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Abbadia di Sant'Antimo


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Bolsena Lago


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Campagnatico


Castell'Azzara


Castellina in Chianti


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Castelnuovo Bererdenga


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Cività di Bagnoregio


Gaiole in Chianti

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Orvieto

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Sarteano


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Scansano


Sinalunga


Sorano

Sovana

Sovicille


Talamone

Val di Chiana

Val d'Orcia

Vetulonia

Volterra





 

             
 
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Orvieto

Costruita sulla sommità di scoscese rocce di tufo a 350 s.l.m, Orvieto è città maestosa e affascinante.

Travel guide for Tuscany
       
   


Orvieto

 
   
   
Orvieto è una scoperta inaspettata e sorprendente, una cittadina irta su una rupe di tufo dalle pareti a picco, un concentrato di bellezze artistiche e paesaggistiche.
Orvieto è come attraversare la storia, perché vi si ritrovano, stratificate e concentrate, le tracce di ogni epoca per quasi tre millenni. Oltre al Duomo, monumento e capolavoro massimo del Medioevo italiano ed europeo, rendono straordinariamente ricco il patrimonio culturale di Orvieto le aree archeologiche (era una delle più importanti e fiorenti città etrusche), le chiese degli Ordini Mendicanti, il complesso dei palazzi papali, il Palazzo del Popolo, il Palazzo dei Sette, gli edifici cinquecenteschi, il Pozzo di San Patrizio, l'ottocentesco Teatro Mancinelli, il tutto in stretta simbiosi con il masso tufaceo che sovrasta la valle del fiume Paglia, a pochi chilometri dalla sua confluenza nel Tevere.[1]
   
   




map Orvieto
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1 Duomo 2 Claudio Faina Museum 3 Papal Palaces 4 Palazzo Soliano 5 Chiesa S. Andrea 6 S. Giovenale 7 Palazzo dei Sette. 8 Palazzo del Popolo 9 S. Domenico 10 St. Patrick’s Well 11 Etruscan Necroplis at Crocifisso del Tufo

Il comune ha sede nel bel Palazzo Comunale. L'accesso è dalla vicina Via Garibaldi ed il palazzo si estende e si affaccia su Piazza della Repubblica, proprio di fianco alla Chiesa di S.Andrea.


Orvieto, Duomo




Orvieto, Duomo

Il Duomo di Orvieto, gioiello dell'arte gotica italiana, fu costruito sulle fondamenta di un tempio etrusco, dopo che erano state demolite la cattedrale di Santa Maria e la chiesetta di San Costanzo. La costruzione del Duomo, iniziata nel 1290, nacque dal bisogno di custodire il lino insanguinato del Miracolo di Bolsena e, soprattutto, dall'orgoglio degli orvietani di mostrare la loro grandezza. Il progetto, dopo essere passato di mano in mano a vari architetti, arrivò al senese Maitani, il quale accolse l’incarico e proseguì la costruzione del Duomo definendo sempre di più quei caratteri originali ed ostinati che avrebbero caratterizzato lo stile della chiesa. Mescolanza di stili, desiderio di scavalcare la tradizione, manifestazione della grandiosità del divino e dell’opera dell’uomo insieme, il Duomo di Orvieto unisce tutto questo con il suo disegno di linee e curve, dando vita ad una delle cattedrali più affascinanti d’Italia.
L’imperiosa facciata, ora simbolo dell’intera città di Orvieto, si innalza in tutta la sua rigidità e la sua forza con le quattro guglie. La piatta parete esterna, ornata da un intreccio di mosaici raffiguranti singole scene della vita di Maria, ospita il maestoso portone principale e le due porte laterali. È proprio lo sfondo dorato dei mosaici che conferisce la lucentezza e il bagliore del Duomo alla prima vista degli osservatori. L’imperiosità del Duomo di Orvieto abbraccia la sottostante Piazza del Duomo che, durante la storia, seguì e si evolse passo dopo passo insieme alle vicende storiche ed architettoniche della chiesa.

La cruda semplicità dell’interno è ciò che conferisce originalità al Duomo. Diviso in 3 navate separate da colonnati da dieci, il vano centrale si innalza con un energico slancio di linee delle arcate a tutto sesto che si contrappongono alle fasce orizzontali bianche e nere delle pareti laterali. Ciò che contrasta la nudità e la semplicità del Duomo, è la Cappella di San Brizio. Dal basso si può ammirare il complesso ciclo pittorico iniziato nel 1447, che impiegò numerosi artisti e il più notevole fu Luca Signorelli il quale concluse poi l’opera nei primi decenni del Cinquecento.
La Cappella di San Brizio, o Cappella Nova, si trova nel transetto destro del Duomo di Orvieto. È celebre per il ciclo di affreschi con Storie degli Ultimi Giorni, avviato nelle vele da Beato Angelico e Benozzo Gozzoli nel 1447 e completato da Luca Signorelli nel 1499-1502.Per l'originalità spaziale e iconografica e per la singolarità del tema, la cappella costituisce un unicum nell'arte.

Luca Signorelli | Fresco Cycle in the San Brizio Chapel, Cathedral, Orvieto ead more

Duomo | Orari
dal 1°Novembre al 28 Febbraio : 7.30 – 12.45 14.30 – 17.15
da Marzo ad Ottobre 7.30 – 12.45 14.30 – 18.15
dal 1° Aprile al 30 Settembre 7.30 – 12.45 14.30 – 19.15


 


Luca Signorelli, ritratto di Dante: affresco nella Cappella della Madonna di San Brizio, nel Duomo di Orvieto


Caduta degli angeli ribelli

Luca Signorelli | Fresco Cycle in the San Brizio Chapel, Cathedral, Orvieto
Cappella di San Brizio


La Cappella del Corporale


   
Sul transetto sinistro si apre invece la Cappella del Corporale, realizzata tra il 1350 e il 1356 per conservare la preziosa reliquia per cui il Duomo di Orvieto intero era nato, il lino insanguinato o corporale utilizzato nella miracolosa Messa di Bolsena (1264) e macchiatosi di sangue sprizzante dall'Ostia al momento della celebrazione eucaristica da parte del sacerdote boemo Pietro da Praga. Il corporale è conservato oggi entro un tabernacolo realizzato nel 1358-1363 da Nicola da Siena e, probabilmente, anche dall'Orcagna.
La cappella fu interamente affrescata negli anni 1357-1364 da Ugolino di Prete Ilario e altri collaboratori che comunque si pensa abbiano svolto un ruolo secondario visto che Ugolino è l'unico ad aver firmato il ciclo. Coerentemente alla destinazione della Cappella, il programma iconografico del ciclo ha ad oggetto non solo gli episodi della Messa di Bolsena, ma in generale il mistero della Transustanziazione.
Nella stessa Cappella del Corporale è ospitata anche la Madonna dei Raccomandati (o della Misericordia) realiazzata dal senese Lippo Memmi intorno al 1320.

