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Antonello da Messina, Annunziata di Palermo, 1476 circa, tempera e olio su tavola, 45 x 34,5 cm,
Palermo, Galleria regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis, c. 1476

 
"Il disegno e il colorito vogliono questo, cioè saper tritare, ovvero macinare, incollare, impannare,
ingessare, radere i gessi e pulirli, rilevare di gesso, mettere di bolo, mettere d’oro, brunire,
temperare, campeggiare, spolverare, grattare, granare ovvero camucciare, ritagliare, colorire, adornare,
e inverniciare in tavola ovvero in icona."

(da Cennino Cennini)
Travel guide for Tuscany
       
   

Antonello da Messina (1429 o 1430 – 1479)

   
   

La vicenda biografica di Antonello da Messina è stata oggetto, nel corso dei secoli, di ricostruzioni biografiche contraddittorie e talora piuttosto fantasiose. Molte le ragioni di una così complicata vicenda critica: a una complessiva scarsezza di materiale documentario, infatti, si affianca la singolare concentrazione cronologica dei dipinti rimasti. Se quasi nulla è pervenuto dei primi due decenni di attività del pittore, che possiamo ipotizzare al lavoro dal 1450, una gran mèsse di opere si concentra invece negli anni Settanta, e in particolare nell’ultimo lustro di vita dell’artista, contribuendo a sbilanciare l’approccio critico nei suoi confronti.

Il percorso artistico di Antonello, nato plausibilmente attorno al 1431, prende avvio nel vivace clima culturale della corte aragonese di Napoli, allora una delle culle della civiltà del Mediterraneo e città ove operava il pittore Colantonio, nella cui bottega il messinese avrà appreso i primi rudimenti dell’arte, attento ai molteplici stimoli offerti da un ambiente in cui si trovavano opere catalane e provenzali, oltre che capolavori nordici come, ad esempio, lo straordinario Trittico Lomellini di Jan Van Eyck.

   
   
Antonello da Messina, soprannome di Antonio di Giovanni de Antonio (Messina, 1429 o 1430 – Messina, febbraio 1479), è stato un pittore italiano. Massimo esponente della pittura siciliana del XV secolo, raggiunse il difficile equilibrio di fondere la luce, l'atmosfera e l'attenzione al dettaglio della pittura fiamminga con la monumentalità e la spazialità razionale della scuola italiana. I suoi ritratti sono celebri per vitalità e profondità psicologica.

Durante la sua carriera dimostrò una costante capacità dinamica di recepire tutti gli stimoli artistici delle città che visitava, offrendo ogni volta importanti contributi autonomi, che spesso andavano ad arricchire le scuole locali. Soprattutto a Venezia rivoluzionò infatti la pittura locale, facendo ammirare i suoi traguardi che vennero ripresi da tutti grandi maestri lagunari, come apripista per quella "pittura tonale" estremamente dolce e umana che caratterizzò il Rinascimento veneto.
 
Antonello da Messina, Ritratto d'uomo (forse autoritratto), 1475 ca., Londra, National Gallery

Gli anni giovanili



   

Nacque nel 1430 circa a Messina da Giovanni de Antonio, e da Garita (verosimilmente Margherita). Il suo primo apprendistato si svolse probabilmente tra Messina e Palermo. Intorno al 1450 circa fu a Napoli, dove secondo la testimonianza di Pietro Summonte in una lettera a Marcantonio Michiel, era apprendista nella bottega del pittore Colantonio. Qui venne in contatto con la pittura fiamminga, spagnola e provenzale, presente sia nelle collezioni reali sia nell'esempio tangibile di artisti stranieri operanti nella corte angioina prima e in quella aragonese poi. All'Antonello di questo periodo vengono attribuite dieci tavolette con Beati francescani realizzate per la pala dipinta da Colantonio per la chiesa di San Lorenzo Maggiore.

