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Memmo di Filippuccio, Il celebre ciclo di affreschi sul tema dell'amore matrimoniale, 1300-10, fresco, Palazzo del Podestà, San Gimignano

 

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Memmo di Filippuccio

   
   

Memmo di Filippuccio (Siena, circa 1250 – San Gimignano, circa 1325) è stato un pittore italiano, esponente della scuola senese di fine Duecento e inizi Trecento.
Pittore di origine senese, Memmo di Filippuccio ebbe una fiorente bottega a San Gimignano. Si formò probabilmente con Duccio di Boninsegna e fu presente nel cantiere pittorico di Assisi: in seguito a questa esperienza, il suo stile subì importanti influenze giottesche.

La sua attività ad affresco a San Gimignano, documentata nel 1305 nella Collegiata (lunetta del portale in controfacciata), è stata riconosciuta anche nella chiesa di San Pietro (Annunciazione, Madonna in trono e due santi, Adorazione dei magi), in quella di San Jacopo (Madonna col Bambino e i santi Giacomo e Giovanni Evangelista) e nella Torre del Palazzo Pubblico, dove realizzò un ciclo a tema profano. Nella chiesa dei Santi Jacopo e Filippo di Certaldo dipinse in una nicchia una Madonna con Bambino e i santi Jacopo e Pietro.

Tra le opere su tavola, gli sono attribuiti un dossale (Museo civico di San Gimignano, proveniente dalla chiesa di Santa Chiara), una Madonna col Bambino (Museo di San Matteo a Pisa) e il polittico Madonna e santi (Oristano, Vescovado). Nella sacrestia del convento di San Lucchese (Poggibonsi) si conserva una credenza che contiene 17 figure di Santi attribuite a Memmo.

Gli è stata riconosciuta anche un'attività di miniatore: sarebbero suoi alcuni codici conservati a Siena (Biblioteca Comunale e Museo dell'Opera del Duomo), Venezia (Fondazione Cini) e Pisa (Museo di San Matteo).

Nella sua bottega si formarono anche i suoi due figli, i pittori Lippo e Tederigo Memmi; inoltre una sua figlia andò sposa a Simone Martini.

   
   


Palazzo del Podestà, San Gimignano | Il celebre ciclo di affreschi del Trecento sul tema dell'amore matrimoniale



La cosiddetta Camera del Podestà è affrescata dagli Esiti positivi e negativi dell'iniziazione amorosa di un giovane, curiosa opera di Memmo di Filippuccio databile ai primi anni del Trecento e da affreschi con scene di caccia e tornei di Azzo di Masetto (circa 1290)

 


Al via un'importante campagna di restauro per le pitture della "Camera del Podestà"
Iniziato l'ultimo recupero del celebre ciclo di affreschi del Trecento sul tema dell'amore matrimoniale.

