo Civico
* Resurrezione, Museo Civico
* San Giuliano, Museo Civico
* San Ludovico, Museo Civico

La cittadina di Sansepolcro, sviluppatasi intorno alla grande abbazia benedettina ha conservato quasi inalterato l'assetto urbanistico medioevale e si è, nei secoli, arricchita di pregevoli edifici rinascimentali e barocchi. Città natale di Piero della Francesca, conserva nel Museo Civico la memoria del maestro biturgense. Opere come la Resurrezione, complessa e simbolica, il Polittico della Misericordia, San Giuliano e San Ludovico testimoniano il genio dell'artista del primo rinascimento. Nella Cattedrale di notevole interesse è il "Volto Santo", crocifisso ligneo di epoca carolingia, il Polittico di Francesco di Segna e la tavola raffigurante l'Ascensione del Perugino. Accanto alla Cattedrale vi è il Palazzo delle Laudi, di forme manieristiche, oggi sede del Comune. Altre testimonianze artistiche della città sono visibili attraversando il suo centro storico: Chiesa di Santa Maria delle Grazie, Chiesa di San Francesco. Da non perdere una visita alla Chiesa di San Lorenzo che ospita una tavola del Rosso Fiorentino raffigurante la Deposizione. Cuore del centro storico è la piazza Torre di Berta, nella quale, la seconda domenica di settembre si svolge il tradizionale Palio della Balestra - i costumi indossati dai figuranti sono ispirati ai dipinti di Piero della Francesca.

Arezzo

* Leggenda della Vera Croce, Cappella Bacci, Basilica di San Francesco
* Santa Maria Maddalena, Duomo

Arezzo sorge su una collina nella Toscana orientale a ridosso dell'Appennino Tosco-Romagnolo. Come testimonia l'architettura stessa della città, vanta un'origine antichissima che l'ha vista essere una delle maggiori città etrusche e successivamente una strategica città romana. La parte più elevata della città conserva uno spiccato aspetto medievale, dominata dalla Cattedrale e dalla Fortezza Medicea. La Cattedrale, che presenta nel suo aspetto tratti gotici, custodisce pregevoli opere d'arte tra le quali la Maddalena di Piero della Francesca e le vetrate istoriate di Guillaume de Marcillat. Al centro della città Piazza Grande dispiega una vera antologia di stili architettonici. Accanto alle torri medievali, si ergono l'imponente Loggiato Vasariano, una delle più interessanti opere architettoniche rinascimentali; il Palazzo della Fraternita dei Laici, bell'esempio di sintesi di architettura gotica e rinascimentale e l'abside della Pieve di Santa Maria. Piazza Grande, il penultimo sabato di giugno e la prima domenica di settembre, diventa lo scenario della Giostra del Saracino, torneo cavalleresco di origini medioevali. La stessa piazza e gran parte del centro storico ospitano, ogni prima domenica del mese ed il sabato precedente, la Fiera Antiquaria. La cappella Bacci nella Basilica di San Francesco accoglie lo straordinario ciclo di affreschi della Leggenda della Vera Croce di Piero della Francesca, una delle più alte testimonianze della pittura rinascimentale italiana. Nella Basilica di San Domenico, semplice costruzione a navata unica, si conserva la croce dipinta di Cimabue, opera giovanile dell'artista. Molte altre chiese e palazzi testimoniano con la loro bellezza e la loro originalità stilistica la civiltà aretina e la sua importanza nelle varie epoche storiche. Ricordiamo tra queste la Badia delle Sante Flora e Lucilla, la Chiesa della Santissima Annunziata, edifici come Palazzo Pretorio e Palazzo dei Priori, e a qualche minuto fuori le mura della città, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, la Pieve romanica di Sant'Eugenia al Bagnoro. I musei della città offrono ai visitatori la possibilità di ammirare una varietà di beni di inestimabile valore artistico: il Museo Archeologico Gaio Cilnio Mecenate, il Museo Statale d'Arte Medioevale e Moderna, il Museo e Casa Vasari, la Casa Museo Ivan Bruschi.

Monterchi

* Madonna del Parto, Museo Madonna del Parto

Il borgo medievale sorse su un luogo sacro per gli antichi romani, dedicato al culto di Ercole.
Incastonato tra due piccole valli, disegnate da colline rivestite di lecci, la Val Padonchia e la Val Cerfone, Monterchi rappresenta una tappa d’obbligo lungo il “sentiero dell’arte” pierfrancescana. Borgo natale della madre di Piero della Francesca, ospita, nel centro storico in un piccolo museo a Lei dedicato, il celebre affresco della Madonna del Parto, straordinario affresco nel quale l’artista ritrae la splendida figura della Vergine in stato di attesa.