La cosiddetta Crocifissione di Sibiu, del 1460 circa e conservata al Muzeul de Artà di Bucarest, inaugurò forse uno dei temi base della sua produzione, quella del martirio di Cristo. Quest'opera in particolare riprese iconograficamente i Calvari fiamminghi, in particolare nella parte bassa della tavola, mentre nella parte superiore, in cui la disposizione ortogonale di Cristo e dei ladroni determina una tangibile scatola spaziale, dimostrando un'attenta conoscenza delle volumetria spaziale italiana. Roberto Longhi riteneva che la parte superiore della tavola di Bucarest fosse stata aggiunta qualche anno dopo, poiché le due matrici culturali tipiche del messinese, fiamminga e italiana, sono qui solamente accostate e non fuse. È invece del 1475 la Crocifissione di Anversa, conservata al Musée Royal de Beaux-Arts de Anvers.


Prime commissioni


 
Al 1457 risalì la prima commissione come maestro autonomo: un gonfalone per la confraternita di San Michele dei Gerbini a Reggio Calabria, imitante di quello eseguito per la confraternita messinese di San Michele a Messina. Entrambe le opere sono perdute. A questa data sappiamo che l'artista era già sposato e probabilmente già padre di Jacobello.

Nel 1460 il padre noleggiò un brigantino per andare a riprendere Antonello e la sua famiglia, i servi e le masserizie ad Amantea, una località calabrese. Forse l'artista tornava o da un periodo di lavoro in Calabria, o da un viaggio più lungo. Al 1460 circa gli viene attribuita l'esecuzione della cosiddetta Madonna Salting, in cui l'iconografia e lo stile fiammingo sono uniti a una maggiore attenzione alla costruzione volumetrica delle figure, derivata da Piero della Francesca mediato forse dall'opera di Enguerrand Quarton. Dopo il 1460 si collocano le due tavolette di Reggio Calabria con Abramo servito dagli angeli e San Girolamo penitente, esposte alla Pinacoteca civica.

Nel 1461 nella sua bottega entrò come apprendista il fratello minore Giordano, stipulando un contratto triennale. Nello stesso anno Antonello dipinse per il nobile messinese Giovanni Mirulla una perduta Madonna col Bambino.

Tra il 1465 e il 1470 circa realizzò il Ritratto d'uomo di Cefalù del Museo Mandralisca di Cefalù. Nei ritratti Antonello, a differenza degli italiani che utilizzavano la posa medaglistica di profilo, adottò la posizione di tre quarti, tipicamente fiamminga, che permetteva una più minuta analisi fisica e psicologica. Rispetto ai fiamminghi guardò meno al dettaglio e più alla caratterizzazione psicologica e umana degli effigiati. Lo schema compositivo di questo ritratto venne confermato nei ritratti successivi: il personaggio è inserito in uno sfondo scuro con il busto tagliato sotto le spalle, testa girata verso destra mentre gli occhi guardano direttamente lo spettatore, cercando un contatto mentale con lui; la luce illumina il lato destro del volto mentre il lato sinistro è in ombra. Nei ritratti successivi dispose sempre uno zoccolo di marmo in basso (un parapetto) con un cartiglio dipinto che riporta firma e data, tipico elemento fiammingo.

Innegabili sono i rimandi di Antonello ad artisti quali Petrus Christus, Hans Memling e Jean Fouquet. Riguardo al primo alcuni hanno trovato tracce di una possibile conoscenza diretta tra i due, rilevando i loro presumibili nomi tra gli stipendiati di una medesima battaglia. In particolare Antonello fu uno dei primi artisti italiani ad usare la tecnica a olio, che permetterva di stendere il colore in successive velature trasparenti, ottenendo effetti di precisione, morbidezza e luminosità impossibili con la tempera.