A San Gimignano sono al via i restauri delle famose e importanti pitture trecentesche della “Camera del Podestà”, situata all’interno della suggestiva Torre Grossa del Palazzo Comunale. Si tratta del celebre ciclo di affreschi a carattere profano e moraleggiante sul tema dell’amore, realizzato tra il 1305 e il 1311 da Memmo di Filippuccio. La sala fa parte del percorso museale della Pinacoteca e dei Musei Civici di San Gimignano. L’intervento, fortemente voluto dalla Soprintendenza per i Beni Storici e Artistici di Siena e Grosseto, dal Comune di San Gimignano e dalla Fondazione Musei Senesi, è realizzato grazie al sostegno della Fondazione Monte dei Paschi di Siena e costituisce un’importante occasione non solo per la maggiore conoscenza del ciclo pittorico trecentesco, ma anche per una sistemazione complessiva della Camera. Gli affreschi furono riscoperti sotto vari strati di imbiancatura durante gli anni Venti del Novecento e furono allora oggetto di un primo intervento di restauro; negli anni Settanta seguì una ulteriore campagna che ne ha garantito la conservazione fino ai nostri giorni. L’intervento di oggi, volto a risolvere definitivamente i danneggiamenti dovuti a varie cause di degrado che offuscano i magnifici colori di un tempo, sarà attuato dall’impresa Arc Conservazione e Restauro di Giuseppe e Massimo Gavazzi, aggiudicataria della gara indetta dalla Fondazione Musei Senesi sotto l’egida della Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le Province di Siena e Grosseto. Il restauro interessa una delle più pregevoli e inconsuete testimonianze della pittura senese del primo Trecento. La narrazione si articola secondo due filoni principali: da una parte sono rappresentati episodi amorosi dagli esiti infausti, nelle quali sono riconoscibili alcuni personaggi quali il filosofo Aristotele, follemente innamorato della cortigiana Fillide, e probabilmente i danteschi Paolo e Francesca, colti nella lettura del libro galeotto. Dall’altra, in contrapposizione, sono raffigurate alcune scene matrimoniali nelle quali l’amore, privato del suo aspetto terreno e teso alla verità spirituale, ha condotto a conseguenze positive ed a una vita serena: ne è un esempio la nota immagine degli sposi coricati in un ambiente domestico tipicamente medievale. Queste storie dovevano dunque suonare come un monito alla priorità dei compiti istituzionali rispetto alla seduzione dei sensi. Il cantiere di restauro, che sarà attivo fino a primavera inoltrata, sarà visibile al pubblico e permetterà al visitatore di seguire le diverse fasi di avanzamento dei lavori.
[Recupero affreschi | Fonte: Ufficio Stampa]

 

 

 
 
   
     

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Palazzo Comunale (San Gimignano)


Sul lato meridionale della Piazza del Duomo sorge il Palazzo Comunale di San Gimignano, uno dei più interessanti monumenti di San Gimignano, edificato sui resti di un edificio preesistente fra il 1289 e il 1298. Nella stessa piazza, sul lato ovest, sorge anche il Duomo o Chiesa Collegiata di San Gimignano. I successivi ampliamenti del Trecento e del Quattrocento definirono progressivamente lo spazio del cortile interno, in seguito affrescato con stemmi dei personaggi che avevano ricoperto cariche pubbliche nel contesto del Comune di San Gimignano. L’edificio principale veniva utilizzato sia come dimora del Podestà, sempre straniero per motivi di imparzialità, sia per le riunioni del consiglio pubblico. I due piani superiori del complesso costituiscono la sede “storica” dei Musei Civici di San Gimignano, istituita nel 1853.
Il percorso espositivo comprende la visita al Palazzo Comunale, uno degli edifici pubblici più antichi della Toscana, decorato con famosi cicli di affreschi come le scene inerenti il tema dell’amore di Memmo di Filippuccio, all’interno della “camera del Podestà”, le raffigurazioni di cacce e tornei, attribuite al pittore Azzo di Masetto e la grande Maestà di Lippo Memmi, nella sala di Dante, l’antica sala del Consiglio.
La visita prosegue con la Pinacoteca, dove si possono seguire i momenti fondamentali della storia artistica sangimignanese; dalle presenze fiorentine (Coppo di Marcovaldo, Azzo di Masetto) e senesi (Rinaldo) della seconda metà del Duecento, alla grande stagione senese della seconda metà del Trecento (Memmo di Filippuccio, Lippo Memmi, Niccolò di Ser Sozzo); dall’alternanza fra senesi e fiorentini a cavallo fra Trecento e Quattrocento (Taddeo di Bartolo, Lorenzo di Niccolò, “Maestro del 1419”), al definitivo prevalere dei fiorentini (Filippino Lippi, Benozzo Bozzoli, Sebastiano Mainardi) che contribuirono al rinnovamento rinascimentale di San Gimignano, fino al vertice estremo raggiunto con la grande pala del Pinturicchio, dipinta nel 1511.
E’ inoltre possibile accedere alla Torre Grossa, la più alta della città di San Gimignani, dalla quale si gode un panorama che spazia dalla centro storico alla circostante campagna della Valdelsa, fino alle montagne pistoiesi e alle Alpi Apuane.
[Fonte: www.comune.sangimignano.si.it]


 

Palazzo del Popolo
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