Ma il vero gioiello della Cappella è il preziosissimo Reliquiario del Corporale, capolavoro di arte gotica italiana ed europea, realizzato tra il 1337 e il 1338 dall'orafo senese Ugolino di Vieri. Il reliquiario, realizzato prima della cappella e del tabernacolo che oggi raccoglie il corporale, era destinato a raccogliere anch'esso lo stesso Corporale. Qui infatti vi rimase dal 1338, anno del suo completamento, fino al 1363 circa, quando fu trasferito nel tabernacolo che lo raccoglie ancora oggi. Il reliquiario riproduce la sagoma tripartita della facciata del Duomo con raffinate scene della Vita di Cristo e del miracolo di Bolsena realizzate in argento, oro e smalto traslucido.



 

Lippo Memmi, Madonna della Misericordia

Lo straordinario complesso architettonico medievale dei Palazzi Papali, affiancato alla cattedrale e composto dalla sequenza più antica degli edifici realizzati per accogliere a Orvieto i pontefici, ospita le collezioni del Museo dell'Opera del Duomo distribuite su due diversi piani: il Piano Terra con la Galleria degli Affreschi (dipinti murali del XIV-XV secolo) e il Primo Piano con la Sala della Maestà e tre Sale dedicate, attraverso i secoli (XIII-XVII secolo) a dipinti, sculture, arredi lignei, mosaici, paramenti sacri, oreficeria. Il complesso comprende infine la Sala delle Sinopie, con i dipinti preparatori per gli affreschi della Cappella del Corporale e altre tavole pittoriche, sculture, oreficerie, suppelletili lignee (XIII-XX secolo).
Con una piacevole e interessante passeggiata che si snoda attraverso le strade, le piazze e i tesori artistici del centro storico di Orvieto, il percorso della visita raggiunge la Chiesa di Sant'Agostino in Piazza San Giovenale. Sede distaccata del Museo, ospita generalmente le esposizioni temporanee.

Museo dell'Opera del Duomo di Orvieto
Piazza del Duomo, 26, 05018 Orvieto Terni
0763 342477
Orario di apertura:
martedì e giovedì: 10.00 – 12.00
sabato: 11.00 – 13.00 e 15.00 – 18.00
domenica: 10.00 – 13.00 e 15.00 – 18.00
www.opsm.it

Fondazione per il museo Claudio Faina | Museo Claudio Faina e Museo civico
I musei sono ospitati nel palazzo di proprietà della famiglia Faina, che rivestì un ruolo di primo piano nel Risorgimento umbro e nella vita politica ed economica della regione dopo l’Unità.
Il palazzo Faina, posto in piazza del Duomo, proprio di fronte alla Cattedrale, venne acquistato alla metà dell'Ottocento dal conte Claudio Faina senior.
La collezione Faina si formò nel 1864, ad opera di due esponenti importanti della famiglia: i conti Mauro ed Eugenio.

Secondo una tradizione il nucleo originario della raccolta sarebbe costituito da 34 vasi donati al conte Mauro dalla principessa Maria Bonaparte in Valentini, figlia di Luciano Bonaparte - lo scopritore delle necropoli di Vulci - e nipote di Napoleone.

Museo Claudio Faina e Museo civico
Piazza del Duomo, 29
Orario di apertura:
dal 01/04 al 30/09: 9:30 - 18:00
dal 01/10 al 31/03: 10:00 - 17:00
dal 01/11 al 31/03: chiuso il lunedi


   
Palazzo del Capitano del Popolo

   
Il Palazzo del Capitano del Popolo, detto anche del Podestà, è uno degli edifici più interessanti del XII secolo. Il palazzo si trova in piazza del popolo, al centro dell’abitato. La piazza ebbe una sua importanza urbanistica già a partire dal Duecento, testimoniata dalla lastricatura in mattoni risalente al 1295.
L’importanza del palazzo del Popolo è data anche dalla sua posizione, di fronte alla piazza omonima e vicino alla piccola chiesa di San Rocco. Interessante è la visita di tutta l’area, dalla piazza duecentesca creata in funzione del palazzo pubblico, che su di essa doveva imporsi isolato, alla chiesa, decorata nell’abside da affreschi di Cristoforo da Marciano e Eusebio da Monefiascone, XVI secolo.

The Palazzo Comunale

l Palazzo Comunale e la Chiesa di Sant’Andrea sono situati in una delle piazze principali di Orvieto, Piazza della Repubblica.
La Piazza della Repubblica è stata, da sempre, il cuore civico della città di Orvieto e, prima che sorgesse il Duomo, anche il fulcro della vita religiosa, per la presenza dell'attuale Collegiata di Sant'Andrea.

La facciata del palazzo fu rinnovata dallo Scalza intorno al 1600. I contrasti tra basamento e parete, insieme allo sviluppo in profondità, si compongono in un'immagine di imponente dignità civica. Il progetto prevedeva l'ampliamento del palazzo, non eseguito.
La decorazione architettonica interna all’edificio fu realizzata tra 1345 e 1347, a seguito della presa del potere da parte di Matteo Orsini. Tracce di questa decorazione si possono riscontrare nella sala restaurata al secondo piano, in corrispondenza della sede dell’Archivio Storico.


Museo Archeologico | Nazionale Complesso dei Palazzi Papali

Il museo offre un'esposizione di reperti etruschi rinvenuti nel corso degli scavi recenti nel territorio orvietano. Sono presenti materiali di antico e nuovo rinvenimento dalla necropoli settentrionale di Crocifisso del Tufo. Notevoli alcuni corredi funerari, ricchi di oggetti, sia di importazione, sia di produzione locale, come i buccheri.