 

Ritratto d'ignoto marinaio
L'Annunciazione è un dipinto olio su tavola di tiglio di Antonello da Messina, datato al 1474 e conservato nel Museo di Palazzo Bellomo di Siracusa.[1] L’Annunciazionedella Galleria Regionale di Palazzo Bellomo, assieme al Polittico di S. Gregorio di Messina, è da ritenersi tra le opere più importanti eseguite da Antonello prima del suo soggiorno veneziano (1475 - 1476).
Per questo capolavoro la critica ha variamente ricercato influenze sia italiane, sia fiamminghe. Tanti i rapporti col Rinascimento italiano, con Piero della Francesca in primo luogo per l’impianto della prospettiva geometrico-luminosa, ma tanti anche i legami con gli artisti delle Fiandre come Jan Van Eyck, che Antonello conosceva grazie ai suoi studi napoletani, alla condizione culturale del regno aragonese di Sicilia, e ai traffici navali e commerciali che interessavano anche la città di Messina. Comune con i nordici la ricerca del dettaglio, il rapporto esterni - interni, e l’uso della tecnica ad olio, più ampiamente utilizzata dagli artisti del nord, che consentiva al pittore di stendere sottili velature e rinnovare tutto l’impianto luministico del quadro. Stimoli che Antonello interpreta creando uno stile e una tecnica assolutamente personali.


Antonello da Messina | L'Annunciazione della chiesa di Santa Maria Annunziata di Palazzolo Acreide, 1474
 
Antonello da Messina, L'Annunciazione, Museo Nazionale di Siracusa
     

Venezia


Antonello da Messina, Saint Jerome in his Study, about 1475, The National Gallery, Trafalgar Square, London


Negli anni successivi Antonello risalì l'Italia, toccando Roma, la Toscana e le Marche, venendo sicuramente a contattoi con le opere di Piero della Francesca, dalle quali mutuò la salda monumentalità e la capacità di organizzare lo spazio secondo le regole geometriche della prospettiva lineare.

Nel 1474 circa Antonello si recò a Venezia, dove venne in contatto con la pittura di Giovanni Bellini.

Il Salvator mundi è la sua prima opera firmata e datata: Mille simo quatricentessimo sexstage/simo quinto viije Indi Antonellus / Messaneus me pinxit. In quest'opera l'iconografia è ripresa dai fiamminghi e in special modo da Petrus Christus. Nella prima stesura la veste del Cristo era più accollata e la mano benedicente parallela alla superficie, e successivamente Antonello rielaborò la composizione, abbassando la piega dello scollo e spostando in avanti la mano benedicente in modo da accentuare le valenze spaziali della composizione.

Tornato in Sicilia realizzò il Polittico di San Gregorio.

Del 1474 è l'Annunciazione del Museo Bellomo di Siracusa, dove lo spazio è unificato dalla prospettiva (con la presenza del punto di fuga alla sinistra dell'angelo) e dalla costruzione modulare dell'inquadratura, basata sull'interasse delle colonne, oltreché dal sottile digradare della luce verso il fondo della prima stanza.

Del 1475 è celebre il San Girolamo nello studio, conservato alla National Gallery di Londra. La scena, inquadrata in un arco di trionfo, è costruita in modo che i raggi luminosi coincidano con quelli prospettici, avendo come centro il busto e le mani del santo, che viene colto al lavoro nel suo studio, ingombro di libri e di oggetti, meticolosamente rappresentati. Oltre ai libri e ai simboli (come il pavone in primo piano) vi è anche un'indagine nella costruzione dello spazio, illuminato da diverse fonti di luce secondo l'esempio fiammingo. Nella penombra si vede il leone che si avvicina a dei porticati. Antonello eccelse anche nella realizzazione del pavimento, che ricorda molto quello della Madonna del cancelliere Nicolas Rolin di Jan van Eyck.

Dello stesso anno sono: La Crocifissione della National Gallery di Londra, firmata e datata 1475 / Antonellus Messaneus / me pinxit, in cui la pacata composizione è costruita in sezione aurea dove a fare da linea marcatrice sono le acque del lago, che isolano maggiormente la figura del Cristo dal cerchio formato dalla Vergine e da san Giovanni. Dello stesso periodo il Ritratto d'uomo della National Gallery di Londra, la Pietà del Museo Correr, il Ritratto d'uomo, detto il Condottiero del Louvre, firmato e datato: 1475 / Antonellus Messaneus me pinxit e il Ritratto d'uomo della Galleria Borghese.

