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Beato Angelico e Lorenzo di Credi, Madonna in trono col Bambino, angeli e santi, 1424-150, tempera su tavola, San Domenico, Fiesole
   
 

Fra Angelico | Pala di Fiesole, 1424-1425

 
 

La Pala di Fiesole (Madonna in trono col Bambino, angeli e santi) è un'opera di Beato Angelico e Lorenzo di Credi. Conservata nella chiesa originale per cui fu dipinta, San Domenico a Fiesole, è una tempera su tavola databile al 1424-1425, con la ridipintura dello sfondo nel 1501. [1]


Storia

La pala è una delle più antiche opere dell'Angelico che ci siano pervenute. Destinata originariamente all'altare maggiore della chiesa del convento, venne in seguito spostata su un altare laterale dove si trova tutt'oggi. Nel 1501 Lorenzo di Credi ridipinse lo sfondo, che era probabilmente dorato, creando una veduta più moderna, con un trono decorato da baldacchino e finti rilievi classicheggianti e due scorci paesaggistici racchiusi da pilastri. In quell'occasione vennero anche eliminate le tracce delle cuspidi goticheggianti in voga all'epoca della creazione dell'opera.

 
 
Descrizione


   

Si tratta di una Maestà, cioè una Madonna in trono allora molto in voga nell'arte fiorentina. Attorno al gruppo sacro centrale si trovano otto angeli adoranti disposti a emiciclo, di dimensioni gerarchicamente più piccole. Ai lati si trovano i santi Tommaso d'Aquino, Barnaba, Domenico e Pietro Martire. Si tratta di tre santi dell'Ordine domenicano e del patrono di Barnaba degli Agli, il generoso patrono che donò seimila fiorini ai Domenicani osservanti per ricostruire ed ampliare il convento di San Domenico di Fiesole. I due santi centrali sono leggermente rivolti verso la Vergine.

Il Bambino nudo è raffigurato nell'atto di sporgere la mano verso due fiori che la madre tiene in mano: una rosa bianca, simbolo di purezza, e una rosa rossa, prefigurazione della Passione legata all'Eucarestia (la tavola era dopotutto destinata all'altare maggiore della chiesa, dove si celebra tale sacramento).



Stile


   

Lo schema del dipinto ricorda il Trittico di San Giovenale di Masaccio (1422), con il trono posto su un gradino davanti al quale stanno due angeli inginocchiati, raffigurati quasi a profil perdu. Lo schema degli angeli ricorda da vicino anche il cartone per la vetrata con l'Assunzione della Vergine di Lorenzo Ghiberti nella facciata Duomo di Firenze (1404-1405).

Si tratta inoltre di uno dei più antichi esempi conosciuti di polittico dove le figure sono disposte in un unico piano, senza ricorrere a scomparti.

Di solito la pala viene collocata prima del Trittico di san Pietro Martire (documentato al 1428), almeno di due tre anni, per la rappresentazione dello spazio meno evoluta: il pavimento a piastrelle si trova in altri dipinti fiorentini coevi, come il trittico di anonimo fiorentino del 1419 (pannello centrale a Cleveland) e una pala d'altare dello stesso artista con San Gimignano in trono (San Gimignano). Inoltre la disposizione dei santi è più semplice, con un allineamento in fila, invece di un emiciclo suggerito.

La testa della Vergine è più sottile ed elegante, con un movimento delle linee del manto più energico, legato quindi alla tradizione del gotico internazionale, come la Madonna col Bambino di Masolino nel Trittico Carnesecchi (1423-1425). L'opera di Beato Angelico è comunque molto più composta e controllata di quella di Masolino.

L'impostazione del bambino con le gote gonfie tradisce un'ispirazione dal polittico Quaratesi di Gentile da Fabriano.

I santi invece, con la loro veduta frontale e la ricerca di una dignità morale individuale, mostrano invece un'influenza di Masaccio.

 


Beato Angelico e Lorenzo di Credi, Madonna in trono col Bambino, angeli e santi, parte centrale, San Domenico, Fiesole

Predella e altri scomparti


Beato Angelico e Lorenzo di Credi, Madonna in trono col Bambino, predella, 1424-150, tempera su tavola, San Domenico, Fiesole

La predella della pala si trova oggi alla National Gallery di Londra, con il Cristo risorto adorato da santi, profeti e membri dell'Ordine domenicano (cinque pannelli). Qui è conservato anche un tondo, che doveva trovarsi nella cimasa, con San Romolo.