In una sala sono presenti alcuni corredi recuperati nel corso dello scavo nella necropoli di Porano, uno dei centri minori che sorgevano a corona della città sulla rupe. Le sepolture sono di livello elevato e in alcuni casi sono state impreziosite da pitture parietali, fra i pochi esempi di tale espressione artistica, almeno nell’Etruria settentrionale interna. In un ambiente attiguo viene proposta la ricostruzione delle due tombe Golini, rinvenute alla fine dell’Ottocento, le cui pitture, staccate dalle pareti delle tombe, per evidenti motivi di sicurezza e corretta conservazione, sono state ricollocate secondo le posizioni originarie.

Museo Archeologico | Nazionale Complesso dei Palazzi Papali
Orari per le visite: Dalle 8.30 alle 19.30



Piazzale Cahen si apre di fronte alla Rocca di Orivieto. Dal piazzale della stazione ferroviaria vi sale una funicolare, inaugurata nel 1888 e ripristinata nel 1990.
L'area che gravita intorno a Piazza Cahen è soprattutto nota per la presenza di quella che, dopo il Duomo, è considerata la seconda meraviglia di Orvieto, il Pozzo di San Patrizio.

Pozzo di San Patrizio

   
E' il 1527 quando in occasione del "sacco di Roma" l'allora pontefice Clemente VII si rifugia ad Orvieto e per suo volere commissiona ad Antonio da Sangallo il Giovane la costruzione del pozzo che doveva servire da approvvigionamento di acqua in caso di assedio della città di Orvieto.

Il progetto del Sangallo, che già lavorava sulle fortificazioni della città, si ispirò alla chiocciola del Belvedere in Vaticano e creò un geniale sistema elicoidale di scalini in modo tale che la vie per scendere e salire il percorso del pozzo (profondo circa 53 metri) non si incontrassero tra di loro generando problemi di "traffico". Oggi è un vero piacere discendere fino alle sue profondità percorrendo gli oltre duecento gradini che lo compongono.

Orari delle visite: Aprile-Settembre 10/18.45 - Ottobre-Marzo 10/17.45

Il Pozzo della Cava, di recente scoperta, si trova in Via della Cava.
Il pozzo fu interamente scavato a mano nel tufo litoide che costituisce la rupe orvietana. Esso ha una profondità di 36 metri, gli ultimi dei quali occupati dall'acqua della sorgente.

La struttura è costituita da due parti accorpate: la prima, più grande, ha una sezione circolare con un diametro medio di 3 metri e 40 centimetri; la seconda, più piccola, ha invece una sezione rettangolare di lati 60x80 centimetri e presenta le tipiche “pedarole” etrusche, ossia delle tacche incise sulle pareti laterali per consentire la discesa e la risalita.
Per tutto l'anno il pozzo è visitabile in tutta sicurezza e, durante il periodo natalizio, è ormai consueto teatro di rappresentazioni religiose a tema, tradizionale evento conosciuto come "Il Presepe nel Pozzo".

 
Pozzo di San Patrizio




Palazzo Soliano - Museo Emilio Greco

Situato sulla Piazza del Duomo di Orvieto, sulla destra della Cattedrale e nella sua immediata prossimità, Palazzo Soliano è la più vasta e imponente delle residenze pontificie orvietane. Fu costruita su sollecitazione di papa Bonifacio VIII Caetani (1294-1303).

Il museo comprende 32 sculture in bronzo, 60 opere grafiche tra disegni, litografie ed acqueforti di Emilio Greco, autore delle porte bronzee del Duomo di Orvieto.


Il Palazzo del Vescovado è il primo palazzo partendo dal Duomo e dirigendosi a destra. Venne fatto erigere nel 977 da Benedetto VII presso la chiesa di Santa Maria Prisca di cui si presume che la porta d'ingresso sia la porta posta alla destra del duomo, la cosiddetta Porta Soliana. I papi che vi abitarono man mano la arricchirono e la ampliarono con nuove sale.
All'interno di particolare rilievo ed interesse era una cappella con archi acuti di cui oggi rimangono solamente dei resti. All’esterno, invece, vi sono delle bifore e delle trifore ogivali che si trovano sul lato prospiciente la piazza e sul lato degli orti del palazzo.
In alcune stanze al pianterreno vi è il Museo Archeologico Nazionale che ospita le "tombe Golini" I e II originarie del IV secolo a.C.

Il Palazzo dei Sette con la torre del Moro appartenne all'antica famiglia dei Della Terza, poi fu di proprietà del Papato, sede dei Sette (i rappresentanti delle arti) e in seguito del pontefice. Nel 1515 Papa Leone X cedette al comune la torre insieme ad altri edifici di proprietà ecclesiastica. Il palazzo fu anche sede del Governatore. Più tardi fu adibito a funzioni di pubblica utilità.
Nel 1996 è stato ristrutturato ed è attualmente sede di un centro culturale, ma anticamente era sede della famiglia Della Terza, poi del papato. Della fine del XIX secolo è la sistemazione nel pianoterra degli uffici delle poste e telegrafi, ora siti altrove.
La porta a destra consente l'accesso alla torre civica, nota a tutti come torre del Moro, quasi certamente dal nome di Raffaele Gualterio, detto il Moro, proprietario del sottostante palazzo Gualterio e padre del celebre vescovo di Viterbo, Sebastiano Gualterio. Alla sommità della torre (47 metri circa) si trovano due campane, di cui una fu fusa nel 1313 per il palazzo del Popolo e fu qui trasferita nel 1876, che mostra i 25 simboli delle Arti ed un sigillo del popolo.
Del 1875 è l'orologio.