Tra il 1475 e il 1476 eseguì la Pala di San Cassiano, ora mutilata e conservata a Vienna. Di questa opera rimangono la Vergine sul trono rialzato e quattro santi a mezzo busto. Il pittore si rifece allo schema compositivo della Sacra Conversazione di Giovanni Bellini per la chiesa dei Santi Giovanni e Paolo, ora perduta, ma con un impianto più distanziato e solenne, che dava maggior respiro alla composizione. Sono però soprattutto gli effetti atmosferici creati dalla luce a unificare l'opera e rendere più naturali le figure proposte.

Tra il 1476 e il 1478 dipinse la Pietà del Museo del Prado, inserita in un paesaggio con teschi e tronchi secchi che simboleggiano la morte, mentre in secondo piano la città e il verde della natura simboleggiano la Resurrezione. L'iconografia in cui il Cristo morto è sorretto dall'angelo è di origine nordica, ma era già presente nelle opere di Carlo Crivelli; il corpo del Cristo è reso naturalisticamente, sia nel costato sanguinante che nel volto sofferente a cui fa da contrappunto la bellezza idealizzata del volto dell'angelo. Il volto del Cristo è stato probabilmente ripreso dalla piccola tavoletta del Cristo alla colonna (1476 circa) di Antonello, che oggi è visibile al Museo del Louvre.

Del 1476 circa fu il San Sebastiano di Dresda, parte centrale di un trittico smembrato (Trittico di San Giuliano); in esso l'asse del dipinto è dato dalla figura monumentale del santo, accentuata dal punto di vista ribassato, ruotata leggermente a destra. L'influenza di Piero della Francesca è evidente nella disposizione matematica degli elementi e nel pavimento scorciato in prospettiva che conduce lo sguardo verso il piazzale in fondo; al contempo Antonello rifiutò la scomposizione geometrica del corpo del santo, addolcendo i contorni; inserì inoltre la scena in un paesaggio contemporaneo, popolato di figure minuscole.

Del 1475 è l'Ecce Homo del Collegio Alberoni di Piacenza firmato e datato: 1473 Antonellus Messaneus me pinxit.

Art in Tuscany | Antonello da Messina, Ecce Homo, 1473


Cristo morto sostenuto da tre angeli


 


Il San Girolamo nello studio


Antonello da Messina, Ritratto d'uomo (Michele Vianello?), 1475-1476, tempera e olio su tavola, 30 x 24 cm, Roma, Galleria Borghese


Antonello da Messina, Cristo alla colonna, 1475-1479, olio su tavola, 29,8 x 21 cm, Parigi, Musée du Louvre

La Pietà del Museo Correr di Venezia risulta essere il punto d'arrivo della sua ricerca sul rapporto luce ombra, infatti il corpo di Cristo si viene a comporre grazie alla luce mentre il fondo rimane in ombra.
La tavola si presenta ridotta in più di due lati, o forse tre: alto, basso e sinistro, ma alcuni critici sostengono che sia stata segata lungo tutti e quattro i bordi. Ma i danni imputati alla leggerezza delle azioni dell'uomo non finiscono qui perché la stesura pittorica, sottoposta ad un'impropria generale ripulitura, subì perdite di materia cromatica con conseguenti abbattimenti di nitidezza luminosità.

Il fondo della composizione è una paesaggistica, dove sulla destra, viene identificata – come è ancor oggi – l'abside della chiesa di San Francesco a Messina.

'Non è chiaro se il dipinto fosse stato compiuto per una collocazione pubblica o per la devozione privata, viste le dimensioni compatibili con entrambe le destinazioni. La tavola si presenta in condizioni conservative precarie, i volti di Cristo e degli angeli quasi completamente abrasi; ciononostante, le parti sane presentano un eccellente livello qualitativo. Attribuita inizialmente al biennio lagunare (1475-76) di Antonello, l'opera risale probabilmente a qualche anno dopo - in un momento in cui il pittore doveva essere tornato in Sicilia - in virtù delle evidenti somiglianze con il San Sebastiano di Dresda, commissionato nel 1478. Tutto giocato su una tavolozza dai tenui, commossi, toni a delineare anatomie ampie e tornite, il dipinto presenta anche elementi che compaiono nella Pietà del Prado, come l'albero squarciato in secondo piano e le mura merlate sullo sfondo.'[1]

Nel 1476 Antonello ritornò a Messina dove restò fino alla morte che sopraggiunse tre anni dopo.