Inoltre i pilastrini laterali erano decorati da dieci piccoli pannelli con figure di santi e beati, delle quali se ne conoscono solo quattro: due al Museo Condé di Chantilly e due in una collezione privata.

 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 
 
   
[1] Biografia diBeato Angelico (fine 300 - 1455)
Guido di Pietro, nome laico di fra’ Giovanni da Fiesole, nasce a Vicchio del Mugello sul finire del Trecento. A lungo la storia dell’arte ha creduto che egli fosse nato nel 1387, data smentita dal ritrovamento di un documento del 1417, che lo vede “dipintore” nel “popolo” di San Michele Visdomini, a Firenze. All’epoca egli non ha ancora abbracciato la vita religiosa, ma già dipinge. Negli anni successivi alla sua morte, la vita d’uomo di chiesa, la sua devozione per l’arte religiosa hanno portato i posteri a definirlo Angelico e poi Beato, sebbene non per la Chiesa ufficiale (almeno fino al 1983 – 84). Stabilire la nascita sul finire del secolo, ha permesso di inquadrare in modo più coerente la sua formazione artistica. Beato Angelico si forma in ambiente fiorentino, nella compagine culturale impegnata nelle dissertazioni sulla prospettiva del Brunelleschi e del Donatello.
La prima notizia dell’attività sua di pittore è del 1418, tramite il pagamento d’una tavola affrescata per la cappella in Santo Stefano al Ponte. Nel 1423 Guido ha preso i voti e, con il nome di fra’ Giovanni, risulta impegnato nell’affresco di una croce per l’ospedale di Santa Maria Nuova. Nel convento di San Domenico a Fiesole, fra’ Giovanni è molto attivo. Dipinge assiduamente con l’aiuto di scolari, tra i quali anche Zanobi Strozzi. Le sue opere abbelliscono le maggiori chiese fiorentine, molte tele gli vengono commissionate da privati. Il Vasari, nella sua biografia, loda la vita esemplare ed il disinteresse che anima la sua arte, tanto che ogni guadagno va a favore del convento.
Nel 1429 un documento d’atteso pagamento testimonia il suo lavoro per le monache di San Pietro. Nel 1433 è a Brescia, dove attende ad una “Annunciazione” per Sant’Alessandro. Lo stesso anno gli viene commissionata, per 190 fiorini, la realizzazione di un tabernacolo per l’Arte dei Linaioli. Nel 1436 sembra che egli realizzi la “Deposizione” per Santa Maria al Tempio, mentre l’anno seguente è la volta di un trittico in una chiesa di Perugia. Agli stessi anni si fa risalire la decorazione con affreschi della chiesa di San Marco, passata al convento dei Domenicani e consacrata da Papa Eugenio IV nel 1443, mentre i lavori sono ancora in corso. L’opera finisce probabilmente nel 1446, anno nel quale fra’ Giovanni viene chiamato dal papa a lavorare a Roma. Qui dipinge una cappella in Vaticano, oggi perduta, e - sotto il successore di Eugenio IV, Niccolò V - la Cappella Niccolina.
Prima di rientrare a Fiesole, con l’importante incarico di priore, trascorre del tempo ad Orvieto, dove inizia i lavori nella Cappella di San Brizio nel Duomo, lasciati incompiuti. Tra il 1449 e il 1451 è, dunque, priore di San Domenico a Fiesole. Il Vasari riferisce, inoltre, che gli fosse stato prospettato l’incarico di arcivescovo di Firenze, declinato dall’Angelico per modestia. E’ probabile che, pochi anni prima di morire, si sia trasferito a Roma per altri lavori. Ivi difatti si spegne, nel convento di Santa Maria sopra Minerva, nel 1455. [Source: www.italica.rai.it]

Lorenzo di Credi (Firenze, 1459 – 1537) è stato un pittore italiano, allievo del Verrocchio che lo nominò suo erede, resse la bottega di quest'ultimo, quando era impegnato a Venezia nella statua equestre del Colleoni e ne riportò a Firenze la salma da Venezia dove il Verrocchio era morto nel 1488.
 