Chiesa di Sant'Andrea (e Bartolomeo)

   
La chiesa di Sant'Andrea (e Bartolomeo)
u restaurata dall'ingegnere Gustavo Giovannoni nel 1926 insieme alla torre dodecagonale. Con questo restauro furono inseriti nella facciata delle opere moderne, come gli altorilievi nella lunetta del portale, la vetrata del rosone e le maioliche e terrecotte del portico nuovo, ma questo restauro cancellò completamente le modifiche apportate nel '200-'300 e nel '500.
La chiesa ha una struttura a croce romana, articolata in tre navate con transetto e abside semicircolare. La copertura delle navate è a capriate lignee, mentre l'incrocio fra il corpo centrale e il transetto è coperto da volte a crociera sorrette da pilastri a fascio. I muri perimetrali sono realizzati in tufo, il pavimento in marmo. Appartiene alla chiesa la torre dodecagonale che è molto simile a quella presente nell'Abbazia di San Severo e Martirio.
All'interno vi sono un pulpito cosmatesco, un'edicola tombale, i resti di un corpus di affreschi che comprendono opere risalenti al ‘300, al '600, alla fine dell'800.
Nella cripta sono visibili resti delle precedenti fasi di utilizzo del complesso, che costituisce un luogo di culto già dal periodo villanoviano. Lo strato più notevole è quello superiore, in cui sono conservati estesi resti di mosaici pavimentali appartenenti al XII secolo[1].


   

Viaggio nella "Città Sotterranea | Piazza Duomo, 23

Una piacevole visita guidata che si snoda lungo un agevolissimo percorso, consente di conoscere i sotterranei di Orvieto, realizzati dagli antichi abitanti in circa 2500 anni di ininterrotti scavi. Un viaggio di un'ora alla scoperta di una millenaria, sorprendente ed inattesa "Città Sotterranea"
rvieto, città millenaria sospesa quasi per magia tra cielo e terra, ha svelato un altro degli aspetti che la rendono unica ed eccezionale: un dedalo di grotte è nascosto nell’oscurità silenziosa della rupe.
La particolare natura geologica del masso su cui sorge ha consentito agli abitanti di scavare, nel corso di circa 2500 anni, un incredibile numero di cavità che si stendono, si accavallano, si intersecano al di sotto del moderno tessuto urbano.

La visita guidata ad “Orvieto Underground” parte dalla biglietteria di Piazza Duomo n.23. Durata: 45 minuti circa.

www.orvietounderground.it


Lago Corbara

   
Il lago di Corbara non è altro che un bacino artificiale sorto intorno agli anni 50. Situato in Umbria nasce da uno sbarramento del fiume Tevere nei pressi di un piccolo borgo che prende il nome di Corbara, dal quale ne deriva la denominazione.

Le aree dei Sette Frati e di Villalba sono entrambe sottoposte a tutela ambientale e sono dotate di strutture per il pic-nic, piccole baite e sentieri escursionistici segnalati.
L’area dei Sette Frati si trova vicino al Parco fluviale del Tevere (nel comune di San Venanzo -Tr) e si estende per circa 25 ha a 800 metri di altezza, dove è possibile godere del panorama che si apre sulla valle del Tevere.
L’area di Villalba si trova vicino alla riserva naturale del Monte Rufeno (Lazio), ha una superficie di 25 ha. di boschi, ed contiene una sentieristica collegata alla rete del Monte Rufeno.


Parco del Fiume Tevere


 

Lago Corbara e Orvieto
Il Parco fluviale del Tevere nasce nel 1990 come area protetta del WWF. Il suo territorio si estende in 7 comuni della Provincia di Terni e passa anche presso la Comunità Montana dell'Amerino. Nel parco vi sono anche siti archeologici nei comuni di Baschi e Orvieto.

Parco Fluviale del Tevere | Mappa


In posizione distanziata dal centro storico di Orvieto troviamo l'Abbazia dei SS. Severo e Martirio.
L'importante complesso monastico, di origine alto-medievale, fu tenuto dai Benedettini fino al 1221, quando subentrarono i Premostratensi francesi.
L’elemento più spettacolare dell’interno complesso architettonico giunto fino a noi rimane la torre dodecagonale voluta da Matilde di Canossa.
La chiesa dell’abbazia dei SS. Severo e Martirio è impreziosita internamente da un pavimento e mosaico, di pura arte cosmatesca (XII secolo).


 
Abbazia dei SS. Severo e Martirio

 

Castel Viscardo si pone in una splendida posizione panoramica, che si apre nella vallata del fiume Paglia fino ad Orvieto.
Il centro si sviluppa attorno al castello denominato "Castello di Madonna", eretto nel XIV secolo, dapprima proprietà della famiglia Monaldeschi della Cervara, poi feudo dei principi Spada e tuttora di proprietà dei duchi di Montevecchio. Testimonianze di un centro abitato antecedente la costruzione del castello, si hanno sin dal VI secolo a.C., è infatti databile a quest'epoca la necropoli etrusca che si estende a pochi chilometri dal paese, in località "Caldane".
Il paese possiede una chiesa parrocchiale che custodisce ancora un bel crocifisso in avorio del '600, regalato da Luigi XIV a un cardinale della famiglia Spada residente a Parigi. Un altro membro degli Spada, Francesco, ufficiale al servizio dei Veneziani, conquistò agli Ottomani uno stendardo custodito anch'esso nella chiesa parrocchiale.


 

Castel Viscardo
Il borgo umbro di Monterubiaglio si trova sulle colline, a pochi chilometri dalla città di Orvieto e le sue origini si possono far risalire all’epoca degli Etruschi. Ai piedi del paese, infatti, si estende l’area archeologica di Fontana di Coriglia, che ha portato alla luce un numero consistente di strutture e di materiali databili a partire proprio dall’epoca etrusca sino al periodo tardo-antico. Da uno studio effettuato sulle murature si può affermare che questo sito, oggi compreso all’interno del Parco Archeologico Ambientale dell’Orvietano (PAAO, www.paao.it), fosse nell’antichità fortemente legato all’attività termale.

Monterubiaglio celebra a Maggio la sua tradizionale Festa “Patronale”. La festa ricorda Maria Regina Assunta in Cielo che la Domenica pomeriggio viene portata in processione per le vie
del paese, adornate da una coloratissima infiorata.
I programma prevede un intero week end di preghiera ma anche di musica, appuntamenti enogastronomici, giochi e spettacoli.

Secondo la tradizione, San Francesco d'Assisi fondò il Convento della Scarzuola nel 1218 in prossimità del Montegiove, operando un miracolo. Una fontana scaturì dal luogo dove aveva piantato una rosa ed un alloro.
Il nome del convento deriva dalla scarza, una pianta palustre con la quale il santo si costruì la sua capanna.

Nella piccola chiesa del convento è custodito un affresco della prima metà del XIII secolo, uno dei primi ritratti del Santo in levitazione.