 
Cristo morto sostenuto da tre angeli
Cristo morto sostenuto da tre angeli, 1475-1476 circa, olio su tavola di pioppo, 145×85 cm, Venezia, Museo Correr
     
Il ritorno in Sicilia


Antonello da Messina, Annunziata di Palermo, 1476 circa, tempera e olio su tavola, 45 x 34,5 cm,
Palermo, Galleria regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis, c. 1476


Dopo il suo ritorno in Sicilia, realizzò nel 1476 l'Annunciata di Palermo: Maria, assorta nella lettura è colta nell'attimo in cui l'angelo se n'è appena andato (oppure nel momento dell'interrogazione); dalla sagoma quasi piramidale del manto emerge il perfetto ovale del volto della Vergine, in cui l'asse della composizione è dato dalla verticale che va dalla piega del manto nella fronte all'angolo leggio; al contrario, il lento girare della figura, e il gesto della mano, danno movimento alla composizione. L'opera rappresenta uno dei traguardi fondamentali della pittura rinascimentale italiana. L'assolutezza formale, lo sguardo magnetico e la mano sospesa in una dimensione astratta ne fanno un capolavoro assoluto.

La Vergine è colta nel momento in cui l'angelo se n'è appena andato (oppure nel momento dell'interrogazione). Dalla sagoma, quasi piramidale, del manto emerge il perfetto ovale del volto e l'asse della composizione è dato dalla verticale che va dalla piega dello scollo all'angolo leggio, ove vengono narrate le profezie che le stanno accadendo; al contrario il lento girare della figura e il gesto della mano, probabilmente posta in segno di benedizione, ma anche di sconvolgimento, danno movimento alla composizione.

A differenza delle opere fiamminghe però, Antonello impostò anche una salda impostazione volumetrica della figura, con semplificazioni dello stile "epidermico" dei fiamminghi che permette di concentrarsi su altri aspetti, quali il dato fisiognomico individuale e la componente psicologica.

Dello stesso anno è il Ritratto d'uomo, detto Ritratto Trivulzio, del Museo Civico d'Arte Antica di Torino, firmato e datato, in cui l'incarnato si accorda perfettamente al colore rosso della veste. Questo ritratto impressionò anche Galeazzo Maria Sforza il quale invitò più volte Antonello nella capitale lombarda, ma senza successo.

Arte in Toscana | Antonello da Messina | L'Annunciata di Palermo, 1476

 

 
Antonello da Messina, Virgin Annunciate, c. 1476, Palazzo Abatellis, Palermo
Annunziata, Palermo, Palazzo Abatellis


La morte


   

Morì a Messina nel 1479. Nel suo testamento chiese di essere sepolto in un saio monacale. Divise la sua eredità in modo equo tra moglie e figli. La sua tomba è stata individuata a Messina nella chiesa di Santa Maria di Gesù Superiore.

A Napoli e in Sicilia non ci fu un vero e proprio seguito dell'artista: il figlio Jacobello, pure pittore, e gli artisti locali come Marco Costanzo si limitarono a riprodurre i suoi schemi iconografici senza capirne le complesse problematiche. Diversamente successe a Venezia dove la sua sintesi di forma e di "legante" luminoso fu compresa e sviluppata da artisti quali Giovanni Bellini, Vittore Carpaccio, Cima da Conegliano e Alvise Vivarini.