Luca Signorelli e Beato Angelico, scena della Predica e fatti dell'Anticristo, Cappella di San Brizio, Orvieto

La sua formazione avvenne nella bottega del Verrocchio da cui derivò lo stile finito costruito con linee incisive e precise, modi che influenzarono il suo condiscepolo Leonardo, successivamente le parti si scambiarono e fu Lorenzo ad accogliere lo sfumato e le sottilissime velature di Leonardo.
Per la bottega eseguì la Madonna di Piazza nel Duomo di Pistoia, opera commissionata al Verrocchio, completata con l'aiuto di altri allievi tra cui Perugino e forse Leonardo da Vinci (del quale si ipotizza la paternità della tavoletta della predella raffigurante l'Annunciazione, spesso attribuita però allo stesso Lorenzo).
Tra le opere giovanili sono la Madonna col Bambino della Galleria Sabauda di Torino, il tondo con l'Adorazione del Bambino della Fondazione Querini Stampalia a Venezia, successive sono la Madonna e santi del Louvre datata al 1493 e l'Adorazione dei pastori degli Uffizi.
A Fiesole, invece, eseguì importanti rimaneggiamenti alla prima delle tre tavole del Beato Angelico per gli altari della chiesa di San Domenico: la cosiddetta Pala di Fiesole (sue le architetture, il baldacchino, il paesaggio e l'ampliamento del pavimento).
Nella canonica della Pieve di San Pietro a San Piero a Sieve si trova un dipinto rappresentante la Madonna col Bambino a lui attribuito.
Madonna col Bambino e santi
Nella sua attività matura guardò anche a Fra Bartolomeo, Perugino e al giovane Raffaello, di questa fase sono la Crocifissione del Museo di Gottinga, l'Annunciazione di Cambridge.
Sembra appartenere a questo periodo anche il Ritratto di Caterina Sforza, signora di Forlì nell'ultimo ventennio del XV secolo.


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San Domenico di Fiesole


   

Il Convento di S. Domenico, costruito a metà strada tra Firenze e Fiesole, nacque nel 1405-1406 come cenobio di riforma per iniziativa di Giovanni Dominici (+1413) e del vescovo fiesolano Jacopo Altoviti (+1403), entrambi frati di S. Maria Novella.
Nel “conventino”, che fu abitato fin dagli ultimi mesi del 1406, vennero formati alla vita religiosa domenicana sia, il futuro arcivescovo di Firenze, S. Antonino Pierozzi (+1459), sia il grande pittore Fra Giovanni da Fiesole, detto Beato Angelico (+1455).

La parte quattrocentesca del convento venne ultimata intorno al 1418 con il generoso lascito di Barnaba degli Agli e nel 1420 il Beato Angelico prese a dipingere sull’archetto d’entrata della piccola chiesa la Madonna benedicente, di cui gli ultimi restauri del 1960 ci hanno restituito la sinopia. Nell’aula capitolare affrescò pure il grande Crocifisso, testimonianza d’arte e di pietà nel suo amato convento.
A causa della soppressione degli ordini religiosi, voluta da Napoleone, il convento fu espropriato (1808). I frati poterono riacquistare il convento nel 1879, ma, non avendo i soldi sufficienti per pagare il sovrapprezzo richiesto dal proprietario per i dipinti del Beato Angelico, due affreschi furono asportati e venduti dal proprietario e finirono ai musei di Parigi e di San Pietroburgo.

Intorno alla metà del ‘400, per la forte espansione, i frati furono spinti a fondare in Firenze un nuovo convento: S. Marco, dove lavorò per molto tempo il Beato Angelico e vi dimorò anche Girolamo Savonarola.
Nel 1491 iniziarono i lavori di ampliamento sul lato del chiostro parallelo alla chiesa verso Firenze. L’ingente spesa fu sostenuta dalla famiglia Salviati. Durante il priorato di Fra Domenico da Pescia (compagno di martirio del Savonarola) fu addossato, verso sud, al nuovo edificio un fabbricato in cui, successivamente, trovò spazio la biblioteca.
Grazie alla generosità del nobile genovese Jeronimo Brignole, fattosi frate col nome di Fra Cipriano, tra il 1588 e 1590 fu eretto il Noviziato Nuovo (attualmente sede di una sezione dell’Istituto Universitario Europeo) a tre piani, sul disegno dell’architetto Fra Domenico Postigiani, domenicano di S. Marco.
Oltre al Dominici, a S. Antonino e al Beato Angelico vengono ricordati con onore diversi frati celebri del convento di Fiesole: Santi Pagnini per il risveglio degli studi biblici; Santi Cini fondatore in Firenze della confraternita e della chiesa di S. Tommaso d’Aquino in via della Pergola; Vittorio Ricci, Prefetto Apostolico di Formosa e Cina meridionale, che rivelò all’occidente la scoperta del continente australiano.

Padri Domenicani
Piazza S. Domenico 4
50014 - San Domenico di Fiesole (FI)
Tel: 055 59 230
Fax: 055 59 79 188
Sito web: www.sandomenicodifiesole.op.org

 

 

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