La Scarzuola è la costruzione surreale progettata da Tomaso Buzzi, architetto, artista e uomo di cultura tra i più importanti del '900. Sorge a Montegiove, nel comune di Montegabbione (Tr). E’ costruita sulle adiacenze di un convento del '200 fondato da San Francesco. Tomaso Buzzi l'acquista nel 1957 e costruisce alle sue adiacenze una città ideale, tracciando un percorso simbolico neo-illuminista riferito a conoscenze esoteriche e sue intuizioni.


Monteleone d’Orvieto , estremo bastione difensivo dei territori di Orvieto verso nord ed immediatamente a ridosso di Città della Pieve, ha origini sicuramente medioevali. Situato nella zona della media collina umbra, è caratterizzato da una forma alquanto allungata del centro storico. Le testimonianze architettoniche presenti, vanno dalle chiese del SS. Crocefisso e della Collegiata, nelle quali si possono ammirare numerose opere pittoriche, alla Torre Mozza, che rappresenta il punto di accesso al borgo.
Chiesa SS. Apostoli Pietro e Paolo, collegiata insigne, sita nel centro storico in corso Vittorio Emanuele II; custodisce la pregevole tavola della Madonna con Bambino tra i santi Pietro e Paolo. L'opera è da ascriversi a un allievo del Perugino (Pietro Vannucci). Sempre all'interno della Collegiata vi è la cripta di San Teodoro;
Chiesa del SS. Crocifisso (1600), appena fuori le mura, ha al suo interno un altare Barocco, è stata recentemente ristrutturata.

Torre Mozza è la porta d’accesso al centro storico del paese di Monteleone d’Orvieto. Dalla sua porta si apre una lunga via che percorre l’intero borgo fino ad arrivare alla parte opposta dove è situato l’altro ingrasso al paese, il cosiddetto “Uscidietro”.


Ficulle


   
Le radici di Ficulle risalgono all'epoca della civiltà etrusca, come sembrerebbero dimostrare le grotte della Madonna della Maestà, ritenute dagli archeologi sepolcreti di carattere rurale. Le tracce più eloquenti della storia di Ficulle risalgono tuttavia all'epoca romana: qui i romani avevano, infatti, un posto di osservazione che dominava la Via Traiana, o Cassia Nuova, una delle più importanti direttrici di comunicazione tra Roma ed il nord della penisola.
Degne di nota sono la chiesa di Santa Maria Vecchia del XIII secolo, di forme gotiche evidenti negli archi ogivali e nei contrafforti, la chiesa di Santa Maria Nuova, costruita a differenza della prima nell' interno del borgo, il castello della sala del XII - XIII secolo e la residenza nobiliare di Castelmaggiore.

Chiesa della Madonna della Maestà

Il titolo è indubbiamente legato alla raffigurazione della Madonna col Bambino su un trono di nubi, tra Angeli e Santi, affrescata sulla parete di fondo.
L’attuale aspetto è il risultato di vari e successivi interventi: la piccola cappella d’origine, ingrandita nel 1848, subì una radicale trasformazione nel 1890 con l’edificazione di una chiesa gemella. Nel 1926, abbattuto il muro di divisione, venne unificata la copertura delle due costruzioni, mentre nel 1980 si rese necessario, per motivi di restauro e conservazione, il distacco dell’affresco.

Comune Ficulle



Allerona


Castello di Torre Alfina e giardino


Allerona è un borgo antico, cinto ancora da mura perimetrali.
La Porta del Sole e la Porta della Luna danno l'accesso a questo paesino. All'interno delle mura possiamo ammirare il bellissimo Castello feudale di Allerona (1275 ca.).
Tanti altri meravigliosi monumenti che arricchiscono il patrimonio artistico di Allerona sono: la Chiesa della Madonna dell'Acqua, l'Area Archeologica di Sant'Ansano e il Borgo di San Pietro Aquaertus. Oltre al patrimonio artistico, Allerona vanta anche uno stupendo patrimonio naturale che ospita il Parco della Selva Meana e il Parco di Villalba.
Le origini ricalcano quelle della vicina Orvieto, e non mancano testimonianze architettoniche dell'epoca romana, con resti archeologici nelle immediate vicinanze del borgo, tra cui alcuni tratti della Cassia antica (tra Orvieto e Ficulle) e cippi con iscrizioni romane relative alla Traiana nuova. Sono altresì visibili i ruderi del castello di Meana, sede della omonima baronia, di un fortilizio, detto "rudere dell'Armata" e Torre Bisenzio, avamposto dello Stato Pontificio. Da visitare il Castello, distrutto da Carlo VIII nel 1465, di cui rimangono resti delle mura e delle porte "del Sole e della Luna", villa Cahen in stile Liberty nel parco demaniale di Selva di Meana, la chiesa Castellana del XII°secolo ristrutturata nell'800.

Torre Alfina è una frazione del comune di Acquapendente. Situato al margine settentrionale dell'altopiano dell'Alfina, ed è inserito tra I borghi più belli d'Italia.
Confina con la Riserva naturale Monte Rufeno e con il bosco monumentale del Sasseto al quale si accede dai giardini pubblici del borgo.
Il castello si trova nel borgo di Torre Alfina, nel territorio del comune di Acquapendente. La struttura è posta sul punto più elevato dell’altopiano dell’Alfina, in una posizione altamente strategica. Fu costruito nell’Alto Medioevo attorno ad una torre d’avvistamento già esistente, secondo le fonti durante la dominazione longobarda di Desiderio, nell’VIII secolo. Il complesso venne fortificato nel corso dei secoli X e XI; successivamente, con l’espandersi del borgo, la rocca originaria venne rafforzata con una seconda cinta muraria, costituita per lo più dalle mura delle abitazioni, oltre che da bastioni, e dotata di più porte d’accesso.
Sul finire del 1800 la struttura fu acquistata dal Conte Edoardo Cahen, proveniente da una ricchissima famiglia ebrea di banchieri, originari di Anvers in Belgio. Edoardo fece ristrutturare completamente il palazzo Monaldeschi, trasformando anche varie parti del paese, come l'area rivolta verso Piazza Sant'Angelo, occupata da un giardino pensile e dalla scalinata d’accesso all'edificio.
Attualmente il castello è composto da un recinto a pianta piuttosto irregolare, con cinque torri di cui una a pianta rotonda e quattro quadrate, coronate con beccatelli a sporto e merlatura guelfa. Sia sulla facciata dell'edificio che sulle torri si aprono numerose finestre in stile gotico.