Antonello da Messina, Portrait of a Man
Antonello da Messina, Ritratto di giovane, 1474 circa, olio su tavola di pioppo, 32x26 cm, Berlino, Staatliche Museen


Imagini Antonello di Messina
 
 
   
Antonello, virgo advocata   Antonello da Messina (1430–1479), Cristo in pietà (verso), 1465-1470 circa, tempera su tavola, 16×11,9 cm, Messina, Museo regionale   Antonello da Messina 041
         
Antonello da Messina 061  

Antonello da Messina Ecce Homo collection privée

  Antonello da Messina (1430–1479), Crocifissione, 1475 circa, olio su tavola, 52,5x42,5 cm, Anversa, Koninklijk Museum voor Schone Kunsten
         
         
Opere di Antonello da Messina


   
La datazione delle opere di Antonello è molto discussa e di diverse interpretazioni.

* Virgo advocata, 1452 circa, olio su tavola, 57x39 cm, Como, Pinacoteca civica
* Vergine leggente, 1460-1462 circa, tempera e olio su tavola, 38,7x26 cm, Venezia, collezione Mino Forti
* San Girolamo penitente, 1460-1465 circa, tecnica mista su tavola, 39,9x30 cm, Reggio Calabria, Pinacoteca Civica
* Visita dei tre angeli ad Abramo, 1460-1465 circa, tecnica mista su tavola, 21,4x29,3 cm, Reggio Calabria, Pinacoteca Civica
* Vergine leggente, 1461 circa, olio su tavola, 43x34,5 cm, Baltimora, Walters Art Museum
* Crocifissione, 1463-1465 circa, tempera su tavola, 39x23,5 cm, Sibiu, Muzeul National Brukenthal
* Madonna col Bambino e un francescano, (recto), Cristo in pietà (verso), 1465-1470 circa, tempera su tavola, 16x11,9 cm, Messina, Museo regionale
* Ritratto d'uomo, 1465-1470 circa, tempera su tavola di noce, 27x20 cm, Pavia, Pinacoteca Malaspina
* Salvator mundi, 1465-1475 circa, olio su tavola, 38,7x29,8 cm, Londra, National Gallery
* Ecce Homo (recto); San Girolamo penitente (verso), 1470 circa, tempera su tavola, 19,5x14 cm, New York, Collezione privata
* Ecce Homo, 1470 circa, olio su tavola, 40x33 cm, Genova, Galleria nazionale di Palazzo Spinola
* Madonna Salting, 1470 circa, olio su tavola, 43,2x34,3 cm, Londra, National Gallery
* Ritratto d'ignoto marinaio, 1470-1472 circa, olio su tavola di noce, 30,5x26,3 cm, Cefalù, Museo Mandralisca
* Polittico dei Dottori della Chiesa, 1470-1475 circa, olio su tavola, sembrato
o Madonna col Bambino e angeli reggicorona, 114,8x54,5 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi
o San Giovanni Evangelista, 114,3x38,5 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi
o San Benedetto, 105x43,5 cm, Milano, Castello Sforzesco, Pinacoteca del Castello Sforzesco
o Sant'Agostino, olio su tavola trasportata su tela, 46,5x35,5 cm, Palermo, Galleria regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis
o San Girolamo, olio su tavola trasportata su tela, 35,7x31 cm, Palermo, Galleria regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis
o San Gregorio Magno, olio su tavola trasportata su tela, 45,5x35,5 cm, Palermo, Galleria regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis
* Ritratto di giovane, 1472-1473 circa, olio su tavola, 27x20,6 cm, New York, Metropolitan Museum of Art