Itinerario

L'itinerario alla scoperta delle opere di Piero della Francesca, nella provincia di Arezzo, si snoda tra la Valtiberina, toccando le località di Sansepolcro e Monterchi, borgo natìo della madre Monna Romana, e la città di Arezzo.
L'Alta valle del Tevere, o Valtiberina, è il lembo più orientale della Toscana e trae il nome dal fiume che l'attraversa in tutta la sua lunghezza, fino al confine con l'Umbria. La Valtiberina fu confine e insieme punto d'incontro tra civiltà diverse, l'umbra e l'etrusca, la bizantina e la longobarda. Piero della Francesca, già nel natio Borgo San Sepolcro, intuì il segreto dello spazio e della luce e lo tradusse in pittura.
Il Museo Civico di Sansepolcro, città natale dell'artista, ospita quattro opere, il Polittico della Misericordia, la Resurrezione, il San Giuliano e il San Ludovico.

Lasciata Sansepolcro l'itinerario continua a Monterchi, nella Val Cerfone. Per questo borgo, adagiato su una collina al confine con l'Umbria, Piero della Francesca realizzò lo straordinario affresco della Madonna del Parto per l'antica chiesa di Santa Maria a Momentana.

L'itinerario nella terra di Piero prosegue e termina in Arezzo. Splendida città posta su una collina nella Toscana orientale a ridosso dell'Appennino Tosco-Romagnolo, fu una delle maggiori città etrusche e successivamente una strategica città romana. Piero della Francesca lasciò in questa città una delle più alte testimonianze pittoriche dell'arte del Rinascimento. La Basilica di San Francesco ospita nella cappella Bacci il ciclo affrescato della Leggenda della Vera Croce, il capolavoro che l'artista eseguì per la chiesa francescana tra il 1452 e il 1466 circa e nel Duomo di Arezzo, in fondo alla navata sinistra, è collocato l'affresco raffigurante la Maddalena.

Mostra Piero della Francesca e le corti italiane

La mostra si estende ad un vero e proprio itinerario nel territorio che permetterà di conoscere le testimonianze dell’arte di Piero conservate nella Cappella Bacci della chiesa di San Francesco ad Arezzo, nel Duomo di Arezzo, nel Museo Madonna del Parto di Monterchi e nel Museo Civico di Sansepolcro.
Piero della Francesca e le corti italiane rappresenta un affascinante viaggio che, partendo dai luoghi d'origine dell'artista, accompagnerà il visitatore tra le corti del Rinascimento, ricostruendone clima, cultura, protagonisti, scambi e incontri, attraverso la figura del maestro e gli echi della sua arte.

Dalla casa a Sansepolcro alla corte dei Baglioni a Perugia, come collaboratore di Domenico Veneziano; dal soggiorno nella Firenze di Cosimo il Vecchio con la visione della corte bizantina, alla permanenza presso la corte estense di Ferrara, con la sua influenza su artisti coevi come i Lendinara e i maestri dello studio di Belfiore; dall'arrivo a Rimini alla corte dei Malatesta, al contatto diretto con Roma dove soggiorna tra il 1458-59 lavorando per Pio II in Vaticano. Il viaggio di Piero prosegue alla volta di Urbino, presso la corte dei Montefeltro, dove si dedica alla scrittura del trattato sulla prospettiva ed il cui passaggio lascerà riflessi nell'opera di Giovanni Santi, in quella del Laurana. Infine presso i della Rovere, ove dipinge la splendida Madonna di Senigallia.

Un artista itinerante Piero della Francesca; la Mostra ne ricostruisce quindi il viaggio grazie ad opere straordinarie come il Ritratto di Sigismondo Pandolfo Malatesta, il San Girolamo con Girolamo Amadi, il Dittico dei duchi d'Urbino, la Madonna di Senigallia, e a dipinti e tavole di artisti a lui coevi come Pisanello, Rogier van der Weyden, Domenico Veneziano, Fra Carnevale, Luca Signorelli.
Arezzo offre inoltre la possibilità di ammirare, nel Duomo e nella Basilica di San Francesco, altri celebri capolavori dell'artista come la Maria Maddalena e il ciclo della Leggenda della Vera Croce.

Piero della Francesca sentiva un profondo e intenso legame con le sue terre, ove tornò più volte lasciando alcuni dei suoi più importanti capolavori. Dopo Arezzo l'itinerario si dipana quindi nella valle superiore del Tevere, a Sansepolcro ed a Monterchi, il primo, borgo natale del Maestro che custodisce il Polittico della Misericordia, la Resurrezione, il San Giuliano e il San Ludovico, il secondo, piccolo centro che serba un altro straordinario affresco di Piero della Francesca, la Madonna del Parto.

Colori e ritmi delle terre di Arezzo rivivono nelle opere del maestro e solo in questi luoghi possono essere pienamente comprese.

[Fonte: www.mostrapierodellafrancesca.it]


 

San Ludovico, Sansepolcro, Museo Civico

Cappella Maggiore di San Francesco,
Piero della Francesca, Storie della Vera Croce: Battaglia di Eraclio e Cosroe, c. 1466, affresco, 329 x 747 cm, Ubicazione basilica di San Francesco, Arezzo

Santa Maria Maddalena, Duomo, Arezzo


Madonna del parto, Museo Madonna del Parto a Monterchi

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