 

Torre Alfina
Selva di Meana e Villa Cahen

   
L’Area Naturale Protetta della Selva di Meana è posta nel settore centro-occidentale dell’Umbria, adiacente al confine con il Lazio, ed è delimitata ad est dalla Valle del Torrente Ritorto, a sud da quella del Fiume Paglia, ad ovest dal territorio del Parco Regionale del Monte Rufeno (Lazio), che ne costituisce la naturale continuazione geografica ed ecologica. Ha un’estensione di circa 3.000 ettari.
All'interno della Selva di Meana, proprietà terriera appartenuta al conte Ugo Cahen, figlio di un ricco banchiere della Baviera e amante della natura, si trova l'elegante costruzione in stile liberty denominata Villa Cahen, circondata da un parco giardino adorno di piante delle più diverse specie.
Alla Villa si arriva percorrendo la strada che, a nord del cimitero, svolta sulla sinistra.

Gardens in Tuscany | Villa Cahen

 

Villa Cahen, giardino
Walking in Tuscany
Percorsi trekking in Umbria | Walking in the surroundings of Orvieto


   
Il lago Trasimeno, con le sue colline ricoperte di boschi e ulivi è uno degli ambienti più caratteristici dell'Umbria.
Tutto il territorio è coperto da una fitta trama di sentieri, da antiche strade bianche di collegamento tra i poderi, orlate da bellissime siepi di prugnolo,corniolo, biancospino.
Questi sentieri portano a decine di chiesine di campagna, a torri di avvistamento, a piccoli borghi, ognuno colmo di storie, racconti, tradizioni.


Anello della Rupe

 
Tempo medio del Percorso (ca. 5 km) : 1 ora / 1 ora e mezza
Difficoltà: medio-bassa, molti saliscendi, piccoli strappi in forte pendenza ma di breve lunghezza
Attrezzature consigliate: scarpe sportive, abbigliamento comodo
Non necessita di mezzi di trasporto

Il percorso si snoda attorno alla rupe di Orvieto in un susseguirsi di saliscendi più o meno ripidi che delineano il perimetro del massiccio di tufo su cui si poggia la bella cittadina umbra. Nel percorso ci sono diverse entrate a seconda da dove partite. Partendo da piazza Cahen e scendendo verso il sentiero chiamato “Le Piagge” si scende lungo la strada che affianca la fortezza dell’Albornoz e si attraversa la bellissima porta Rocca.[1]

Walking in Tuscany | Anello della Rupe (Ring around the cliff)

 


Città della Pieve - Pobeto

Punto di partenza: Città della Pieve
Distanza: 7,85 km
Difficoltà: medio
Tempo impiegato: 2h

 
Il punto di partenza di questo itinerario si trova a circa 1 km dal bivio della Pievaiola, in direzione Monteleone d’Orvieto, al Vocabolo Casale Fargneto.
Il sentiero piuttosto largo si inoltra in un bosco costituito da cerri molto sviluppati con ricca presenza di castagni, radi carpini e sottobosco costituito in prevalenza da erica.
Seguendo la segnaletica si costeggiano alcuni fossi più o meno marcati lungo i quali si nota la presenza del pungitopo e dell’acero. Se ne guada uno una prima volta e dopo pochi metri lo si attraversa una seconda volta in direzione della collina.
Si prende un sentiero in salita lasciandone sulla destra uno più evidente e si compiono alcuni tornanti nel bosco rigoglioso a prevalenza di cerro e dopo aver costeggiato un imboschimento si arriva a Casale Pobeto.
Da qui, passando tra un oliveto ed il bosco, si prende la strada ampia sino ad arrivare nei pressi di un edificio agricolo semi-diroccato. Da questo piccolo promontorio si possono osservare le colline che guardano verso Piegaro. Si torna nel bosco e si scende fino al fondovalle dove si notano numerosi esemplari di faggi ben sviluppati ad una quota altimetrica ben al di sotto di quelle usuali per l’Italia centrale ( solitamente il faggio si trova a quote superiori a 800-1000 metri).
Il bosco diventa poi una cerreta alta particolarmente suggestiva nelle varie stagioni. Dopo un primo tratto di salita assai accentuata la passeggiata prosegue in falso piano sino a raggiungere una pineta sulla cima di un piccolo promontorio.
Attraverso campi agricoli ondulati si torna verso la Provinciale 71 attraversandola per percorrere un breve tratto dell’itinerario che sta sulla parte che dà verso il monte Cetona.
Passando tra campi agricoli e oliveti si piega a destra percorrendo una strada in terra che riporta alla Provinciale prima lasciata e quindi alla strada di accesso di Casale Fargneto, punto di partenza dell’escursione.


   
La Riserva Naturale Monte Rufeno, istituita nel 1983, fa parte del sistema delle aree protette del Lazio e si estende per 2892 ettari nel territorio del Comune di Acquapendente al confine con l'Umbria e Toscana. Protegge estesi boschi, in un paesaggio collinare attraversato dal fiume Paglia. Predominano querceti misti, oltre a macchia mediterranea e rimboschimenti a conifere e ospita flora e fauna molto ricca con la presenza di specie rare.

Riserva Naturale Monte Rufeno Itinerari | www.parks.it/riserva.monte.rufeno

I sentieri della Riserva Naturale Monte Rufeno hanno gradi di difficoltà diversa, dal “molto facile” al “molto difficile”. Inoltre tutti sono dotati di idonea segnaletica, di indicazioni sulla lunghezza del sentiero, sulla difficoltà e sulla durata, il tutto identificato da un colore. Le stazioni sono i punti del percorso nei quali ci si ferma e si approfondisce, con l’aiuto della guida, la conoscenza di un particolare elemento di quell’ambiente. Le stazioni sono caratteristiche dei sentieri natura in quanto gli escursionistici non le hanno. Nei tempi di percorrenza sono comprese molte soste necessarie per osservare gli ambienti naturali. Sono più lunghi quindi delle normali escursioni. Alcuni sentieri durante il percorso offrono due itinerari alternativi, in genere uno dei due è una “scorciatoia” del percorso principale.