* Polittico di San Gregorio, 1473 circa, tempera grassa su tavola, Messina, Museo regionale
* Ritratto d'uomo, 1473-1474 circa, olio su tavola di pioppo, 35,5x25,5 cm, Londra, National Gallery
* Ritratto di giovane, 1474 circa, olio su tavola di noce, 31,5x26,7 cm, Filadelfia, Philadelphia Museum of Art
* Ecce Homo, 1474, olio su tavola, 36,7x28,8 cm, già Castello di Radoszewnica, collezione Ostrowski
* Ritratto di giovane, 1474 circa, olio su tavola di pioppo, 32x26 cm, Berlino, Staatliche Museen
* Ritratto d'uomo, 1474 circa, olio su tavola, 31,5x26 cm, Vienna, collezione Schwarzenberg
* Annunciazione, 1474-1475 circa, olio su tavola di noce, 180x180 cm, Siracusa, Galleria regionale di Palazzo Bellomo
* San Girolamo nello studio, 1474-1475 circa, olio su tavola di tiglio, 45,7x36,2 cm, Londra, National Gallery
* Madonna col Bambino e benedicente e un francescano in adorazione (recto) e Cristo in pietà (verso), olio su tavola, 165x11,9 cm, Messina, Museo regionale
* Ecce Homo, 1475 circa, tempera e olio su tavola di pioppo, 42,5x30,5 cm, New York, Metropolitan Museum of Art
* Crocifissione, 1475 circa, olio su tavola, 52,5x42,5 cm, Anversa, Koninklijk Museum voor Schone Kunsten
* Crocifisso tra la Vergine dolente e san Giovanni, 1475, tempera su tavola, 41,9x25,4 cm, Londra, National Gallery
* Ecce Homo, 1475 circa, olio su tavola di rovere, 43x32,4 cm, Piacenza, Galleria del Collegio Alberoni
* Ritratto d'uomo (Il condottiero), 1475 circa, olio su tavola di pioppo, 36,4x30 cm, Parigi, Musée du Louvre
* Ritratto d'uomo (Michele Vianello?), 1475-1476, tempera e olio su tavola, 30x24 cm, Roma, Galleria Borghese
* Ritratto di giovane, 1475-1476 circa, olio su tavoletta incollata su compensato, 27,5x21 cm, Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza
* Pala di San Cassiano (Madonna col Bambino tra i santi Nicola di Bari, Lucia, Orsola e Domenico), 1475-1476 circa, olio su tavola, 115x65 (parete centrale), 55,9x35 cm (parete laterale sinistra), 56,8x35,6 cm (parete laterale destra), Vienna, Kunsthistorisches Museum
* Vergine Annunziata, 1475-1476, olio su tavola di noce, 42,5x32,8 cm, Monaco di Baviera, Alte Pinakothek
* Cristo morto sostenuto da tre angeli, 1475-1476 circa, olio su tavola di pioppo, 145x85 cm, Venezia, Museo Correr
* Cristo in pietà e un angelo, 1475-1478 circa, olio su tavola di pioppo, 74x51 cm, Madrid, Museo del Prado
* Cristo alla colonna, 1475-1479, olio su tavola, 29,8x21 cm, Parigi, Musée du Louvre
* Annunziata di Palermo, 1476 circa, tempera e olio su tavola, 45x34,5 cm, Palermo, Galleria regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis
* Ritratto Trivulzio, 1476, olio su tavola di pioppo, 37,4x29,5 cm, Torino, Museo Civico d'Arte Antica di Torino
* San Sebastiano, 1476-1477, olio su tavola trasportata su tela, 171x85,5 cm, Dresda, Gemäldegalerie
* Madonna Benson, 1477-1479 circa, tempera e olio su tavola, 58,9x43,7 cm, Washington, National Gallery of Art
* Ritratto di giovane, 1478 circa, olio su tavola di noce, 20,4x14,5 cm, Berlino, Staatliche Museen

 


Crocifissione (dettaglio), 1475 circa, olio su tavola, 52,5x42,5 cm, Anversa, Koninklijk Museum voor Schone Kunsten

 

 

Antonello da Messina 032
Crocifissione (dettaglio), 1475 circa, olio su tavola, 52,5x42,5 cm, Anversa, Koninklijk Museum voor Schone Kunsten

 

 


[1] Antonello da Messina | Alle Scuderie del Quirinale di Roma, dal 18 marzo al 25 giugno 2006 | Una mostra che raccoglie per la prima volta i capolavori del grande Maestro del Quattrocento e getta nuova luce sulla biografia e le opere | www.mostraantonellodamessina.it

Bibliografia

AA.VV., Antonello a Napoli, Milano 2001.

AA.VV., Antonello da Messina, catalogo della mostra tenutasi a Messina, 1981.

Cristina Acidini e Antonio Paolucci, Antonello agli Uffizi, Firenze, 2002.

G. Barbera, Antonello da Messina, Milano, 1998.

R. Cassanelli, La bottega dell'artista tra Medioevo e Rinascimento, Milano, 1998.

F. Sricchia Santoro. Antonello e l'Europa, Milano, 1986.

S. Tramontana, Antonello e la sua città, Palermo, 1999.

Teresa Pugliatti, Antonello da Messina. Rigore ed emozione, Edizioni Kalós, 2008

Francesco Galletta, Francesco Sondrio, L’Annunciazione, l’unità figurativa ritrovata come ipotesi virtuale per un restauro, in VILLA G.C.F., POLDI G. (a cura di) Antonello da Messina. Analisi scientifiche, restauri e prevenzione sulle opere di Antonello da Messina, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo 2006, pp. 118-129.

Francesco Galletta, Francesco Sondrio, La rappresentazione dello spazio architettonico, la geometria modulare e la costruzione prospettica nell’Annunciazione di Antonello da Messina, in G. BASILE, V. GRECO (a cura di) Annunciazione, Antonello. Il restauro, Regione Siciliana, Ass. BB.CC.AA. e PI., 2008, pp. 34-41.

   


Antonello da Messina | Alle Scuderie del Quirinale di Roma, dal 18 marzo al 25 giugno 2006 | Una mostra che raccoglie per la prima volta i capolavori del grande Maestro del Quattrocento e getta nuova luce sulla biografia e le opere | www.mostraantonellodamessina.it
Le Scuderie del Quirinale hanno riunito per la prima volta quasi tutte le opere di Antonello da Messina, uno dei grandi maestri del Quattrocento italiano, in una mostra-evento di portata straordinaria che si è conclusa il 25 giugno 2006.
Da Londra, da Washington, da New York, da Parigi, da Vienna, da Dresda, da Anversa, da tutti i principali musei del mondo, dalla Sicilia e da tutta Italia sono giunte a Roma le Madonne, gli straordinari Ritratti, le Crocifissioni, il famosissimo San Girolamo nel suo studio e tutte le preziosissime tavole che hanno creato la leggenda di questo grandissimo pittore siciliano.
La mostra si propone di ricostruire compiutamente la figura di Antonello, anche attraverso l'esame delle tematiche da lui sviluppate: dalla serie delle "Annunciate" ai celeberrimi "Ecce homo", alle "Crocifissioni", sino all'altissima poesia dei volti.

The Museo Correr | Pinacoteca



Podere Santa Pia, un’oasi di pace immersa nel verde delle colline della Maremma, è un’antica struttura completamente ristrutturata cercando di mantenere inalterate le stupende caratteristiche dell’immobile originario.
La Casa Vacanze Podere Santa Pia è situata in una posizione strategica per coloro che vogliono immergersi nella tranquilla campagna maremmana, trascorrere giornate al mare, alle terme o visitare aree d'interesse naturalistico, archeologico, storico.

Case vacanza in Toscana | Podere Santa Pia

     

Podere Santa Pia
 
Podere Santa Pia, giardino
 
Val d'Orcia" tra Montalcino Pienza e San Quirico d’Orcia
         
Tombolo da Feniglia
Corridoio Vasariano, Firenze
Siena, San Francesco
         
San Gimignano

Siena, Duomo

 

Firenze, Duomo
         
Podere Santa Pia è situata a poca distanza dal centro abitato di Castiglioncello Bandini, in una posizione panoramica sulla Maremma e sull’Arcipelago Toscano, fino a Monte Christo. Le linee dolci che disegnano le colline, i boschi di cerri e castagni, i numerosi vigneti disseminati quasi ovunque contribuiscono a caratterizzare quella che è una tra le più importanti zone di produzione di vino della provincia, visitabile percorrendo quella parte della "Strada del Vino Montecucco" che qui scorre.


 

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