I Sentieri di Monte Rufeno | www.comuneacquapendente.it


 
Le colline tra Orvieto e Città della Pieve

   

Il Lago Trasimeno è collocato al confine con la Toscana ed è sicuramente il punto d'incontro tra le culture delle due regioni. Il paesaggio che accoglie il visitatore è unico, un grande anfiteatro racchiuso da dolci colline ed ampie zone pianeggianti. All'interno del lago spuntano tre verdissime isole. In tutto il territorio circostante troviamo tracce di una storia millenaria con capolavori etruschi, di epoca romana, medioevale e rinascimentale.
Il borgo di Paciano, il cui centro storico racchiuso in una cinta muraria trecentesca con torri e tre porte d'ingresso si erge al centro di un territorio ricco di boschi di lecci, querce e castagni. Per il notevole patrimonio ambientale ed artistico fa parte del club de "I Borghi più Belli d'Italia".

Il borgo medioevale di Panicale, adagiato sulle colline del lago Trasimeno da dove si può godere di splendide vedute sul panorama lacustre e sulla valle del Nestore. All'interno del paese degni di nota sono il Palazzo del Popolo, la Collegiata di San Michele, il complesso di San Sebastiano e il Teatro Cesare Caporali.

Da non perdere anche Città della Pieve, centro etrusco-romano che per gran parte ha mantenuto intatta la sua struttura antica. Tra gli edifici di maggior pregio ci sono il Duomo, che conserva le opere di due grandi pittori di Città della Pieve, il Perugino ed il Pomarancio, e la chiesa di Santa Maria dei Bianchi, dove si trova la straordinaria "Adorazione dei Magi" del Perugino. Notevoli sono anche la Rocca (1326), con cinque torri, il palazzo della Corgna (XVI secolo), palazzo Bandini (XVI secolo), palazzo della Fargna (XVIII secolo), sede del Comune, e palazzo Baglioni, del XVIII secolo.

The hills between between Orvieto and Città della Pieve | download pdf
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www.bikeinumbria.it

 

   
Da Orvieto a Todi intorno al Lago di Corbara

   
Questo itinerario, che si sviluppa sulle colline che sovrastano il bacino artificiale di Corbara, tocca due città d'arte di importanza mondiale come Orvieto e Todi, ma allo stesso tempo si snoda tra scenari di grande interesse naturalistico, offrendo scorci paesaggistici dalla bellezza mozzafiato.
Il lago di Corbara ed le sue innumerevoli bellezze naturalistiche, tra cui le Gole del Forello, dove il Tevere che si insinua tra alte pareti rocciose di travertino crea scenari stupendi. Infine da non perdere i fitti boschi ed i panorami che si possono godere dai colli dell'Umbria centrale, ed in particolare dalle pendici del Monte Peglia, da dove si può ammirare una splendida visuale su tutta la regione.
Il percorso è caratterizzato da numerose salite e, pur non presentando pendenze impossibili, è adatto a ciclisti esperti e ben allenati, come testimoniano i 2.000 metri di dislivello in 90 chilometri.
La partenza è collocata di fronte alla chiesa di Ciconia, ai piedi della rupe di Orvieto, da dove ci muoviamo in direzione di Todi e del Monte Peglia.
Camminando, sulla destra ,si scorgono i “tetti” delle antiche tombe etrusche della Necropoli denominata del Crocifisso del tufo. In questa parte di percorso il tufo assume un colore ocra forte, caldo.
La cornice è a dir poco suggestiva. I massi assumono forme imponenti, gli speroni di roccia dirompono e formano scenografie mozzafiato. Ci si accorge anche di una piccola chiesa ricavata in una grotta. Le vicende storiche più o meno leggendarie raccontano fosse il rifugio di un paracadutista americano approdatovi accidentalmente durante la seconda guerra mondiale.
Da vedere in zona: Orvieto, Todi, Civitella del Lago, Baschi, Lago di Corbara, Ciconia, Prodo, Todi, Fiore, Civitella del Lago, Corbara, Ciconia.

Da Orvieto a Todi intorno al Lago di Corbara | download pdf
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La Via Francigena | Da Orvieto a Roma

   
Un viaggio nella storia, che ripercorre gli ultimi passi dei pellegrini diretti da Canterbury a Roma. Il vostro trekking parte da Orvieto, ma presto lascia la terra umbra per entrare in Lazio, dove si toccano borghi e piccoli centri come Montefiascone, Viterbo, Sutri, Vetralla, Campagnano, intervallati da splendidi scorci di campagna e uliveti. L’arrivo a Piazza San Pietro chiuderà il vostro cammino verso la “città eterna”.

   

Orvieto frazioni are Bagni di Orvieto, Bardano, Baschi Scalo, Benano, Biagio, Botto di Orvieto, Canale di Orvieto, Canonica, Capretta, Ciconia, Colonnetta di Prodo, Corbara, Fossatello, Morrano, Orvieto Scalo, Osteria Nuova, Padella, Prodo, Rocca Ripesena, San Faustino, Sferracavallo, Stazione di Castiglione, Sugano, Titignano, Tordimonte and Torre San Severo.

 


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La Cappella di San Brizio

Elemento centrale della visita al M.O.D.O., la Cappella Nova o di San Brizio, situata all'interno del Duomo di Orvieto, esprime, con la sua "opulenza figurativa", una concezione spaziale e decorativa profondamente diversa rispetto all'interno sobrio e spoglio della Cattedrale, e costituisce una delle testimonianze più rappresentative della pittura rinascimentale italiana.

Il nuovo, importante elemento architettonico - una cappella in onore dell'Assunta chiamata Cappella Nova - venne aggiunto nel fianco destro del Duomo tra il 1406 e il 1444. E' conosciuta anche come Cappella della Madonna di San Brizio da quando vi fu trasferita nel 1622 l'antica icona della Madonna di San Brizio che tuttora si trova presso l'altare maggiore: una tavola di stile bizantino, enigmatica quanto a datazione e attribuzione, in cui è raffigurata su fondo oro la Vergine in trono con il Bambino, affiancata dagli Angeli e sovrastata dal volto di Cristo. La struttura fu costruita a ridosso del lato meridionale del transetto, nel luogo dove sorgeva una cappellina dedicata ai Magi e la "sacrestia vecchia", inglobando nelle due pareti laterali gli speroni e gli archi rampanti eretti al tempo di Lorenzo Maitani, e fa da pendant con la Cappella del SS.Corporale.

Malgrado la letteratura sul Duomo sia discorde sull'identificazione dei finanziatori dell'impresa (la Curia Romana, i Medici o signori locali) sicuramente vi prese parte la famiglia Monaldeschi (come ricordato dagli stemmi negli angoli della vela delle Vergini) con lasciti erogati nel 1462, '94, '98. La decorazione della Cappella fu comunque realizzata sotto l'attento controllo e con fondi propri dell'Opera del Duomo, come testimonia, ancora oggi, lo stemma della Fabbrica collocato sull'arco d'ingresso.

Per la decorazione delle volte e delle pareti l'Opera del Duomo diede inizialmente incarico al frate domenicano Giovanni da Fiesole (1395-1455), noto come il Beato Angelico, già famoso come artista della corte pontificia. Il contratto venne stipulato nel giugno del 1447 e prevedeva la presenza del pittore presso il cantiere orvietano durante i mesi estivi fino al compimento del ciclo pittorico; tra gli aiuti dell'Angelico figurava il giovane Benozzo Gozzoli (1421-1497), futuro artefice degli affreschi della chiesa di San Francesco a Montefalco.

L'angelicus pictor iniziò la decorazione dalla volta della crociera sopra l'altare. Nella vela che sovrasta l'altare dipinse il Cristo Giudice, assiso in trono con i simboli iconografici del Pantocrator e contornato da schiere di Cherubini, Serafini, Troni e Angeli, e in quella alla sua sinistra i Profeti (PROPHETARUM LAUDABILIS NUMERUS). Alla bottega dell'Angelico è da attribuire anche la decorazione dei costoloni con motivi floreali e vegetali e delle cornici delle vele con ritratti all'interno di medaglioni.

Alla fine dell'estate del 1447, come previsto, l'artista sospese i lavori per tornare al cantiere vaticano: in realtà, ad Orvieto non fece più ritorno lasciando incompiuta la grande impresa.
Dopo vani tentativi e lunghe trattative con i più famosi pittori dell'epoca, compreso il Perugino, l'opera iniziata dall'Angelico fu ripresa e portata a termine cinquant'anni più tardi da Luca Signorelli (1445-1523). Il cortonese, definito dai documenti "famosissimus pictor in tota Italia", fu ingaggiato nel 1499 per completare la decorazione delle volte sulla base dei disegni dell'Angelico.

Iniziando dalla campata interna, e riprendendo il progetto del suo predecessore, dipinse la vela alla destra del Cristo Giudice con le immagini degli Apostoli e della Vergine (GLORIOSUS APOSTOLORUM CHORUS) e la vela di fronte con le figure di angeli che recano i Simboli della Passione (SIGNA IUDICIUM INDICANTIA). Nella volta della campata verso l'ingresso raffigurò i Dottori della Chiesa (DOCTOR SAPIENS ORDO), i Martiri (MARTYRUM CANDIDATUS EXERCITUS), i Patriarchi (NOBILIS PATRIARCHARUM COETUS) e il Coro delle Vergini (CASTARUM VIRGINUM COHORS), leggibili in questa sequenza partendo da destra.

Un secondo contratto, stipulato il 27 aprile del 1500, impegnava il Signorelli, e i suoi numerosi aiuti, ad affrescare le pareti della cappella. Nel corso dei tre anni successivi presero forma nei lunettoni le scene del Giudizio universale; nella zoccolatura la fitta e fantasiosa decorazione a grottesche, interrotta dai riquadri con gli "uomini illustri" contornati da scene tratte dalle loro opere; nel basamento figure mitologiche di tritoni e nereidi, simili a lastre di sarcofagi classici.

L'assetto attuale della Cappella è il risultato di una serie di trasformazioni che includono rifacimenti, opere di manutenzione, restauri, fino agli ultimi restauri del 1989-96, i quali hanno interessato la struttura muraria e soprattutto il ciclo pittorico col duplice obiettivo di migliorare le condizioni climatico-ambientali della Cappella e di ristabilire i toni originali dei colori, riportando anche alla luce parti inedite degli affreschi dietro l'altare e all'interno di un'intercapedine nella parete occidentale.

[Fonte: Duomo Cappella di San Brizio | www.museomodo.it]



 

Luca Signorelli, Resurrection of the Flesh (detail), fresco in the Chapel of San Brizio, Duomo, Orvieto
   
 
L'autoritratto di Signorelli e, dietro di lui, un ritratto di Beato Angelico
Luca Signorelli | Fresco Cycle in the San Brizio Chapel, Cathedral, Orvieto
 

 

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Itinerari Turistici ad Orvieto | www.orvietoviva.com

Orvieto le grotte | wwwt.wikiloc.com
Splendido percorso per trovare sentieri intorno a Orvieto(i Cappuccini, le tombe Golini, la tomba Hescana el tunnel Etrusco).


[1] Fonte: Chiesa di Sant'Andrea e Bartolomeo | www.comune.orvieto.tr.it


 
   


Case vacanza in Toscana | Podere Santa Pia


Santa Fiora
 
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Spoleto, duomo
Castiglioncello Bandini
San Qurico d'Orcia
         
         
Orvieto Ristauranti

       

Etrusca - Via Maitani 10, Orvieto

Il Giglio d'Oro - Piazza Duomo, Orvieto -

Le Grotte del Funaro - Via Serancia, Orvieto

La Palomba - Via Manente 16, Orvieto

Mezza Luna - Via Ripa Serancia, Orvieto

La Pergola - Via dei Magoni 9, Orvieto

La Badia - Località La Badia 8, Orvieto

Trattoria. Buon Respiro, Orvieto

Pizzeria Charlie - Corso cavour Orvieto

Pizzeria al Cordone - Orvieto




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Podere Santa Pia, immersa nella splendida campagna della Maremma, è situato in una splendida posizione panoramica,
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La terrazza è esposta a Sud, con una straordinaria vista sulle colline Maremmane, fino a Castiglione della Pescaia, Monte Argentario e Monte Christo.